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La donna che lotta per poter andare liberamente in giro in topless

Chelsea Covington, che oggi ha 27 anni, ha iniziato a girare a petto nudo circa tre anni fa. Lo fa nei giardini pubblici, in bicicletta, quando prende il sole, e spera che presto tutto ciò diventi perfettamente accettabile.

Chelsea Covington mentre parla con la polizia a Washington. Foto via

Breasts Are Healthy

A ore, la Camera dei Rappresentanti del New Hampshire discuterà un disegno di legge che permetterebbe ai comuni dello stato di "regolamentare l'abbigliamento" nei luoghi pubblici—una manovra che, di fatto, servirebbe a incriminare le donne in topless. Il disegno è stato presentato dopo la bocciatura di un'altra proposta che avrebbe direttamente vietato l'esposizione pubblica del seno femminile.

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Nonostante in molte parti degli Stati Uniti le donne possano aggirarsi in topless senza avere problemi con la legge, in molti non sembrano esattamente a loro agio con questa pratica. Ed è proprio per questo che Chelsea Covington si è ripromessa di fare qualcosa. Covington, che oggi ha 27 anni, ha iniziato a girare a petto nudo circa tre anni fa. (Preferisce la locuzione "petto nudo" al termine topless, perché "il topless [implica] che ti manchi qualcosa.") Lo fa nei giardini pubblici, in bicicletta, quando prende il sole—insomma, ovunque sia legale e ovunque sia possibile. Ha anche un blog, Breasts Are Healthy, in cui documenta tutte le sue uscite coi capezzoli in bella vista.

Ho parlato con Covington per capire quali siano le reazioni della polizia municipale e della gente comune alla vista del suo "petto nudo" e cosa spera di ottenere scegliendo di non indossare una maglietta.

Attenzione: seguono foto di semi-nudo.

VICE: In media, quanto tempo passi a petto nudo in una settimana?
Chelsea Covington: Dipende dalle temperature. Durante l'inverno ovviamente la mia attività si riduce. Anche se in realtà cerco di sfruttare qualsiasi opportunità mi si presenti. Le basse temperature non mi preoccupano poi così tanto, ma evito di aggirarmi senza maglietta tanto per farlo. Lo faccio perché mi fa sentire a mio agio ed è come vorrei essere.

Quanto deve essere bassa la temperatura per essere considerata troppo bassa?
Diciamo sotto i dieci gradi. Ho il cuore caldo, il freddo lo reggo bene.

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Durante i tuoi viaggi negli Stati Uniti, in quali luoghi ti sei messa in topless?
A Washington DC; lì è legale dall'86. A New York, dal '92. Pennsylvania, poi Maine, New Hampshire e Vermont. Praticamente in quasi tutto il Nord Est degli Stati Uniti.

Quindi immagino che prima di partire tu faccia qualche ricerca per appurare dove sia effettivamente legale. Giusto?
Sì, mi informo sulle leggi, sui precedenti, e poi chiamo comunque il dipartimento di polizia e chiedo di parlare con qualcuno. Spesso mi dicono, "Aspetti un attimo mi faccia controllare." Per me è sempre affascinante notare le reazioni nei vari dipartimenti di polizia, perché non sono mai le stesse. Certa gente legge le disposizioni, poi si consulta con il dipartimento legale e alla fine mi dice, "Ok, non abbiamo trovato nulla che vieti alle donne di rimanere in topless nei luoghi pubblici, quindi può andare tranquilla!" Altri, invece, mi fanno aspettare mesi e mesi per avere una risposta. Certo, ci sono questioni più importanti. Ma si tratta sempre di una domanda che esige una risposta.

Cerco di avere dei chiarimenti dai vari dipartimenti, perché non sono i poliziotti di pattuglia quelli che decidono. Stanno lì solo per far rispettare la legge come da istruzioni, e spesso non sono nella posizione di prendere decisioni, quindi non credo sia giusto fargli pressioni.

Chelsea Covington a Washington. Foto via

Breasts Are Healthy

Secondo te, qual è l'idea che abbiamo del topless e come lo percepiamo?
È un argomento molto delicato. E spesso per far capire qualcosa a qualcun altro devi partire dal suo punto di vista. A Washington un poliziotto mi ha detto "Capisco che sia legale, ma è comunque irragionevole." E ha concluso con un, "Ma legale." Abbiamo parlato a lungo. Non era per forza contrario, stava solo cercando di capire la faccenda facendo ordine nella sua testa.

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A un certo punto ha detto che avrebbe voluto poter andare in Montana e portare tranquillamente la sua pistola alla cinta. E ho risposto, "E chi fa campagna a sostegno delle armi che fa? Va in giro armata in ristoranti o al supermercato. Fanno tutto quello che farebbero abitualmente, eccetto per il fatto di essere armati. E a poco a poco la gente si sta abituando alla loro vista." Il mio obiettivo principale è quello di rendere normale alla vista una donna a petto nudo. Come succede per gli uomini: non ci scandalizziamo quando vediamo un uomo senza maglietta, perché la cosa è accettata. Che reazioni hanno i passanti?
La stragrande maggioranza è neutrale. Tanti danno giusto un'occhiata, o neanche quella. Non evitano il contatto visivo?
Cerco di non sfidare la gente. Voglio che le persone che incontro abbiano una reazione spontanea, senza sentirsi poi giudicate da me. Voglio che ci lavorino a livello introspettivo. Non mi piace che pensino che io li stia guardando e pensando, "Quindi? C'è qualche problema?"

Ricevo anche un sacco di domande, gente che vuole sapere perché lo faccio e cosa spero di ottenere. D'altronde, quanto spesso capita di essere fermati da uno sconosciuto a Washigton o a New York?

C'è stata una conversazione particolarmente difficile?
Sì, ero al Prospect Park di Brooklyn col mio ragazzo, stavamo facendo un picnic. Era una bella giornata, ma poi un uomo che stava semplicemente passando di lì si è fermato, mi ha fissata, si è guardato attorno e ha gridato "Cristo Santo! Questo è un parco per famiglie!" Era una situazione veramente ridicola. Stava parlando di me, ma senza rivolgersi a me e riferendosi a me con degli appellativi poco carini—feccia, puttana, troia. Ahia.
Per me è stato interessante perché non mi stava neppure guardando, non voleva il confronto. Pensavo si stesse avvicinando per parlarmi, invece è passato direttamente oltre. Nel frattempo è passata una famiglia con un passeggino, ma ha fatto caso più a lui che a me, perché, dai, chi era veramente fuori luogo in un parco per famiglie? L'uomo che gridava a caso o la donna in topless che mangiava tranquillamente l'uva seduta in un angolo?

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Chelsea Covington a Washington. Foto via

Breasts Are Healthy

È anche per questo che hai aperto il tuo blog?
Me l'hanno chiesto le persone che mi stavano intorno e quelle che condividevano questo mio desiderio. Non ho mai concepito il mio blog come una vetrina. Non ho slogan dipinti sul corpo. Non vado in giro a urlare in segno di protesta. Non ho simboli politici. Forse arriveranno dei momenti in cui serviranno, ma per normalizzare il topless bisogna fare le cose per bene e comportarsi normalmente.

Ho notato un commento sul tuo canale YouTube di un ragazzo che ti ringraziava per aver permesso a chiunque di dare una bella sbirciatina al tuo seno. Ti è mai capitato di sentirti a rischio o troppo esposta?
No, e ti dirò perché: le donne sono costantemente esposte a questo tipo di trattamento. Nel mio caso è successo a scuola—mi ricordo che stavo salendo le scale, qualcuno mi ha dato una pacca sul culo, e quando mi sono girata non sono stata in grado di capire chi fosse stato. Nonostante tutti avessero visto la scena, nessuno si è preso la briga di indicarmi il responsabile. Nessuno, però, ha mai toccato il mio seno scoperto e questo è interessante. Penso perché abbia un effetto umanizzante. Questo è quello che ho capito dal modo in cui le persone interagiscono con me.

Come ti senti quando vieni osservata?
Non è un problema, ma solo se non vengo ridotta a quello. La gente guarda anche te! Io guardo gli uomini che fanno jogging a petto nudo! Ovvio che lo faccio, abbiamo tutti gli occhi! Ma non va bene sminuire o ridurre qualcuno al suo corpo. Accade ancora con un sacco di donne. Succede anche con un sacco di uomini.

L'intervista è stata editata e pubblicata in versione ridotta.

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