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Afghanistan: missione compiuta?

Cosa sarà del Paese dopo il ritiro previsto delle forze NATO? Ne abbiamo parlato col reporter e documentarista Ben Anderson.

Se una parte di voi credeva che la guerra in Afghanistan fosse finita e che la maggior parte delle truppe fosse rientrata, potremmo quasi perdonarvi. Di fronte al massiccio ritiro delle forze pianificato dalla NATO per il prossimo anno, le operazioni si stanno gradualmente concludendo e la copertura della guerra è sporadica.

Tralasciando il Principe Harry che spara dal suo lucente elicottero, la lotta quotidiana contro i talebani non attira più l'attenzione mediatica come faceva un tempo, ormai la guerra civile siriana e i traguardi nucleari della Corea del Nord hanno spostato il centro della discussione lontano dall'Afghanistan.

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Con il calmarsi della situazione, la NATO ha lasciato il controllo di diverse aree del Paese alla polizia azionale afghana (ANP – Afghan National Police) e all'esercito nazionale afghano (ANA – Afghan National Army). Lasciati a loro stessi, numerosi membri dell'ANP e (in misura minore) dell'ANA sono già rimasti implicati in diversi casi di corruzione, rapimento, estorsione e omicidio.

Ho parlato con Ben Anderson, regista di documentari e amico di vecchia data di VICE, che ha appena fatto ritorno da cinque settimane con le forze afghane a Sangin, nella provincia di Helmand. Per l'occasione ha girato un documentario, Mission Accomplished? Secrets of Helmand. Ne abbiamo parlato in quest'intervista.

Ben Anderson.

VICE: Ciao Ben. Allora, qual è la situazione con la polizia afghana? Non sembrano esattamente dei responsabili.
Ben Anderson: Il governo afghano tiene gli ufficiali di polizia e i soldati migliori nel nord del Paese e manda al sud tutti quelli apparentemente inutili, a cominciare i preparativi per la guerra civile.

Ecco, appunto: si fa un gran parlare di guerra civiletu cosa ne pensi?
Penso che la guerra civile sia già in atto. Secondo alcune stime, lo scorso anno sono stati uccisi più di 3.000 poliziotti e soldati. È molto più di quanto non abbiano perso la Gran Bretagna o l'America, quindi, se questa non è una guerra civile, non so proprio cosa sia. Nella mia opinione, la polizia nel sud si sta comportando in modo pessimo, come negli anni Novanta, quando la gente del luogo ha quasi salutato con gioia l'arrivo dei talebani, pensando che almeno loro avrebbero messo fine alla corruzione, ai rapimenti e agli stupri.

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A ritiro delle truppe avvenuto, saranno i talebani a prendere le redini del comando? Come credi che si svolgerà la situazione?
Credo che i signori della guerra cercheranno di riottenere i territori feudali che possedevano. Nel sud, i soldati sono coraggiosi e hanno le idee giuste, ma a livello logistico non sono in grado di sostenersi o rifornirsi. Quindi non credo che riusciranno a far fronte all'attacco dei talebani. Il mio interprete—che ha sempre vissuto in quella zona e di cui mi fido al 100 percento—è dell'idea che metà della polizia scomparirà il giorno in cui ce ne andremo e l'altra metà passerà dalla parte dei talebani.

E tornerà tutto come prima.
Già. Ci sono posti nel sud che non riusciranno a resistere nemmeno per 24 ore. Si capisce vedendo le province da cui ci siamo già ritirati, dove i talebani sono ritornati immediatamente.

Di quali province si tratta?
Province dell'est. Da anni i talebani hanno costruito un governo ombra a cui la gente fa molto più affidamento che non al governo afghano.

Pensi che abbiano una qualche sorta di presenza militare in luoghi come Kabul? Sarà il capolinea per il governo ufficiale afghano, oppure confidano nelle alleanze a base etnica del nord?
Ho sempre pensato che l'alleanza del nord sarebbe riuscita a mantenere il controllo sul territorio. In termini di presenza straniera, parliamo di 8-10.000 truppe in media; questo significa che hai a disposizione solo due o tremila soldati che fanno effettivamente qualcosa. Suppongo che si formeranno delle forze speciali per le operazioni di anti-terrorismo, in questo modo non saranno interessate ad aiutare la polizia a combattere con l'esercito—e poi siamo noi a dire che sono talebani, senza nemmeno esserne sicuri. Probabilmente si tratta di un gruppo di contadini che vogliono cacciare via dai loro campi sia governatori corrotti sia soldati stranieri.

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Praticamente è sempre la stessa storia.
Già, proprio così. Mi piacerebbe poter parlare di più con la gente che si trovava lì nei primi anni Novanta, perché penso che se fossi un pashtun che vive nella provincia di Helmand o a Kandahar, vedrei i talebani come delle brave persone, se paragonate alla polizia e al governo afghani. Penso anche che l'esercito sia molto meglio. Voglio dire, i soldati sono del nord, appartengono a diversi gruppi etnici, sanno parlare più di una lingua e molti li considerano stranieri quasi come noi.

Ovviamente il nostro governo, la NATO e l'ISAF [International Secuirty Assistance Force]sono  consapevoli del rischio di un collasso dell'ordine pubblico.
L'ondata del 2010 e la grande offensiva di Marjah e Kandahar si sono rivelate molto più lunghe e difficli di quello che chiunque si sarebbe aspettato. Servirebbero 500.000 uomini nei prossimi cinque o dieci anni per replicare il risultato nel sud. Quando ripenso agli obiettivi che ci si era posti solo pochi anni fa—sradicare la corruzione, favorire l'istruzione femminile, liberare le donne e abbattere i talebani, be' è ovvio che non li abbiamo raggiunti. Sono meravigliato dal fatto che la gente sostenga il contrario. Le dichiarazioni di Hammond e Obama giungono come avvertimenti. È come se dicessero che stiamo dando all'Afghanistan la possibilità di un futuro roseo, ma che adesso devono vedersela da soli.

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Tornando al documentario—ci sono dei comandanti americani che affermano che la polizia afghana è formata da molestatori corrotti e assassini. Percepisci un senso di impotenza da parte loro  per non essere in grado di fermare questi comportamenti?
Oh, certo. Di media, visitano un avamposto una volta ogni tre settimane per poche ore, quindi la loro influenza è limitatissima. Il maggiore dell'esercito americano ha fatto promettere all'assistente del capo della polizia che avrebbe arrestato ogni comandante che si approfittava di questi "chai boy". Dopo due ore l'accordo era già saltato e ad oggi non è ancora successo niente. La polizia del sud ritiene un suo diritto rapire e tenere un ragazzo come servo e schiavo sessuale, quindi continuerà a farlo.

Quando è cominciato questo comportamento?
La gente dice che è una tradizione dei pashtun del sud, in particolar modo delle zone di Helmand e Kandahar. I talebani lo hanno fatto altrove e noti signori della guerra del nord e dell'est prima di loro. Dicono che lo fanno perché non gli è concessa la compagnia di una donna, visto che le mogli devono restare a casa. Apparentemente riguarda compagnia e sesso allo stesso modo. Mi è capitato di vederlo molte volte nei miei viaggi a Helmand. L'ultima volta che ci sono stato, ho visto sparare a quattro ragazzi mentre cercavano di scappare dagli ufficiali di polizia—tre di loro sono rimasti feriti mortalmente durante la fuga.

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Che età hanno i ragazzi?
Solitamente tra gli 11 e i 15 anni. Uno di loro ha cercato di avvelenare il poliziotto che lo teneva prigioniero. Gli hanno sparato in faccia.

Sembra Apocalypse Now. Ci sono basi che non vengono controllate per due o tre settimane e i soldati riescono a passarla liscia anche in caso di omicidio.
Alcuni fumano anche oppio ed eroina. Sono stato in visita ad una base un giorno che stavano insegnando all'ANP a fare dei sacchi di sabbia, ma i ragazzi erano talmente fatti che non riuscivano neanche a fare un nodo. Nelle basi spesso e volentieri si coltiva marijuana ma quelli erano troppo fatti, sono sicuro che avessero fumato qualcos'altro, tipo oppio o eroina. Un paio di settimane dopo che me ne ero andato, hanno sparato ad uno di loro e il medico americano che lo ha salvato ha trovato una busta di eroina in una delle tasche.

Ci sono comportamenti simili anche nell'esercito o solo nella polizia?
L'esercito è più professionale. Almeno finché non si mette a sparare a raffica contro sospetti talebani. Ma, fino ad allora, assume un atteggiamento decisamente più professionale. Penso che se qualche soldato dell'esercito si comportasse nello stesso modo dei poliziotti che ho descritto prima, verrebbe severamente punito dal comandante.

Ritieni che i militari americani escano meno dalle loro basi anche a causa delle uccisioni perpetrate dalle truppe afghane ai danni dei militanti della NATO?
Assolutamente. Ogni volta che i sodati devono passare dal lato americano della base verso il lato afghano, impugnano le armi. Almeno uno di loro è sempre all'erta, con il fucile carico e un dito sul grilletto. Il peggio però è quando gli afghani si attaccano tra di loro. Sono morti molti più afghani sotto fuoco amico che per mano di inglesi o americani. Ero parte di una missione importante, sdraiato su un tetto con tizio che sparava con una mitragliatrice appena sopra la mia testa.

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Due giorni dopo è scappato carico di armi e munizioni e stava pianificando con altri tre di uccidere il loro comandante. Le forze dell'ordine sono alla disperata ricerca di reclute, dunque non fanno controlli accurati, così che è molto facile per i talebani piazzare uomini nei ranghi dell'esercito e della polizia. In più, ci sono un sacco di ragazzi incazzati per il modo in cui vengono trattati. Li trattiamo come cani, e loro si prendono la loro vendetta.

Alla base di tutto c'è la mancanza di fiducia, no? Noi non ci fidiamo di loro perché hanno ucciso alcuni dei nostri e loro uccidono i nostri perché siamo troppo duri con loro. E i loro comandanti probabilmente non li trattano meglio.
Molte volte i comandanti ottengono degli utili, ma non pagano i loro sottoposti come dovrebbero. Le armi vengono rubate e vendute, il carburante viene comprato e venduto, la gente viene rapita  per chiedere un riscatto—la media a Sangin è di 4.000 dollari a persona.

Le forze afghane hanno preso il controllo operativo di Sangin?
Ufficialmente no. Ci sono cinque fasi di transizione, le prime quattro sono state completate e la quinta dovrebbe essere portata a termine il mese prossimo. Come ho già detto, nel 98 percento dei casi operano da soli. L'esercito agisce e i marines hanno il compito di guardargli le spalle, ed entrano in campo solo se si profila un disastro.

Al momento qual è la situazione di sicurezza generale nell'area?
Sangin mi sembra più pericolosa che mai. Ogni notte ci sono scontri armati e scoppi di mine IED [Improvised Explosive Device]—l'unica differenza è che ora le vittime sono solo afghani. Soldati, poliziotti e civili vengono trasportati nelle basi con ferite orribili. I talebani sono ancora lì, sono dappertutto. Senti persone come il segretario della Difesa Robert Gates dire che i talebani sono stati sradicati dal territorio di Helmand e Kandahar e l'unica cosa che ti viene da pensare è "Ma cosa si sono fumati?" È ridicolo.

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Come fanno a non perdere credibilità per certe dichiarazioni quando tutti gli altri—te compreso—dicono il contrario?
Non so quante persone dicano quello che dico io. Sono rimasto stupito dal fatto che molti giornalisti  abbiano accompagnato politici e generali nelle basi operative e abbiano ripetuto le dichiarazioni secondo le quali i talebani non sono più un problema e secondo cui gli afghani migliorano a vista d'occhio. Sono veramente pochi i giornalisti che rimangono sul territorio per settimane, con l'esercito o i marines, perché sta diventando sempre più difficile . Già ho avuto io difficoltà a trovare un appoggio, figuriamoci per i corrispondenti dei giornali.

Immagino che ora vada più di moda la guerra in Siria.   
Sembra che i mezzi di comunicazione mainstream siano incapaci di seguire più di un conflitto alla volta. Lo scorso anno ho scritto un libro sull'Afghanistan, ma è ovvio che l'interesse del pubblico per questa guerra sia scemato. È stato difficile anche solo ottenere una recensione o una menzione, perché alle persone ormai non interessa più. Sanno che i soldati tornano a casa morti o senza gambe e non hanno idea del perché, non hanno più idea di quali siano gli obiettivi e hanno completamente perso l'interesse, credo.

Pensi di tornare laggiù quest'anno o prossimamente?
Lo spero davvero. Questa storia mi ha colpito e mi ha dato energia, perché quello che succede davvero in quei luoghi non è ciò che ci viene raccontato, perciò c'è molto da dire. Ma, a essere sincero, non so chi mi appoggerà, perché i media sono ormai davvero privi di interesse.

Immagini e video per gentile concessione della BBC.

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