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Aggiornamenti dalla Siria, quarta settimana

Mentre la comunità internazionale dibatte sul da farsi, la repressione del regime continua in tutto il Paese.

Nonostante il disappunto internazionale per la morte dei due giornalisti occidentali e l’ininterrotto assedio di Homs, dopo un mese di bombardamenti la città si è arresa.

Il temuto attacco alla zona sotto il controllo dell’Esercito Siriano Libero, Bab Amr, ha infine avuto luogo giovedì, quando centinaia di carri armati e migliaia di soldati hanno invaso le strade del quartiere costringendo i civili alla fuga. A guidare le operazioni è stata la famigerata Quarta Brigata guidata da Maher al-Asad, fratello del presidente Bashar.

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Fortunatamente, prima che la città si arrendesse l’Esercito Siriano Libero è riuscito a trarre in salvo i giornalisti Paul Conroy e Edith Bouvier, entrambi rimasti feriti nell’attacco che ha ucciso Marie Colvin e Remi Ochlik. Nel tentativo di abbandonare Homs, una ventina di attivisti sono rimasti uccisi, e il ponte usato da molti per mettersi in salvo è stato abbattuto. Il giornalista Javier Espinosa ha fornito al Guardian un resoconto della fuga. Una volta in Libano, i feriti sono stati portati a Beirut, e da lì trasferiti nei rispettivi Paesi. Dal suo letto d'ospedale di Londra, il fotografo del Sunday Times Paul Conroy ha rilasciato un'intervista video alla BBC:

Prima che la città cadesse, le condizioni di vita a Homs avevano raggiunto livelli medievali; gli uffici dei media erano il bersaglio principale e diversi giornalisti locali sono stati uccisi, rendendo più difficile il reperimento di notizie dagli attivisti sul campo. Questo è l’ultimo comunicato da Homs:

“La prossima mossa sarà di privarci anche dell'ossigeno?

Per tutto il mese elettricità e acqua sono state periodicamente tagliate. In alcune zone della città ciò è avvenuto anche per interi giorni. La popolazione condivide l’acqua potabile rimasta. I servizi di comunicazione sono interrotti da ormai un mese, connessione internet inclusa, e i segnali della telefonia satellitare sono malfunzionanti e sottoposti a continue interferenze. Nel frattempo è finito il carburante: entrare e uscire dalla città è diventato praticamente impossibile. La situazione sanitaria non è più in crisi, è una catastrofe totale.”

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L’acqua scarseggia al punto che, quando è nevicato, gli abitanti di Bab Amr hanno lasciato fuori dalle case dei secchi per raccogliere la neve e berla una volta sciolta:

Mentre la fanteria si preparava a entrare in città via terra, i bombardamenti si sono intensificati. Alcuni hanno riferito del lancio di 24 razzi ogni 5 minuti. Questa

immagine

mostra le località maggiormente colpite. Perlomeno, questo ragazzino è sopravvissuto:

Nell’attacco a Homs, l'esercito di Bashar al-Asad ha usato un’ampia gamma di armi. Un gruppo di appassionati di aviazione ha confrontato le video testimonianze disponibili online per stilare una

lista

. Come già detto altrove, questo documento sembrerebbe confermare il fatto che la Russia stia rifornendo il regime di aiuti militari.

Dopo un mese di intense azioni difensive e missioni di salvataggio di civili e giornalisti, l’Esercito Siriano Libero sta esaurendole munizioni. Questo rapporto Dateline evidenzia i loro disperati sforzi di difendere la città:

Non sono mancate le occasioni in cui L'Esercito Siriano è riuscito a mettere i bastoni tra le ruote all'esercito regolare, intercettando convogli per il rifornimento di armi

o a carri armati T-72.

In ogni caso, venerdì l’Esercito Siriano Libero è stato costretto a

ritirarsi da Homs

per rifornirsi e continuare la battaglia altrove. Sfortunatamente, questo ha significato lasciare i civili alla mercé delle forze di Asad, che si sono immediatamente messe sulle tracce dei maschi in età di leva—soffocando ogni possibilità di resistenza.

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Sono stati uccisi anche donne e bambini, e 17 civili sono addirittura stati sgozzati. L'organizzazione non governativa Avaaz spiega: “Questa mattina 17 civili sono stati decapitati o parzialmente decapitati dalle forze di sicurezza del regime nell’area agricola ai margini di Bab Amr. Avaaz ha individuato 17 nomi. Sei delle vittime erano parte della famiglia Sabouh. Ieri, un’intera famiglia è stata uccisa al posto di blocco Gardenia, al limitare del quartiere al-Waer, a Homs. Alcuni sono stati decapitati. Un citizen journalist residente a Homs, ‘Waleed’, ha riferito: 'Nelle scorse 48 ore, almeno tre famiglie sono state massacrate nello stesso modo.'" Questo genere di rappresaglie continuerà, quasi certamente, finché i membri della Quarta Brigata non porranno fine alle vendette sui residenti. Inoltre, senza i giornalisti e senza la Croce Rossa, non ci sarà nessuno in grado di fornire testimonianze. Con la caduta di Homs, il regime ha potuto spostare parte dei militari contro un altro epicentro rivoluzionario, Rastan (non lontano da Homs). Da  giorni, anche questa città è sotto il duro fuoco d’artiglieria. Durante una protesta, venerdì, un ordigno è piombato tra i manifestanti, causando alcuni morti e molti feriti:

In risposta all'intensificarsi della repressione, anche gli attacchi dell’Esercito Siriano Libero sono aumentati:

Alcuni gruppi dell’Esercito Siriano Libero hanno fatto la loro comparsa anche nella capitale Damasco. Nonostante la loro presenza rimanga contenuta, questo mi sembra un buon inizio e uno sviluppo che non potrà che preoccupare al-Asad:

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Mentre altre città e villaggi imbracciano le armi, il Qatar sembra sempre più deciso ad armare i ribelli. Mercoledì, il

Guardian

ha riportato

che la Libia avrebbe annunciato di voler fornire 100 milioni di dollari al Consiglio Nazionale Siriano, mettendo inoltre a dispostizione un ufficio per l'organizzazione delle milizie a Tripoli. Molti si sono chiesti come la Libia possa permettersi un prestito così generoso, ma un portavoce del consiglio libico avrebbe liquidato la faccenda dicendo che “non sarà un problema.”

Non è una coincidenza: qualche giorno prima, il Qatar aveva infatti espresso la volontà di armare l’Esercito Siriano Libero. E visto il precedente impegno nel Paese nordafricano, sembra siano proprio loro i finanziatori della generosa offerta. Parole simili sono arrivate dal senatore americano McCain, che in un discorso al Senato ha ribadito il supporto ai ribelli siriani e affermato che "Il tempo scorre. Le forze di Asad sono in marcia. Fornire assistenza militare all'Esercito Siriano Libero e ad altri gruppi di opposizione è necessario, ma a questo punto non è abbastanza per fermare la carneficina. L'unico modo per farlo, realisticamente parlando, è tramite incursioni aeree." Nelle ultime ore, però, la Casa Bianca si è detta temporaneamente contraria a un intervento militare, propendendo per l'isolamento internazionale del regime. Se davvero armi e denaro sono sulla via dell’Esercito Siriano Libero, se le defezioni continueranno e se sarà possibile organizzare aree in cui la Croce Rossa potrà occuparsi dei feriti, forse la rivoluzione ha una chance. Resta certo che il regime non esiterà a replicare l'assedio di Homs in ogni altra città del Paese. Non c’è molto altro da fare, se non sperare che non succeda davvero.

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La scorsa settima: Aggiornamenti dalla Siria, terza settimana