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Anti-Santi

Come migliorare il concertone

Se non volete ritrovarvi con Subsonica e Caparezza sul palco del Primo maggio fino al 2020, una soluzione c'è.

Anche quest'anno il "concertone" del Primo Maggio ha celebrato le sanguinose lotte che generazioni di uomini e donne hanno dovuto affrontare per garantirci i diritti sul lavoro proponendo il meglio che la musica italiana aveva da offrire nel 1996.

E, come ogni anno, il concerto è stato accompagnato da forti polemiche; ormai non più indirizzate verso il lavoro che i tre sindacati organizzatori compiono ogni giorno per i propri rappresentanti, ma verso appunto le particolari scelte stilistiche a proposito degli ospiti musicali. Insomma, non è necessario utilizzare più del 3 percento delle proprie capacità intellettuali per prevedere che anche nel 2013 ci si ritroverà i Sud Sound System, i Subsonica e Caparezza a urlare con coraggio e senza paura a una platea di giovani senza lavoro che i giovani dovrebbero avere un lavoro.

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Ma non deve essere necessariamente sempre così. Discutevo di questo proprio negli ultimi giorni con amici e promotori musicali, su come cambiare l'evento del Primo Maggio. C'è chi proponeva di coinvolgere la scena indie italiana, di tagliare quindi fuori i soliti gruppetti che vivacchiano da anni e far suonare "Maria Antonietta" e "I Cani" e altri loro colleghi; ignorando però il terribile rischio di trasformare la festa di chi vuole un lavoro e non riesce a trovarlo nella festa di chi non ha bisogno di lavorare, un ruolo già ricoperto con successo da anni dal MI AMI di Rockit.

Altri spingevano per aprire il concerto agli artisti stranieri, o di trasformarlo in un evento "cool", come il DISSONANZE o il NETMAGE (sic). Queste idee sarebbero, se messe in pratica, in effetti un netto passo in avanti rispetto alla situazione attuale, ma il risultato finale sarebbe comunque un evento che fa ormai parte della coscienza nazionale svuotato della sua essenza culturale pluridecennale.

Io ho un'idea per far evolvere il "concertone" in un evento che finalmente riunirebbe tutto ciò che funziona e piace ora con elementi che prendono spunto da Bill Hicks e il film Hunger Games. Un format che catturerebbe così l'attenzione di milioni di spettatori di qualsiasi età e schieramento politico. Si chiama "Cacciamo e Uccidiamo Le Band Reggae Dialettali Italiane".

So quello che molti potrebbero pensare ora "Questa è utopia! È un sogno bellissimo e allo stesso tempo irrealizzabile!" oppure "Dove posso iscrivere la band del tizio che non sentivo dalla seconda liceo e che mi invita al suo live ogni venerdì su Facebook?" Sono un sognatore, ma non sono l'unico.

In Hunger Games che, per chi non lo avesse ancora visto, è Battle Royale con i personaggi e il carisma di Dawson's Creek, dei giovani vengono costretti a uccidersi a vicenda per il gioioso intrattenimento di sponsor e pubblico pagante televisivo. Cosa potrebbe meglio rappresentare i sacrifici e le lotte che la generazione dei nostri genitori ha affrontato che vedere band reggae che cantano in veneto o napoletano scimmiottando una cultura che li odia uccidersi a vicenda? Bassiste che ti spiegano la storia dei loro dreadlock da Wikipedia che sgozzano bassiste che parlano per slogan stampati su una t-shirt. I benefici di tale programma si ripercuoterebbero anche ben oltre il Primo Maggio, rendendo per esempio nuovamente balneabili le spiagge del Salento.

L'unica differenza con Battle Royale e Hunger Games è che non sono previsti vincitori o sopravvissuti; quando sarà il momento verrà suonata a volume undici "Raining Blood" degli Slayer e lasceremo che la natura faccia il suo corso.

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