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Chi sono i WCA, i "writer-spacciatori" arrestati lunedì a Milano

Lunedì scorso, dopo due anni di indagini, la polizia ha arrestato un gruppo di "writer-spacciatori" milanesi. Solo che in realtà i WCA non sono solo questo, ma anche una delle crew di graffiti più controverse e importanti d'Europa.

Un pannello della WCA crew. Immagine

via Facebook

Se vi interessate un minimo di graffiti, sicuramente conoscerete la crew WCA. Altrimenti, potreste averne sentito parlare negli ultimi giorni: lunedì è uscita la notizia di un'operazione di polizia che avrebbe sferrato un duro colpo al gruppo. Dopo un'indagine durata due anni e una serie di perquisizioni condotte in tutta Italia, due membri dei WCA sarebbero stati arrestati mentre altri nove sarebbero indagati per associazione a delinquere finalizzata all'imbrattamento.

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Stando alle fonti che hanno riportato la notizia, tra gli indagati—tutti di età compresa tra i 26 e i 39 anni—ci sarebbero anche Acne, Vins, Siko e Caps. Ovvero alcuni dei writer più noti nella scena italiana ed europea. Nonostante la notizia sia stata relegata nella cronaca locale, infatti, è più grossa di quanto sembri: la WCA è una delle crew di graffiti più importante d'Europa. Io stesso, nel breve periodo della mia vita in cui ho fatto graffiti, li consideravo uno dei miei punti di riferimento.

Unitisi nel 2000 su iniziativa del catanese Siko, negli ultimi 15 anni i WCA—acronimo che col tempo è arrivato ad assumere un sacco di significati, il principale dei quali resta "We Can All," ovvero "Possiamo Tutto"—si sono fatti un nome dipingendo muri e treni un po' ovunque, da Milano a Stoccolma, da Catania a Bucarest. Nel 2009 hanno fatto un whole train nella metro gialla che è ancora oggi una delle cose più impressionanti che ho visto fare a Milano in fatto di graffiti.

In quell'occasione avevano scritto, "fanculo fama e gloria, noi siamo la storia." E del resto l'esibizionismo è stato proprio uno dei motivi per cui sono diventati così famosi. Le foto dei loro graffiti sono ovunque: basta fare una breve ricerca per trovarne centinaia su siti di tutta Europa. Oltre a questo materiale fotografico ci sono anche ore e ore di riprese delle loro azioni (per esempio il video del whole train di Milano), realizzate e pubblicate da loro stessi, e persino We Can All Vandalz, un documentario composto assemblando circa un'ora e mezza di questi filmati.

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"Dal 2009 a oggi le metropolitane di Milano e Napoli sono state ostaggio di una delle crew più attive degli ultimi 10 anni, la WCA meglio conosciuta come We Can All," si legge nella presentazione del DVD, uscito nel 2012. "La voce di un DVD dei WCA era in giro ormai da tanto tempo, ora che la scena in subway è bella calda, è uscito. 101% adrenalina, tonnellate di pannelli, whole cars, end to end e azioni ignoranti. 100% subway milanese."

Secondo la stessa presentazione, il documentario—ormai esaurito—conterrebbe "più di 150 pannelli e più di 40 whole car" e sarebbe una specie di greatest hits delle azioni del gruppo. È anche molto esplicativo di come l'attitudine dei WCA sia sempre stata improntata al vandalismo puro e semplice e alla sfida costante alle autorità. Molte delle "nuove tecniche di vandalismo" citate dall'Associazione Nazionale Antigraffiti—secondo cui negli ultimi anni a Milano il fenomeno dei graffiti avrebbe preso "una netta deriva vandalica"—sono state importate in Italia proprio dai WCA, ad esempio usare l'acido cloridrico o lo spray al catrame per fare le scritte.

Una delle caratteristiche principali del vandalismo dei WCA è che è sempre stato intenzionale: i membri della crew, infatti, hanno le capacità e le competenze tecniche per fare street art vera e propria. Caps si è fatto le ossa facendo graffiti molto complessi in luoghi irraggiungibili come i cartelli stradali delle autostrade del nord Italia; mentre Siko, il fondatore della crew, per un certo periodo avrebbe collaborato con Luca Sforzini Arte, una galleria d'arte "in prima fila nella ricerca di talenti, giovani artisti emergenti e moderne forme espressive." Ho provato a contattare la galleria per saperne di più, ma al momento in cui scrivo non ho ricevuto risposta.

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Ma a parte queste forme di legittimazione artistica, per rendersi conto delle oggettive capacità artistiche dei WCA basta fare un giro per i forum di settore, che sono pieni di foto di loro pezzi fatte per la maggior parte da appassionati e fan. Anche il fatto che il loro DVD sia stato sponsorizzato dalla Montana—un'azienda americana che produce spray—e che le foto dei loro lavori e le loro interviste siano comparse spesso su riviste di settore conferma il fatto che non sono degli sprovveduti. Se lo fossero, tutto questo non sarebbe stato possibile—e soprattutto non avrebbero potuto dipingere in metropolitana e in ferrovia per più di un decennio. Sarebbero stati presi prima.

Anche perché non è un mistero per nessuno che da circa un anno a questa parte la situazione dei graffiti a Milano si sia fatta sempre più pesante. In occasione di Expo, infatti, la città ha dichiarato una vera e propria guerra aperta contro il fenomeno, con l'istituzione di una task force apposita e la

creazione

di una banca dati di graffiti e tag. Blitz notturni, perquisizioni in casa e sequestri di materiale si sono fatti sempre più frequenti, sono stati arrestati decine di writer e a molti di loro è stato addirittura

contestato

il reato di associazione a delinquere.

In questo contesto, l'operazione di lunedì contro i WCA è particolarmente importate, proprio per la caratura delle persone che vi sono rimate coinvolte. Si tratta pur sempre di alcuni dei writer più attivi ed esperti di Europa, che hanno alle spalle una grande esperienza internazionale e l'abitudine a "colpire" anche all'estero e in paesi dove leggi e regolamenti sono molto più restrittivi che in Italia. Il fatto che anche loro siano stati presi la dice lunga sul tipo di escalation dell'ultimo anno.

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Nel caso specifico dei WCA, praticamente tutte le testate che hanno riportato la notizia hanno insistito sulla droga sequestrata ai writer e sulle accuse di spaccio che gli sono state mosse, oltre che su presunti legami con la camorra. A quanto pare, infatti, durante le perquisizioni a casa dei due membri della crew poi arrestati sarebbero state ritrovate "27 piante di marijuana e diverse dosi di hashish già pronte per la vendita al dettaglio."

Secondo Antonio Barbato, il comandante della polizia locale di Milano che ha seguito l'inchiesta, questa avrebbe infatti "dimostrato una connessione con altre attività illegali. […] Dietro alle attività dei writer si nascondono fenomeni criminali più gravi come lo spaccio di sostanze stupefacenti." Su questo punto i titoli sono stati piuttosto enfatici: Repubblica ha parlato di una "crew di writer spacciatori," mentre altri giornali sono addirittura arrivati a ipotizzare che i WCA fossero una specie di banda criminale che si finanziava tramite lo spaccio e la vendita di DVD delle loro imprese.

Dei presunti "legami con la camorra" della WCA, invece, ha parlato il Corriere della Sera partendo dal caso di Pluto, un writer 36enne che gestiva un negozio di spray a Ercolano, finito in carcere nel 2013 nell'ambito di un'inchiesta sulla camorra vesuviana.

Pur essendo uno dei nomi meno noti della crew, Pluto era uno dei WCA più attivi sui social. La sua

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pagina Facebook

ufficiale, che ha smesso di essere aggiornata al momento del suo arresto, conta circa 3mila like e c'è anche

un gruppo

"Pluto Free" con circa mille iscritti. Dopo l'arresto molti suoi ex compagni di crew gli hanno dedicato diversi graffiti sulle linee della metropolitana di Milano, ed è stato proprio questo l'elemento utilizzato dalla stampa per ipotizzare "legami con la camorra" dei WCA. Ho contattato diversi writer per saperne di più, ma nessuna delle persone con cui ho parlato ha voluto esprimersi al riguardo.

A prescindere da questo, però, a Milano come altrove writer e graffiti sono sempre stati demonizzati. Basta farsi un giro negli archivi della cronaca locale per trovare articoli anche molto vecchi i cui toni ricordano in maniera impressionante i discorsi che si fanno oggi sulla questione del degrado/decoro. Nel 2012, per esempio, il Corriere della Sera aveva salutato l'arresto di Erpes, uno dei più noti writer milanesi, sottolineando come la sua firma "infetta e patologica" fosse presente su moltissimi treni della metropolitana di Milano.

In un vecchio articolo—comparso nel 2012 su una testata locale e ripreso proprio dall'Associazione Nazionale Antigraffiti—alcuni dei più noti writer milanesi vengono descritti come "un tossico" (Vomito), "un cocainomane psicopatico" (Reno) e "un borderline sbandato" (Humen). "Ci odiano, hanno il coltello in tasca, sono aggressivi," si legge nell'articolo, che conclude così: "sono fradici di birre, pasticche, acidi, piste. È la droga che li spinge ad arrampicarsi sulle impalcature dei palazzi o a incidere le vetrine per lasciare una scritta indelebile."

Dopo la conclusione dell'indagine, i membri della WCA denunciati e arrestati dovranno con ogni probabilità affrontare processi per associazione a delinquere, detenzione e spaccio di droga. Se siano effettivamente legati alla criminalità o se si tratti solo di coincidenze che sono state ingigantite in modo sensazionalistico, questa è un'altra questione ancora da chiarire. Sicuramente, mettere tutto insieme e calcare la mano solo su questo aspetto, come ha fatto la stampa nelle ultime ore, non aiuta nessuno a farsi un'idea chiara della vicenda.

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