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Martedì scorso è stato il giorno più caldo nella storia dell'Antartide

La scorsa settimana, nella Penisola Antartica si è registrata la temperatura record di 17 gradi—la più alta mai registrata nel continente di ghiaccio. È l'ennesimo segnale inquietante di un processo in corso.

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Jo Stewart.

La scorsa settimana, gli abitanti di molte zone degli Stati Uniti e dell'Europa hanno dovuto affrontare temperature molto rigide. Per quanto possa sembrare strano, per trovare un po' di sollievo si sarebbero dovuti recare nel posto più improbabile sulla faccia della terra: l'Antartide.

Martedì scorso, infatti, in alcune zone dell'Antartide si è registrata la temperatura record di 17° centigradi—secondo OGIMET, un organismo di monitoraggio climatico, è la più alta mai riscontrata in quella zona.

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Giusto per fare un paragone, nello stesso giorno a Washington e New York c'erano circa 7 gradi, a Londra circa 10 e a Milano circa 12.

Anche se gli scienziati raccomandano di non trarre conclusioni dall'osservazione di una singola anomalia climatica, la temperatura record registrata in Antartide martedì scorso rappresenta l'ennesimo segnale di un processo allarmante in corso da tempo nel continente di ghiaccio.

Secondo un nuovo studio pubblicato da Science, in certe zone del continente l'estensione delle calotte di ghiaccio sarebbe diminuita anche del 18 percento negli ultimi 18 anni. Secondo il ricercatore Fernando Paolo dello Scripps Institute of Oceanography di San Diego, il riscaldamento degli oceani ha provocato lo scioglimento di masse di ghiaccio sempre maggiori.

"È indubbio che il calore dell'acqua sia aumentato, e quest'aumento sta causando lo scioglimento dei ghiacci," ha detto Paolo a VICE News. "Inoltre, c'è un certo ritardo nel tempo di risposta dell'ambiente a questo cambiamento. Per cui, anche se le condizioni di partenza cambiassero ora, le cose continuerebbero ad andare così per almeno vent'anni."

In più, sempre secondo questo nuovo studio, il livello degli oceani sta continuando a salire—è questo ciò che ha detto a VICE News Doug Martinson, professore del Lamont-Doherty Earth Observatory della Columbia University

Lo studio, che prosegue sulla scia delle ricerche procedenti sulle calotte antartiche, è il risultato di una raccolta dati iniziata nel 1994 e durata 18 anni. Paolo ha fatto notare come da esso si evinca che la maggior parte dello scioglimento è avvenuta tra il 2003 e il 2012.

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"Si vede chiaramente che c'è stata un'accelerazione cospicua del processo di scioglimento," ha detto Paolo parlando delle calotte antartiche. "Un'altra cosa importante che si nota è che il volume di alcune calotte aumenta e diminuisce molto nell'arco del tempo. Per cui, guardando al breve termine, non si nota il processo più generale in corso.

Secondo Paolo, anche la temperatura dell'aria nella Penisola Antartica—dove si è riscontrata la temperatura record della scorsa settimana—ha un grave effetto sullo scioglimento dei ghiacci. Per cui, sbalzi di temperatura di questo tipo potrebbero certamente essere un segnale d'allarme.

"Sulla Penisola Antartica è in funzione una stazione meteorologica, perciò siamo in grado di identificare le responsabilità del meteo su questi cambiamenti," ha detto Paolo.

Nonostante questo, stando quanto afferma Hugh Ducklow—anche lui professore al Lamont-Doherty—la responsabilità di uno o due giorni di caldo eccezionale non può essere direttamente attribuita al riscaldamento globale. Ducklow ha invitato a non trarre conclusioni affrettate dalla notizia dei 17° riscontrati in Antartide.

"Non credo che si possa attribuire al riscaldamento globale la responsabilità di un singolo evento isolato. Sarebbe come attribuire al riscaldamento globale la responsabilità della prossima ondata di caldo o il prossimo uragano che colpisce New York," ha detto Ducklow a VICE News. "Un clima più caldo aumenta la probabilità che si verifichino giornate in cui la temperatura è più alta, ma questi singoli eventi non sono 'causati' dal riscaldamento globale."

Quale che sia la temperatura dell'aria, è quella dell'oceano ad influenzare maggiormente lo scioglimento delle calotte antartiche, ha spiegato Martinson.

"La temperatura dell'acqua ha influenza cento volte maggiore sullo scioglimento delle calotte polari rispetto a quella dell'aria," ha detto Martinson, parlando della capacità dell'oceano di sciogliere i ghiacci dell'Antartide.

"L'oceano infatti assorbe il calore come una spugna, e rilascia poi una parte consistente del calore che ha assorbito. Il calore così rilasciato scioglie la parte inferiore dei ghiacci," ha detto Martinson, spiegando che tale fenomeno può avere come conseguenza un grande aumento del livello degli oceani. "Non mi piace usare l'espressione 'scenario apocalittico' ma è esattamente quella la direzione in cui stiamo andando."

Segui Meredith Hoffman su Twitter: @merhoffman