Foto delle case di studenti cinesi che vivono in Italia

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Foto delle case di studenti cinesi che vivono in Italia

Chiunque abbia vissuto in una città "universitaria" avrà incontrato qualche studente cinese. Abbiamo chiesto agli studenti cinesi di Perugia come sono arrivati, cosa pensano dei ragazzi italiani e cosa fanno per divertirsi

Nonostante io abbia un gran debole per la cucina cinese e al mio ristorante preferito sia arrivato a ordinare "il solito", credo che fino a poco tempo fa sia stato questo l'unico legame che avevo con la comunità cinese in Italia. In effetti, per quanto i cinesi che vivono in Italia siano molti e i tassi di immigrazione continuino a salire—almeno secondo l'ultimo Rapporto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in Italia—la comunità cinese è all'ultimo posto per numero di cittadinanze richieste, e tutto ciò che la riguarda continua a essere circondato da uno spesso strato di stereotipi.

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Nella mia vita quotidiana da studente a Perugia—sede di una delle università per stranieri più grandi d'Italia—la presenza cinese si manifesta però anche in altro modo: attraverso il gran numero di studenti che molto spesso sono in Italia soltanto di passaggio, e che vedo per lo più in gruppo a lezione e in mensa.

È stato proprio in una di quelle occasioni, notando come nessuno avesse un'idea anche solo vaga sul loro conto, che ho cominciato a chiedermi: cosa penseranno della loro vita italiana i giovani cinesi che studiano qua? Dopo essere riuscito a convincere (non senza fatica) alcuni studenti, ho pensato che valesse la pena andare a casa loro per farmi raccontare come se la passano, che difficoltà incontrano nel quotidiano e quali sono le differenze culturali più forti che hanno provato. Una di loro mi ha cucinato il pranzo e sono stato felicissimo.

AYAN, 25 ANNI

VICE: Raccontami chi sei, cosa fai e come mai hai scelto proprio l'Italia.
Ayan: Studio scultura, i miei mi sostengono economicamente dalla Cina. Lì non frequentavo l'università, ho iniziato qua in Italia. Prima sono stato a Firenze per due mesi, e poi mi sono trasferito a Perugia: mi piace di più come città, è più tranquilla, ci sono meno persone e meno situazioni di panico, anche se Firenze è bellissima.

Mi piace l'Italia, è completamente diversa dalla Cina, ma mi trovo bene lo stesso. In effetti non sapevo nulla dell'Italia prima di venire qui, l'ho scelta per cambiare totalmente ambiente. In più, rispetto ad altri paesi europei costa molto meno.

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Da quant'è che non vedi i tuoi genitori?
Sono tornato a casa l'ultima volta quasi un anno fa. Il biglietto aereo è abbastanza caro, non sempre ce lo possiamo permettere, ma come tutti vivo bene la mia vita da solo. Una volta finiti gli studi, però, vorrei tornare vicino a Shanghai, da dove vengo.

Ti piace l'ambiente in cui studi?
Sì, non è male. Come qualsiasi studente ho dei corsi che mi piacciono e altri che mi annoiano a morte, come Fenomenologia. Mi piacerebbe, in realtà, concentrarmi più su ambiti diversi, per esempio sull'animazione stop motion e virtuale tridimensionale.

E la vita fuori dall'università, com'è? Molti studenti vivono gli scambi culturali anzitutto come un'occasione per farsi nuovi amici e fare festa. Tu la vivi così, o pretendi di più da te stesso proprio perché sei andato a studiare all'estero?
Non esco molto, preferisco rimanere a casa e focalizzarmi sui miei studi e su quello che vorrei fare in futuro. Non mi piace molto uscire, mi spaventa parecchio, a volte mi vengono anche delle specie di attacchi di panico. Certo ho conosciuto nuove persone, nuovi amici, ma in generale preferisco stare a casa e fare quello che mi piace.

Nuovi amici anche italiani?
In genere sto con gli altri cinesi, ma spesso, come ti dicevo, non esco proprio.

Hai mai avuto una fidanzata italiana?
No, ne avevo una in Cina e ci stavamo per sposare—sono venuto qui in Italia proprio per scappare da questa situazione.

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ALICE CHEN, 22 ANNI

VICE: Da dove vieni e cosa fai qui in Italia?
Alice: Da Chongquing [nella Cina centro-meridionale], mentre qui in Italia studio pittura all'Accademia di Belle Arti.

Lavori anche?
No. Sono molto impegnata con i miei studi e a trovare il tempo per rilassarmi. Una volta ho provato a lavorare: avevano aperto un nuovo ristorante cinese vicino casa. Sono andata a fare una prova, ma i ritmi dei ristoranti cinesi sono stressanti e fare la cameriera non fa per me. Preferisco dedicare più tempo allo studio.

La tua vita qui è molto diversa da quella che facevi in Cina?
No, non molto: vado a fare spesa al supermercato, prendo il tè o il caffè nel pomeriggio, gossip tra amici—nessuna grande differenza eccetto l'aspetto della città e delle facce europee. La cosa che mi manca di più della Cina è sicuramente il cibo, anche se quello italiano è buonissimo.

E ti senti integrata?
Sì, esco la sera, vado ai concerti, al pub, in discoteca. Realizzi di esserti integrato solo quando esci dal circolo degli amici cinesi e inizi a conoscere persone con una cultura diversa dalla tua, con prospettive e gusti differenti in fatto di musica, vita, arte. Anche se devo dire che tra i ragazzi cinesi ho visto poca voglia di comprendere le differenze, e piuttosto una tendenza a rimanere a casa a guardare serie tv o giocare ai videogiochi.

Cosa ti piace della tua vita qui?
Mi piace molto avere la possibilità di conoscere artisti e musicisti e parlare con loro, qua è molto più facile. Puoi bere una birra con le piccole band indipendenti che vengono a suonare nel pub, molto spesso penso anche che dicono cose di cui io non ho mai sentito parlare—è molto bello. E credo che qui la gente abbia gusti migliori in fatto di musica e arte rispetto alla Cina. Poi, le persone qui pensano e parlano un sacco! Quindi sì, direi che mi piace conoscere la diversità.

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ZI ANG TANG, 24 ANNI

VICE: Da che parte della Cina vieni?
Zi Ang Tang: Da una città piccola del nord, abbastanza vicina a Pechino e al Fiume Giallo.

Come mai hai scelto di venire in Italia? Avevi delle idee sull'Italia che ti hanno spinto a venire qui?
Sono venuto subito dopo che mi sono diplomato, ho scelto di venire in Italia perché mi piace tantissimo il calcio, e l'Italia ne è la patria. E poi in Cina l'Italia è molto sponsorizzata come scelta universitaria, perciò sono venuto qui per studiare economia—anzi, ho scelto qui cosa studiare.

Come ti trovi nell'ambiente universitario italiano?
Bene, diciamo che al momento sto anche seguendo le lezioni di italiano all'università degli stranieri, quindi non mi è semplice riuscire a frequentare pure quelle della mia facoltà.

E che mi dici del dormitorio dove stai?
È la mia casa, se così posso chiamarla—ed è una casa economica. Me l'ha passata l'università ma non mi dispiace, ho i miei spazi per fare quello che mi va. E poi posso sempre cambiare.

Hai conosciuto tanti italiani nel tempo che hai passato qui?
Abbastanza. Noi cinesi non abbiamo molta iniziativa nel fare nuove amicizie, poi non è semplice, ancora non so bene l'italiano, quindi relazionarsi diventa più difficile e comunque ci sono un sacco di pregiudizi da parte degli italiani nei nostri confronti, e la cosa un po' mi blocca.

Perciò la sera con chi esci di solito?
Con i miei coinquilini, sono cinesi anche loro, li ho conosciuti qui. E quando esco con loro, a parte per l'ambiente intorno, mi sembra di essere in Cina. Ho anche qualche amico italiano che ho conosciuto all'università, mi trovo bene con loro e stare insieme a loro mi spinge a cercare di parlare italiano.

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E che mi dici delle magliette dell'Inter? Sei un tifoso?
Sì! Da parecchio, già da quando stavo in Cina [ride]. In Italia posso seguire le partite e il campionato con tranquillità. Sono anche riuscito ad andare allo stadio, poi ho comprato su internet una maglia autografata da Milito—quella lassù.

Negli ultimi anni però l'Inter non ha giocato benissimo…
Sì, ha fatto un po' schifo.

ISA LUK, 24 ANNI

VICE: Ciao Isa, li hai fatti tu questi quadri?
Isa: Sì, sono dei miei dipinti. Studio arte qua in Italia.

Belli. Ti trovi bene qui?
Non molto.

Perché?
Mi sento un po' a disagio e non ho trovato molti amici. Solo dopo aver iniziato a lavorare in un negozio di dischi qualche mese fa (ma non mi ci pago nemmeno da bere con quello che guadagno, figurarsi l'affitto) ho iniziato a conoscere persone e uscire di casa—ma sono anni che vivo qua.

Non hai nemmeno mai pensato di trovarti un fidanzato italiano?
No, c'è qualche ragazzo italiano che mi piace, ma in generale non ne sono molto attratta. Non mi piacciono molto gli italiani. Stanno con te, ma in realtà continueranno sempre a pensare ad altre ragazze.

Perché in Cina invece come funziona? Ci sono altre differenze di questo tipo tra italiani e cinesi?
Ce ne sono, ma non così tante tra i giovani. I giovani cinesi si divertono a guadare filmati orrendi e a comprare robe idiote, mentre non mi pare che gli italiani lo facciano così spesso. E poi in Italia l'arte è considerata una cosa seria, mentre in Cina no, è per questo che me ne sono andata. Alla gente là non importa più niente della cultura, gli importano soltanto i soldi. L'Italia è un bel posto per studiare e imparare. Un'altra differenza sta nel fatto che i cinesi sono spesso chiusi verso nuove esperienze e tendono a pensare tutti nello stesso identico modo.

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Mi hai detto che lavori in un negozio di dischi. Che roba ascolti?
Shoegaze, dreampop, post-punk. Ma anche jazz, un po' di tutto a dir la verità. Poi mi diverto un sacco ad ascoltare il pop italiano, lo trovo veramente ridicolo.

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