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Le reazioni al gol di Eder durante Italia-Svezia

Martins Citadin Eder era, fino a qualche ora fa, probabilmente il giocatore più odiato di tutta la rosa di Antonio Conte. Ma dopo Italia-Svezia, il parere su di lui è necessariamente cambiato. Non sempre in meglio.

Martins Citadin Eder era, fino a qualche ora fa, probabilmente il giocatore più odiato di tutta la rosa di Antonio Conte. Se infatti per Thiago Motta, reo di indossare la maglia numero 10, c'era qualche timido sostenitore, per l'attaccante dell'Inter il giudizio sembrava unico e inequivocabile: pippa.

L'ex giocatore della Sampdoria, infatti, arrivava da un 2016 con un solo gol ad aprile e in molti—fino a una manciata di secondi prima del goal che ci ha permesso di qualificarci agli ottavi nella partita contro la Svezia—non si spiegavano la sua presenza fissa nel duo d'attacco titolare.

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Per i primi 87 minuti di Italia-Svezia, escluso qualche veggente illuminato, abbiamo pensato che fosse una partita di passaggio. Che ancora una volta avremmo avuto modo di sfogare la nostra rabbia repressa sull'attaccante dell'Inter, che fino ad allora avevamo vissuto come presenza costante in ogni zona del campo in condizioni che variavano dal confuso al moscerino schiacciato contro il finestrino (dove per finestrino si intende Zlatan Ibrahimovic).

Com'è ovvio, dopo che il pallone è entrato in rete, il giudizio in merito a Eder di tutti noi è cambiato. Non necessariamente in positivo, ovviamente. Ecco come.

"EDER COME BAGGIO"

Questo personalmente è il mio preferito, e pertanto lo metto in apertura. Nell'ultimo periodo sui social network siamo stati invasi da un'ondata di nostalgia calcistica di proporzioni mai viste. Tra foto di Simone Barone e hashtag #machenesanno, il 75 percento della platea dei tifosi calcistici ha ribadito la superiorità dei bei tempi andati e che mai ritorneranno.

Per cui è abbastanza singolare che la prima reazione al gol di Eder sia un paragone con Roberto Baggio, uno dei mostri sacri citati per difendere il numero 10 dall'onta (?) di essere sulle spalle di Thiago Motta.

Michele Gazzetti, giornalista della Gazzetta, ha subito postato il video del goal di Baggio a USA 94 su Twitter, mentre il giornale in cui lavora gli faceva seguito con il titolo "

Eder, è un goal alla Baggio

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".

Gol di — Michele Gazzetti (@MicheleGazzetti)17 giugno 2016

La speranza è che le analogie si fermino qui o che, in ogni caso, a Eder non tocchi nessun tipo di rigore decisivo.

CHI PERSISTE NELL'ODIO

Ci sono molti motivi per continuare a odiare Eder. Il primo potrebbe essere quello che vedrebbe l'attaccante vivere di rendita da qui alla fine del calciomercato, condannando così in qualche modo i tifosi dell'Inter a vedersi spacciato l'italo-brasiliano come "nuovo acquisto" e/o "rinato", con la speranza che la prossima stagione sia meglio di quella appena passata.

Il motivo principale è, ovviamente, il continuare a promuovere la propria idea, senza che i fatti la scalfiscano minimamente.

Siamo partiti come Nazionale più scarsa di sempre?

Così rimarremo, qualsiasi sia il risultato finale.

Ci sono anche motivi più stupidi, ovviamente: è un oriundo, quindi non cento percento italiano, è dell'Inter, che storicamente non ha fornito un gran numero di giocatori alla Nazionale. E chi non riesce ad odiare Eder odia Mancini, colpevole di non aver aiutato a farlo esprimere al meglio.

I BATTUTISTI

In realtà non è una reazione esclusiva al gol di Eder, ma essendo particolarmente frequente merita di essere inserita. La battuta più gettonata è senza dubbio quella che accomuna la data, venerdì 17, al numero di maglia, il 17 appunto, che per i più audaci vede estendere la coincidenza anche all'orario.

Venerdì 17, alle 17 meno 17, — Lunedi (@Lunedi74)17 giugno 2016

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Poi le battute diventano di vario tipo, da chi trova il modo di infilare un altro trend come quello di Silvio Berlusconi, ai sempre attivi paladini dell'instant marketing, che come in ogni altra occasione non tardano a lanciarsi nella gara al claim più virale.

Ecco le istruzioni per rimontare la porta — Carrefour Italia (@CarrefourItalia)17 giugno 2016

WHOTHEFUCKISEDER?

Uno dei commenti più frequenti subito dopo il gol è stato quello dei non italiani che, a quanto pare, non avevano la minima idea di chi fosse Martins Citadin.

Italia just make me cringe,who the fuck is Eder?Id have rather seen Balotelli who's scored a solid 2 goals in two years of league football

— FrancisJKiffin (@francoisss101)17 giugno 2016

Anche su

The SPORT Bible

, piuttosto di mettere una foto del solo Eder, hanno optato per una generica foto di gruppo con una didascalia altrettanto generica, senza dare la gioia all'attaccante di essere finalmente protagonista neanche questa volta. In sostanza, al povero

Eder non è bastato un forte interessamento del Leicester

quest'inverno per far breccia nei cuori e nei taccuini dei più pigri degli appassionati di calcio stranieri.

GLI ESALTATI La verità è che non avere avuto aspettative alla vigilia dell'Europeo può rivelarsi la più grande goduria di tutta la competizione. Da zero che era prima della vittoria con il Belgio, l'hype intorno alla squadra di Conte per alcuni dei tifosi è ora alle stelle.

Il riassunto più efficace del perché in molti abbiano già prenotato i biglietti per assistere dal vivo alla Finale è poi quest'intervista di Giaccherini, già eroe della prima partita. Ora non resta che aspettare di vedere il raggiungimento del massimo grado di esaltazione nella prossima partita-passerella contro l'Irlanda, quando magari segnerà un altro degli under-rated, tipo Parolo.

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