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Quando sfondarsi tutti i venerdì di alcol e droga diventa troppo

Bere e drogarsi nell'ambiente delle "industrie creative" in cui lavoro non sono mai stati un problema. Ma dopo 11 anni mi sono reso conto che, seppure tutto questo non mi stava uccidendo, stava rendendo la mia vita una merda.

Dovrei cominciare dicendo che odio la gente che sui giornali della domenica scrive delle proprie (non così interessanti e anzi piuttosto moderate) scelte di vita. È la massima iterazione di un sacco di cose orribili: l'annusarsi il culo, il credersi troppo importanti e il fatto che i media sono gestiti da panzoni viziati senza un solo problema al mondo.

Certo, quel paragrafo era per dire che sto per produrmi in 2.000 parole sul fatto che ho smesso di bere perché stavo iniziando a esagerare. Quindi, scusatemi. In compenso, vorrei che questa mia storia fosse un po' più ampia, e che si addentrasse a considerare le stupide idee della vita che hai da giovane per smitizzarle, in modo che tutti possiate trovare una vera strada verso la felicità.

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Ho bevuto il mio ultimo cocktail alle tre del mattino del 15 giugno a un festival metal nelle Midlands. Dovevo scriverne per lavoro, ma pioveva e avevo un sacco di coca e un camper, perciò sono rimasto seduto lì dentro e ho finito la coca e ho ascoltato una sola playlist di Chief Keef sull'iPhone con i miei amici per tutto il weekend. È stato molto divertente, non si discute. Allora pensavo da un po' che era giunto il momento di smettere di essere una persona disgustosa, e pensavo che una quattro giorni a fare ancora più schifo del solito fosse un buon inizio. Mi sono divertito, ma alla fine del weekend ero abbastanza certo che non ne potevo più.

Da quando ho deciso di ripulirmi vedo un analista. Un analista che sembra pensare che avessi un problema—ma penso debba dirlo. Conosco un sacco di persone davvero dipendenti, tossici e gente che va all'Alcolisti Anonimi, e ho partecipato a molti funerali di amici che c'erano veramente sotto (ed è per colpa loro che mi sento uno di quegli scemi con "i loro problemucci" che scrivono articoli sui suddetti giornali). Se io ero un alcolizzato e un tossico, allora tutte le persone che conosco nelle grandi città e in quella che viene orribilmente chiamata "l'industria creativa" sono alcolizzati e tossici. Certo, bevevo molto e almeno tre o quattro volte alla settimana finivo a urlare cazzate ai miei amici per strada; certo, spendevo un sacco di soldi in cocaina, stavo sveglio fino alle 10 della mattina del sabato e passavo il resto del mio weekend in preda a paranoia e depressione; certo, ho lasciato che il mio lavoro, le mie relazioni e la mia salute andassero in vacca per questo motivo. Ma non è quello che fanno "tutti"? Fa parte del divertimento! E poi, il nichilismo è un'arma vincente con gli amici: "Ieri sera ho speso tutti i miei soldi in bamba e mi hanno tirato un pugno in faccia" è una storia pazzesca.

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La differenza fra me e le altre persone che bevono e si drogano quanto facevo io—ma che rimangono persone felici e funzionali—è che per me il nichilismo è sempre stato tutto. Sono stato un adolescente arrabbiato, molto idealista e pieno di passione (principalmente per il punk e le ragazze), ma quando sono arrivato ai vent'anni è successa una cosa: ho avuto uno strano episodio depressivo, sono stato ricoverato e in seguito a questo ho smesso di credere in qualsiasi cosa—relazioni, lavoro, politica, futuro. Mi sembrava che nulla fosse importante, che nulla valesse la pena di essere fatto. A un livello inconscio sono sicuro che sia dovuto al mio essere un viziatello che non vedeva traguardi a breve termine in quei campi. Quindi ho iniziato a fregarmene per difesa. Ma allora mi sembrava di aver sviluppato un punto di vista salutarmente scettico sulla vita. Dato che avevo vent'anni, però, il tutto è subito naufragato in uno scetticismo non salutare.

A peggiorare quelle vibrazioni negative c'era il fatto che sulla carta ero anche abbastanza bravo nell'essere morbosamente scettico. La gente aspettava con l'acquolina le mie cattivissime recensioni di dischi (quando ancora avevano senso di esistere) e le altre cose divertenti e perfide che scrivevo, in cui di base facevo a pezzi gruppi, idee e persone dicendo che non avevano senso, perché la mia convinzione era che non esistesse un senso e quindi tutto fosse vano. Il fatto che a qualcuno piaccia come scrivi e cosa scrivi ti fa sentire valido: mi sono convinto ancora di più di saperla lunga e ho continuato a fare quello che ho sempre fatto. E tutto questo è successo quando avevo 21 anni, quindi 11 anni fa.

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L'autore.

Se nulla ti importa e la vita è una barzelletta, l'alcol e le droghe servono a due scopi: sono un modo divertente per rompere la vasta distesa di grigio che è la vita se la vedi attraverso le lenti del menefreghismo; e sono un modo semplice per autodistruggersi in maniera composta e divertente. Non il genere di autodistruzione del suicidio; ma più il genere di autodistruzione di cui è divertente parlare la mattina dopo.

Se bevete e vi drogate in questo modo per un certo periodo di tempo, non vi succederà nulla di davvero grave—non morite, non vi ammalate gravemente, non perdete gli amici (un po' sì, ma non proprio) e non ricevete nemmeno chiamate preoccupate da vostra sorella; semplicemente continuate così. La vita non cambia molto, in meglio o in peggio: siete in stasi: in una malmostosa, ubriacona, antipatica, inefficiente stasi.

Ed è la stasi che ti fa precipitare.

Così, sono precipitato. Sono sempre stato un ragazzo abbastanza depresso, ma nei tre anni precedenti ero stato sotto psicofarmaci, mi ero sbronzato fino a non ricordarmi più nulla, avevo avuto hangover di tre giorni, attacchi di panico, overdose di coca ed episodi di paranoia. Non c'è mai stato un singolo momento in cui ho pensato di smettere (rompermi la caviglia per aver cercato di saltar giù dalle scale in MDMA ed essere stato sottoposto a un intervento di sette ore a 31 anni avrebbe dovuto fungere da campanello d'allarme, ma penso di essermi fatto un grammo la settimana dopo). Comunque, credo che la vanità abbia avuto un peso importante alla fine—ho iniziato a sembrare vecchio, trasandato, sciatto e triste nelle foto, e non volevo essere né apparire così.

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"Il peggio in cui mi sia mai trovato—dieci giorni costantemente drogati, dopo aver preso due pugni in faccia." Texas, 2011

Poi sono andato al festival metal e alla fine del festival ho smesso. Dopo che ho smesso ho incontrato persone che mi hanno detto di volerlo fare anche loro, ma di non sapere come. Se sei un vero drogato, non so come aiutarti—non è il mio caso: non c'era alcuno sballamento chimico nel mio corpo che mi costringesse a bere e a drogarmi; per essere proprio chiaro, le prendevo perché volevo farlo e volevo divertirmi—se vi riconoscete in questo, posso dirvi quello che ho fatto io e forse vi sarà d'aiuto.

Ho fatto questo: mi sono detto—e ho detto ai miei amici—che mi stavo prendendo una pausa, e che sarebbe durata tre mesi. Ho detto tre mesi per non pensare che sarebbe stato per sempre e perché così ogni volta che vedevo la pubblicità di una birra o sentivo una storia divertente su qualcuno fatto potevo sempre dirmi, "Va be', tanto tra qualche mese potrò farlo di nuovo anche io," e questo mi teneva calmo. L'ho detto a tutti i miei amici, che mi sarei preso una pausa, perché così mi sarei troppo vergognato a infrangere la promessa. E poi ho semplicemente smesso di bere. I tre mesi sono passati e non volevo più tornare indietro.

Sono rimasto sorpreso del fatto che dopo un paio di settimane di relativa (terribile, debilitante, nauseante) ansia che mi scoppiava in situazioni sociali in cui non conoscevo molte persone, le cose si sono messe bene. Credo che le prime settimane siano state le più difficili, ma avevo ancora fresco in mente il ricordo del festival metal a chiarirmi perché lo stavo facendo. In questo senso sono stato fortunato. Se mi preoccupo, la lista dei possibili problemi indotti dall'abuso di alcol su Wikipedia mi è di conforto. Ma la cosa che maggiormente mi ha aiutato a non bere o non drogarmi è stata la differenza tra la vita così e quella di prima.

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Quando ho smesso, parte di me sperava che il cambiamento non fosse drastico. Così, tutto si sarebbe rivelato un esercizio inutile e non avrebbe avuta molta importanza se il mercoledì successivo mi sarei fatto di nuovo una striscia. Purtroppo, i cambiamenti nella mia vita sono invece stati estremamente positivi, per cui sapevo che gettare la spugna e tornare a distruggermi sarebbe stato sbagliato.

L'autore pulito da più di tre mesi.

Ci è voluto circa un mese perché mi si schiarisse del tutto la testa, ma quando è successo ho percepito un'enorme differenza, fisica, nei miei umori e nelle mie capacità mentali. Pensavo più in fretta e con molta più chiarezza. Sul lavoro sono immediatamente migliorato, come sono migliorate le mie capacità di conversazione e di articolare i sentimenti. L'umore è migliorato e sono diventato meno impulsivo, meno influenzabile e più fiducioso in me stesso e nelle mie convinzioni. Ho ricominciato a credere nelle cose—che è un gran traguardo. Ho ricominciato ad avere fiducia in qualcosa—nei miei amici, nelle mie idee e nel mio lavoro. Faccio cose decenti tutta la settimana e nei weekend. Mi sono impegnato nei miei hobby, ho iniziato a fare foto e a tatuare i miei disegni. Mi ricordo di chiamare mia madre, faccio il bucato, sono dimagrito, mi sono messo in forma e sono diventato più simpatico. Ho smesso di odiarmi. Sono meglio di com'ero—chiedete a uno qualunque dei miei amici. Sto crescendo. Ciò che è realmente accaduto è che ho potuto riorganizzare una serie di pensieri che mi ronzavano in testa. Penso di aver finalmente demolito il nichilismo—o perlomeno l'ho trasformato in una battuta e non in un modo di vivere. L'alcol, il nichilismo e le droghe erano ormai un fascio unico, e ora non lo sono più.

Credo che ognuno abbia in sé cose negative. Vale la pena cercare di capire cosa sono e controllare che non ti stiano fottendo mentre nemmeno te ne accorgi. Non so se berrò o mi farò di nuovo. Forse tra qualche anno, forse no, forse ho già dato tutto quello che potevo. So per certo che fermarmi ora mi ha permesso di uscire da un ciclo autodistruttivo che durava da oltre un decennio.

Sto cercando di dire che il tutto è stato un grande passo per la qualità della mia vita. Non che adesso sia perfetta—ci sono ancora molte cose su cui devo lavorare, ma se avessi continuato non mi sarei mai accorto di avere cose su cui dovevo lavorare. Non posso negare che mi manca fare casino con gli amici, ma la mia vita è incommensurabilmente meglio senza droghe e alcol, anche se non avevo un problema problema—forse non sono stato abbastanzachiaro. Non credo importi che non mi stavo direttamente uccidendo; ero un miserabile e adesso non lo sono più.

L'infelicità era di per sé una ragione sufficiente per smettere e se vi sembra che l'alcol e le droghe vi rendano infelici dovreste fermarvi un secondo a riflettere. Non lo so; non ho mai scritto nulla di così serio in vita mia e francamente non so come chiudere questo pezzo senza sembrare un moralizzatore. Sto solo dicendo che se pensi di essere triste, cerca di capire perché lo sei, smetti di fare la cosa che ti rende triste e, con un po' di fortuna, le cose andranno meglio.

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