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La guerra spiegata a un bambino di sei anni

Zachary Gallant sta cercando di spiegare la guerra ai bambini tramite un libro di filastrocche illustrate, una sorta di Dr. Seuss con più violenza etnica e Kalashnikov.

Qualche tempo fa il cugino di Zachary Gallant, un bambino di sei anni, ha rivolto al nonno una di quelle classiche domande esistenziali che fanno a volte i bambini: Nonno, perché esiste la guerra? La domanda è stata rimbalzata a Gallant, che da otto anni lavora in zone colpite dalla guerra e che all'epoca era appena tornato dalla Ex Jugoslavia. Gallant passa quindi la maggior parte del suo tempo a pensare alle guerre, a perché accadono e a come si possono evitare. Ma solo in quel momento ha capito che spesso i bambini, anche quelli che non vivono in paesi afflitti dalla guerra, sono esposti a immagini di violenza, e che per un adultp può risultare complicato spiegare cos'è la violenza e quali sono le sue cause.

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"Perché esiste la guerra è una domanda a cui non si riesce mai a rispondere veramente," ha detto Gallant a VICE. "È impossibile rispondere in quelle poche parole che di solito i genitori usano per rispondere a domande come questa. E a scuola non ti insegnano di certo perché esiste la guerra. O almeno, a me non l'hanno spiegato."

Questa conversazione ha fatto venire un'idea a Gallant: ha deciso di usare la sua esperienza per creare un nuovo strumento in grado di aiutare i bambini a comprendere la guerra e aiutare i genitori ad affrontare il discorso sulla complessità dei conflitti con i più piccoli. Ha pensato che il modo migliore per farlo sarebbe stato quello di servirsi di rime baciate e illustrazioni: un tipico libro per bambini, solo con più violenza etnica e più Kalashnikov, intitolato War: A Children's Book.

"All'epoca stavo lavorando in una comunità multietnica nel nord della Serbia," ha detto Gallant riguardo alla sua decisione di utilizzare una prosa cantilenante per riuscire a reggere una delle più complesse conversazioni che si possano avere con un bambino.

"L'odio etnico qui viene comunicato in modo semplice, con quel tipo di storielle che si raccontano ai bambini. Indipendentemente dal fatto che i genitori siano schierati e non presentino una visione neutrale, il miglior modo per parlare dell'odio è la semplicità. E penso che dovrebbe esistere anche qualcosa che spieghi l'opposto—non tanto l'amore, quanto una modalità relazionale non basata sul conflitto—attraverso la stessa semplicità e la stessa struttura a filastrocca."

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Gallant ha realizzato la bozza del libro nell'arco di una sola notte. Ma ha passato mesi a rielaborarla, a modificare e revisionare il progetto, con l'aiuto di un gruppo di collaboratori in continua crescita—da un illustratore che aveva lavorato con lui nei Balcani ad autori di libri per bambini e insegnanti a figli di amici. Ci ha raccontato di aver fatto il possibile per realizzare un libro non schierato, che non condannasse i soldati ma che al tempo stesso non promuovesse né la guerra né il pacifismo, il tutto attraverso una filastrocca pensata per bambini dai sei anni in su.

Ora Gallant e i suoi collaboratori hanno lanciato una campagna su Kickstarter e hanno intenzione di distribuire gratuitamente il libro nelle biblioteche, nelle scuole e alle organizzazioni di pace.

Se tutto va come dovrebbe il libro uscirà ad agosto. Nel frattempo Gallant ha deciso di diffondere gratuitamente le bozze del libro per aiutare le famiglie che vogliono spiegare ai loro figli la strage di Charlie Hebdo. Leggere queste bozze è un vero e proprio viaggio attraverso rime dure e dirette in cui i temi classici dell'infanzia si intrecciano ai riferimenti alla situazione contemporanea.

Sfogliando il libro di Gallant, può risultare difficile capire che impatto avrà sui bambini. Alcuni ritengono che le analogie siano il metodo migliore per aiutare i bambini a capire le realtà di un conflitto senza dover conoscere anni e anni di dettagli storici. E Gallant ci è riuscito molto bene. Secondo alcuni però per i bambini può essere molto complicato capire concetti astratti come quelli esposti da Gallant. In più, è importante rispondere direttamente alle domande dei bambini e non sommergerli con troppe informazioni e immagini che potrebbero traumatizzarli.

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Molti degli insegnanti a cui è stato sottoposto il libro l'hanno trovato semplice ma comprensibile e per niente banale. Dal canto suo, Gallant ritiene che i bambini di oggi scoprano già la realtà della guerra tramite i notiziari, per cui è difficile traumatizzarli con delle filastrocche e delle illustrazioni. Vorrebbe che i genitori leggessero il suo libro ai loro figli, così da poter fornire un contesto a ciò che vi è narrato e rispondere alle domande dei bambini. Tuttavia, non ha idea di come far sì che questo avvenga una volta che il libro sarà sfuggito al suo controllo, arrivando sugli scaffali di biblioteche e librerie.

"Un equilibrio perfetto tra educare e spaventare non esiste," ha ammesso Gallant. "Al tempo stesso, credo che sia meglio correre questo rischio che non avere un supporto nella spiegazione di certe tematiche. I bambini entrano comunque a contatto con la guerra; penso che, anche se magari la mia non è l'introduzione perfetta al problema perché non avviene con il supporto del genitore che parla—credo che sia sempre meglio avere una spiegazione che non averla."

"Il testo ha sempre bisogno di continui ritocchi," ha continuato Gallant. "È uno dei motivi per cui ho voluto distribuirlo gratis. Molte persone l'hanno letto e mi hanno detto, 'Mi piace, io lo farei così e così.' Il risultato è che abbiamo trovato un sacco di volontari pronti ad aiutarci a modificare il testo."

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Dato che ci stavamo ancora chiedendo se il libro avrebbe funzionato, qui a VICE abbiamo deciso di inviarne le bozze ad alcuni esperti che non fanno parte della squadra di Gallant. Abbiamo chiesto a Stephen Mooser, autore di più di 60 libri per bambini e presidente dell'Associazione autori e illustratori di libri per bambini, se crede che lo stile e l'impostazione del testo siano adatti ai bambini. Abbiamo contattato anche James Garbarino, professore di pedagogia all'Università di Chicago e autore di Let's Talk About Living in a World with Violence, un libro che cerca di spiegare l'idea di guerra mondiale ai bambini, per capire se un bambino è in grado di assimilare il libro di Gallant senza traumi.

"Le rime sono difficili," ha detto Mooser. "Non sono tutte corrette da un punto di vista metrico e questo potrebbe in qualche modo distogliere l'attenzione del lettore. È troppo lungo per essere un libro illustrato per bambini… Credo che si potrebbe tranquillamente ridurre della metà, perché è molto ripetitivo—sopratutto la parte sulle incomprensioni e i pregiudizi."

Da parte sua, Garbarino ci ha detto, "Apprezzo l'intenzione, ma penso che come libro per bambini sia un po' debole. In alcuni punti il linguaggio è ampolloso e goffo. I bambini [dai sei agli otto anni] sono troppo piccoli per capire questa forma di espressione."

"In sintesi, sembra un libro scritto da un adulto che non ha tanta esperienza con i bambini—con il loro linguaggio, il loro modo di sentire e i loro processi mentali."

Insomma, i nostri esperti esterni sostengono che Gallant sia animato da ottime intenzioni e una grande forza di volontà, ma che non abbia abbastanza esperienza nella scrittura di libri per bambini. Un parere che questo esperto di violenza reinventatosi autore per l'infanzia non ha problemi ad accettare. Ammette persino che il libro è decisamente più lungo di quello che sarebbe dovuto essere.

Eppure, esita a tagliare il libro per adattarlo alla soglia d'attenzione di un bambino, perché teme si perdano sfumature importanti. Ed è questo il vero problema. Gallant è un uomo che ha sviluppato una profonda conoscenza della guerra e che sta cercando di comunicarla a dei bambini che non sono in grado di mantenere la concentrazione per la durata di un Vine. In più, vuole farlo usando un linguaggio che è ben al di sopra delle loro possibilità. Inoltre, fa molto affidamento su un'esperienza di lettura mediata da un adulto, esperienza che non tutti i bambini potranno avere.

Questo non significa affatto che l'obiettivo che si è posto sia irraggiungibile. Ai bambini si possono comunicare concetti anche piuttosto complessi senza che loro se ne accorgano. Basti pensare a La battaglia del burro. Ma per riuscire a creare una cosa del genere ci vuole moltissima dimestichezza e una grande capacità critica. Quindi quello di cui Gallant ha bisogno in questo momento è un altro giro di critiche costruttive—più psicologi, scrittori, genitori e bambini disposti a leggere il suo libro e a dirgli cosa ne pensano. Poi, finalmente, potrà modificarlo e trasformarlo nel rivoluzionario strumento che ha immaginato, in grado di aiutare i bambini a riflettere sulla guerra e sulla pace.

Segui Mark Hay su Twitter: @goraladka.