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Sulla foto della ragazza e lo spogliarellista che chiunque sta commentando su Facebook

Questa foto ha scatenato una valanga di commenti che chiamano in ballo la "morale", l'essere donna e le "cagne".

Stamattina, quando sulla mia bacheca le persone hanno iniziato a condividere l'immagine qua sopra, il mio primo pensiero è andato all'uomo con la giacca annodata in vita e gli occhiali da vista al collo della camicia. È un po' così che immagino me stesso in una discoteca, l'8 marzo, circondato da un pubblico prevalentemente femminile e spinto violentemente verso le seconde file dalla forza centrifuga di un ballerino in gonna-pantalone rosso cangiante che solleva una ragazza sulle spalle. Ora: non frequento discoteche con buffet o spogliarelli (il cibo tiepido e la nudità in pubblico mi mettono a disagio), ma sono piuttosto sicuro quando dico che una situazione del genere non dovrebbe creare enormi problemi esistenziali.

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Eppure, nel momento in cui scrivo, la foto—scattata lo scorso 8 marzo alla discoteca Fellini durante una serata per la festa della donna a tema "California Dream Men"—ha più di 3mila like, oltre 2mila commenti e quasi 5mila condivisioni. E se sta girando così tanto, è perché è stata trasformata in un processo alla ragazza al centro e alla sua "moralità", ricordandoci un'altra volta che i commenti contro le cose che scrivono-fanno-in cui vengono fotografate le donne forniscono ottimi motivi per non sentirsi affatto superiori a un articolo-bufala de Il Giornale. Quanto ottimi? Vediamo un veloce campione.

Come prevedibile, una parte rilevante dei commenti è composta da insulti, battute che ruotano intorno al campo semantico "cagna," "abbaiare," "croccantini" e inviti a "mandare la foto al papà della ragazza" ritratta.

Ma a parte questo genere di cose, è interessante notare quali siano i principali temi su cui si concentra l'indignazione dei commentatori.

Uno di questi, ad esempio, è quello del "degrado" che comportamenti come quello (presunto) della ragazza rappresenterebbero—anche se non viene mai specificato cosa si intenda di preciso con "degrado" in questo contesto.

Altrettanto frequenti sono i commenti, sia di uomini che di donne, che sottolineano come la colpa di tutto quel casino sia fondamentalmente della ragazza—perché "se fosse una ragazza a modo non sarebbe mai finita" lì in mezzo, e "una così fa apposta" a trovarsi in "certe situazioni."

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Il fatto che ciò sia avvenuto proprio la sera della festa della donna è considerato da molti un'aggravante—tanti, per esempio, commentano chiedendo se la ragazza e le donne in generale sappiano perché si festeggia l'8 marzo.

Così come un'aggravante, per alcuni, è il fatto che lo spogliarellista/ballerino sia nero. Altri invece non condannano il comportamento della ragazza in sé, ma piuttosto il fatto di tenerlo proprio in un giorno che dovrebbe avere un significato importante.

Alcune commentatrici donne si dicono poi indignate e si "vergognano di essere donne," mentre altre spiegano come avrebbero passato l'8 marzo, volendo stabilire un netto contrasto di valore tra la loro condotta e quella della ragazza.

Altre ancora rimarcano la differenza esistente tra "una donna e una femmina."

Mentre la fazione opposta difende la ragazza ("non sappiamo chi sia o cosa faccia di preciso, perché giudicarla così") o, in alternativa, attacca i commentatori più agguerriti chiamando in causa ipocrisia, maschilismo e doppi standard.

I miei preferiti, però, sono quelli che arrivano a ipotizzare un vero rapporto sessuale tra la ragazza e il ballerino, ovviamente senza mai dimenticare il degrado.

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Tutto ciò è capitato per un'immagine che ha avuto la sfortuna di non restare in quel limbo dimenticato in cui finiscono le foto delle serate. E che si è trasformata in un grande dibattito sull'opportunità o meno di festeggiare l'8 marzo andando in discoteca, assistendo a uno spogliarello o più in generale divertendosi in un tipo di divertimento che include essere presi di peso in pubblico da un uomo muscoloso mentre si indossa un vestito molto corto—il tutto, ovviamente, essendo contemporaneamente anche una donna. L'uomo con la giacca annodata in vita che è in me non potrebbe essere più sconsolato.