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Droga

Quanto è facile perdere la patente quando fai uso di cannabis

Per capire come orientarsi nella normativa italiana abbiamo parlato con un avvocato che ha seguito vari casi di questo genere.

Detta in maniera molto approssimativa, dopo aver fumato una canna servono dai tre ai dieci minuti affinché la concentrazione di THC nel sangue schizzi tra i 50 e i 300 ng/ml. Tutto questo non sarebbe un problema, automobilisticamente parlando, se le tracce di THC non rimanessero nell'organismo per diversi giorni—e sì, anche mentre stiamo guidando.

Secondo l'articolo 187 del codice della strada—che regola le sanzioni e l'eventuale iter processuale in caso di guida in stato di alterazione psicofisica per uso di sostanze stupefacenti—se al momento di un controllo il conducente della macchina risulta "alterato" agli occhi degli agenti, si dovrà sottoporre a una serie di analisi e verifiche oltre che al "ritiro provvisorio della patente di guida fino all'esito degli accertamenti."

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In poche parole: se ieri avete fumato mentre stavate guardando l'ultima puntata di Mr Robot e oggi venite fermati e destate qualche sospetto, potreste non vivere troppo sereni per un po'. Lo stesso vale per chi viene fermato, perquisito e trovato con determinate quantità di cannabis. Per capire come orientarsi nella normativa—e capire cosa e come si rischia—ho sentito l'avvocato della Associazione Antigone Elia De Caro, che ha trattato diversi casi di questo genere.

NON GUIDARE SE HAI FUMATO

Prima di iniziare: è inutile precisare quanto le auto e le sostanze stupefacenti (alcol incluso) siano due cose che non vanno d'accordo, giusto?

NON ESSERE STUPIDI IN PARTENZA

Quando si viene fermati e si è in possesso di cannabis, mi dice l'avvocato, non è solo una questione di presenza di sostanze nell'organismo. Ma, molto banalmente, nella macchina.

In caso di perquisizione della vettura e della presenza al suo interno di cannabis, infatti, la polizia procede anche "in base al quantitativo e le modalità di detenzione." Se "la droga è frazionata o sono presenti bustine e arnesi da taglio con tracce di stupefacenti," allora—oltre alla sanzione prevista dall'art. 187—è contestato il reato di detenzione al fine di spaccio, che al momento prevede dai quattro ai sei anni di reclusione se "il quantitativo non è cospicuo."

Se invece non ci sono "indicatori di spaccio," è contestata la detenzione ai fini di uso personale—"che non è un reato ma un sollecito amministrativo"—e prevede un altro tipo di procedimento.

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Quindi: portare in macchina grinder, coltellini, bilancini, bustine, e quant'altro potrebbe non essere consigliatissimo.

MANTENERE LA CALMA DURANTE LA PERQUISIZIONE

Che lo si voglia o meno, mi spiega l'avvocato, la polizia può "compiere tutti gli atti che poi non sono lesivi della persona e funzionali all'accertamento dell'indagine che stanno conducendo. Nella nostra legge, le perquisizioni possono essere effettuate senza preventiva autorizzazione del pubblico ministero per terrorismo, armi e droga."

In altre parole gli agenti, con il sospetto di possesso di droga, possono "smontarvi la macchina" e anche danneggiarla (ma solo se "strettamente necessario").

FARE QUELLO CHE DICONO GLI AGENTI E CHIAMARE UN LEGALE

Nonostante al momento del controllo non sia obbligatorio sottoporsi alle analisi, "l'omissione o mancata accettazione di sottoporsi ai controlli comporta ulteriori sanzioni," continua De Caro. "È consigliabile anche chiamare un legale e sottoporsi fin dall'inizio alle analisi, perché in caso di esito positivo è comunque possibile contestare che i risultati non siano riferibili al momento del controllo e vincere così il processo."

In caso di rifiuto di sottoporsi alle analisi, gli agenti "metteranno in verbale che ci sono degli elementi che palesano uno stato di alterazione, e tramite quel verbale possono comunque toglierti la patente."

L'avvocato fa tuttavia notare che in Italia non ci sono ancora gli strumenti in grado di "dire in base ai risultati dell'analisi biochimica se siamo in presenza di stato di alterazione. Questo perché le tracce dei metaboliti del principio attivo—il THC—rimangono nell'organismo fino a 30 giorni. È quindi verosimile che la persona possa averlo assunto in precedenza, e non essere in stato di alterazione nel momento in cui è stato fermato."

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"Comunque sia," continua l'avvocato, "i casi di rifiuto accertamento erano più numerosi tempo fa, mentre ora—per conoscenza fra consumatori o frutto di dibattiti che si sono tenuti—le persone sanno che il rifiuto è una condotta che è meglio non integrare."

COSA SUCCEDE IN CASO DI POSITIVITÀ ALLE ANALISI

Se ci si sottopone alle analisi, e queste sono positive, il ritiro della patente è immediato e inizia un procedimento per cui "gli atti sono inviati al prefetto, che dispone la sospensione cautelare della patente per sei mesi o per un anno."

A questo punto è possibile fare ricorso al giudice di pace. "A volte," spiega l'avvocato, "dopo aver fatto il passaggio per la commissione medica—che bisogna fare comunque per riottenere la patente e dimostrare l'astinenza all'uso di sostanze—si riesce anche a riottenere la patente prima della scadenza."

Quando il ricorso va male e il reato viene accertato, allora scatta la sanzione accessoria della sospensione della patente o della revoca in caso di recidiva. Se è la prima volta che si incappa in una situazione di questo tipo, continua l'avvocato, "è possibile fare i lavori di pubblica utilità e, all'estinzione del reato, ottenere il dimezzamento della sospensione della patente e la revoca della confisca del veicolo."

FARE ATTENZIONE ANCHE QUANDO NON SI È ALLA GUIDA

Chi viene trovato in possesso di droga può avere ricadute anche sulla patente. Secondo l'articolo 75 del Testo unico in materia di sostanza stupefacenti, infatti, la sanzione consiste nella sospensione o il divieto di ottenere la patente.

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COSE DA NON FARE

Nel 2014, a Berlino, un uomo non si è fermato al semaforo. Pochi metri dopo aveva la polizia alle spalle. In macchina aveva due grammi di erba, e gli agenti lo hanno invitato a fare il test delle urine. L'uomo si è rifiutato, dicendo che preferiva direttamente passare alle analisi del sangue in un ospedale. Così, mentre l'agente faceva una chiamata, l'uomo si è girato, ha preso l'erba e ha iniziato a mangiarsela. Quando l'agente è tornato alla macchina stava ancora masticando i due grammi di erba, ma non è stato possibile dimostrare che al momento della guida l'uomo fosse alterato. Alla fine è riuscito a ridurre le pene al minimo e se l'è cavata con un ritiro provvisorio della patente.

Questo ragazzo americano al contrario, accettando la propria situazione, si è scattato un selfie con l'agente che l'ha arrestato.

COSE DA NON FARE ASSOLUTAMENTE

Mai andare nel panico e cercare di fare cose come scappare o aggredire un agente—nel 99 percento dei casi, verrete beccati e condannati per reati decisamente più pesanti della guida in stato di alterazione.

Thumbnail via Flickr. Segui Leon su Twitter