Se stavate pensando di trasferirvi a Copenaghen ma siete preoccupati che non ci siano abbastanza stronzi coi tatuaggi di Heisenberg, siete fortunati: a Vesterbro stanno costruendo un hotel/ostello che si chiamerà Urban House e diventerà la cattedrale delle teste di cazzo. Verificatelo coi vostri occhi. Percepite l'essenza di questo video:È uno scherzo? Viviamo in uno scherzo? C'è stato un cambiamento improvviso durante la notte e adesso siamo condannati a vivere in una finzione completamente realistica?Diamo un'occhiata ad alcuni indizi partendo dall'espressione "vibrazioni autentiche" pronunciata da un ansimante voice-over giunto all'orgasmo per aver lubrificato la catena della bici; la ragazza bionda che a 0:25 fa il segno della pace davanti a un fatiscente ristorante tailandese; le parole "ridiamo della conformità" pronunciate senza essere seguite da fragorose risate.Prima di gettarci a capofitto nell'analisi del video promozionale di Urban House prendiamoci un attimo per riflettere su una cosa: non è uno scherzo. Stanno davvero costruendo un posto del genere. Sarà inaugurato a marzo 2015. A quel punto, una parte di quanti hanno visto il video penserà, "Non è questione di moda. È questione di stile! Chissà se hanno un lavandino speciale da cui fuoriescono cappuccini," e correrà a prenotare una stanza nella struttura.Così Vesterbro completerà il suo processo di trasformazione in un filtro Instagram a tre dimensioni.00:00 - I primi 30 secondi del video sembrano usciti da una riunione in uno di quei caffè col menu scritto su una lavagnetta e dove tutto costa inspiegabilmente 2,4 volte più del normale. Ecco qui di seguito qualche idea di cosa significhi "City activity": pedalare lentamente in una glaciale giornata tipo danese; una voce con un accento britannico/australiano che somiglia a quello che direbbe un poster motivazionale se potesse parlare; gente che fa strani gesti con le mani in ristoranti dai soffitti altissimi; fioca illuminazione solare.00:07 - "Sei diverso, come noi," ci dicono, mentre si vede una ragazza che scrive al cellulare.00:11 - Ed ecco riempito il buco "persona di colore", seguito dagli inni al multiculturalismo commerciale che piacciono tanto a tutti—"melting pot creativo", "ethnic chic" e "vibrazioni autentiche".00:25 - "Ehi rega!" sembra volerci dire questa ragazza in sella alla bicicletta. "Mi sono fermata per fare un selfie con l'#ootd prima della mia dose giornaliera di muffin senza glutine. Peace!"00:30 - Questo capitolo della saga di Urban House è straordinariamente ambizioso. In meno di 15 secondi, il narratore ci parla degli "eccentrici caffè", i "micro-birrifici", le "gallerie d'arte del quartiere" e pure i "ristoranti sostenibili".Ora, sarebbe stato meglio se tutto questo non fosse stato accompagnato da intensi primi piani di pinte di birra (e una patata?) e piatti pesce dal dubbio aspetto, ma forse chiediamo troppo.00:49 - Subito dopo ci viene detto che gli abitanti di Copenaghen non seguono "la moda"—ma "lo stile", impersonato da questa fedele rappresentazione: un tizio con un cappellino da camionista che violenta i nostri occhi con le sue braccia tatuate. Possiede anche due lattine da mezzo litro di birra poggiate davanti a una borsa maschile, a indicare che le risse di quartiere non scoppiano da sole.00:55 - Il siparietto si conclude con qualche sorprendente tiro a canestro, per poi tornare alla ragazza scandinava sul treno. Dopodiché ci dicono che gli abitanti di Copenaghen (attenzione) "amano la vita". Più o meno tutti quelli che sono in vita "amano la vita".01:08 - "Le etichette le lasciamo agli altri," ci dicono. Certo, a parte quella di "amanti della vita". Ma quella è diversa. È un'altra cosa. Poi in slow motion vediamo le immagini di una ragazza che fa ondeggiare i capelli, perché essere vivi è fantastico.01:11 - Come va, ragazzi? Qualcuno vuole provare a fare qualcosa di epico, tipo un ollie su una panchina nel parco? Di solito la polizia ci lascia stare se non ci fumiamo le canne e non lasciamo in giro le nostre tavole rotte.01:30 - E infine questo, l'ultimo crimine linguistico, più simile al consiglio di un amico dopo che la tua ragazza ti ha lasciato che a uno slogan turistico. Il succo di questa sequenza è la scritta finale—un font che credevo estinto, e che ricorda MTV nel 1994—accompagnata da una voce che ci dice, "nessuno ci dice dove andare o dove restare."Nessuno tranne noi di Urban House, ovviamente.Per concludere, se siete alla ricerca di un video che riassuma tutto ciò che una persona sana potrebbe odiare, la commercializzazione della cultura e l'imborghesimento ingiustificato, l'avete trovato.
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