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Il 2014 è stato un grande anno per l'omofobia in Italia

Tra sentinelle in piedi, manifesti contro l'educazione al gender e dichiarazioni politiche, non c'è da stupirsi se l'Italia è tra i Paesi dell'Unione Europea con il più alto grado di discriminazione.

Foto via.

Quando mi hanno chiesto di scrivere un post sullo stato dell'omofobia in Italia nell'anno che sta per finire avevo in mente qualche spunto, ma dato che si avvicinava il Natale, ovvero il momento dell'anno in cui divento talmente filantropa che mi convinco di aver risolto ogni problema col mondo, ero partita ottimista. Poi è arrivata Giorgia Meloni, che ha pensato bene di mettersi di traverso con uno status in cui si richiama alla "famiglia tradizionale" solo perché è stata scioccata da un presepe in cui al posto dei soliti membri del cast

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c'erano due maschietti.
 Ora potrei dilungarmi in argomentazioni teosofiche contro questa boutade della Meloni; per esempio, potrei dirle che tutto il presepe è una finzione e che esistono presepi con Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini che cullano un piccolo Napolitano e direi che tutti ci hanno sempre riso su.

Ma la Meloni non è l'unica che, sul finire del 2014, ci ricorda che esiste un argomento HOT in Italia che si chiama omofobia. Dal momento che ho seguito con orrore alcune delle vicende che hanno riguardato il tema, mi sono presa la briga di stilare un breviario su cosa l'anno appena passato ci ha insegnato a riguardo:

METTERE I GAY NELLO SPOT TI FA SVOLTARE

Ci ricordiamo abbastanza bene di quando Barilla si era segnata quel brutto autogol nel settembre 2013, tempi in cui il progressista Guido Barilla affermava con convinzione che mai uno spot dei suoi prodotti avrebbe avuto testimonial gay perché "per noi il concetto di famiglia sacrale rimane uno dei valori fondamentali dell'azienda." Questa dichiarazione gli era valsa un boicottaggio mondiale e una rivalsa dei marchi competitor: immediatamente, per contrasto, i pubblicitari di tutto il mondo hanno spremuto il proprio lato più friendly caricando di omosessualità all'inverosimile le proprie campagne (tipo quella storia del ragazzo gay che, davanti a un bel piatto di surgelati che scaldano il cuore, presenta il compagno alla madre).

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Non solo la sbarillata è valsa per creare un esercito di marchi alimentari pro-LGBT, ma addirittura all'interno della Barilla c'è stata una piccola rivoluzione arcobaleno. Qualche tempo fa mi è capitato sotto mano questo articolo in cui si individuava Barillla come una delle poche aziende al mondo ad aver raggiunto il punteggio di 100/100 nella Human Rights Campaign. Miracoloso! In pratica, con l'aiuto di un paio di omosessuali di grande influenza come ambasciatori del nuovo ordine, nel giro di un anno Barilla è passata da zero a cento stelline gay, addirittura portando a testimonial non solo due lesbiche, ma due tra le lesbiche più mascoline che potesse trovare. Seguendo il fortunato esempio della politica aziendale di Barilla, Silvio Berlusconi deve aver pensato che non convenisse alle sue holding perdere l'elettorato gay, quindi, dopo anni di sarcasmo di bassa lega si è detto, tramite la sua fidanzata, completamente favorevole alle unioni di fatto.

INFANGARE UN OMOFOBO È PERFETTAMENTE SENSATO E SOPRATTUTTO NON È REATO A volte la giustizia fa giustizia davvero: per esempio, è successo che [il ragazzo che si era vestito da nazista intento nella lettura del Mein Kampf](http://milano.repubblica.it/cronaca/2014/10/08/news/vestitodanazistaperironizzaresullesentinellecontroigaylaprocuranoncreato-97651364/?ref=search / http://www.vice.com/it/read/intervista-belotti-nazisti-illinois-sentinelle-641) per ironizzare su questo fenomeno oscurantista travestito da gruppo di lettura chiamato Le Sentinelle in Piedi fosse prosciolto dall'accusa di apologia di fascismo che gli era stata mossa da gente evidentemente poco scaltra.

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Foto di Zoe Casati.

Ancora più gioia, se è possibile, mi è giunta dalla notizia di questo ottobre in cui un ragazzo, colpevole di aver dato della testadicazzo a un politico che aveva espresso giudizi sommari e offensivi su sessualità e identità di genere, non solo è stato prosciolto dalle accuse di diffamazione, ma il PM ha anche aggiunto "forse il suo commento era fin troppo contenuto." SBAAAAM.

IN TELEVISIONE IT'S OK TO BE GAY

Mentre Conchita Wurst, la cantante barbuta, ha vinto l'Eurovision, noi stavamo tutti a rosicare perché in Italia la televisione non era mai giunta nemmeno in gag a una profusione di sessualità fluida così inequivocabile. E invece, non molto tempo dopo, Valerio Scanu si è esibito in un siparietto drag che forse è stato il punto più alto della sua carriera, ossia quando ha impersonato anima e corpo Anna Oxa. Un altro piccolo passo per l'uomo / grande passo per l'omo è stato X Factor, con un sacco di concorrenti e giudici e autori e scenografi gay che hanno fatto in modo che avvenisse qualche sbaciucchiamento tra uomini (birichini!), ma soprattutto che ogni cosa del programma, dalle scenografie ai vestiti alle scelte delle canzoni avesse come sottotesto "Gay Pride".

Nel frattempo Costantino Della Gherardesca conduce una trasmissione in cui una coppia di concorrenti è schedata come "Gli Eterosessuali". In altre parole, la vera finezza di questo programma non è stato il conduttore gay o la concorrente che abbiamo scoperto solo in fieri essere transessuale, ma che tutte le categorizzazioni che solitamente sarebbero state utilizzate come perno dello scandalo (o dell'audience) siano passate in secondo piano, mentre veniva reso palese, quasi macchietta, il fatto che ci fossero Gli Eterosessuali.

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I film usciti quest'anno, al contrario, non sono stati molto significativi per il progresso dell'umanità in tema: sempre la solita gag neo-plautina del gay che non è gay o che si finge non gay e si rapporta a una femmina interpretata da una frizzantissima Paola Cortellesi nel ruolo della donna frustrata. Senza stare a scomodare i classici, basti pensare quanto fosse avanti, sul tema, Vacanze di Natale 83.

I MUSICISTI SONO VERAMENTE QUASI TUTTI A FAVORE DEI GAY ANCHE SE NON SONO GAY ESSI STESSI

Dopo la morte di indiepassere, il popolo dell'indie non sapeva più che fare e si è lanciato in una nuova campagna che si chiama, guarda un po', indiepride, e consiste in: alcuni musicisti sconosciuti e Anastacia dicono NO all'omofobia. Per quanto mi riguarda questo è solo uno dei molti esempi in cui la comunicazione al servizio di una causa giusta rende la causa ridicola in partenza, e per quanto riguarda l'omofobia abbiamo già avuto in passato esempi eclatanti di come non siamo in grado di creare una campagna decente. Comunque sembra che anche i musicisti che guadagnano dei soldi dicano NO all'omofobia; per esempio, l'aggraziata Emma Marrone ha dichiarato che se era il Papa sposava i gay e ci dava i figli. Tiziano Ferro oramai è il nostro omosessuale di casa, e Fedez è il Macklemore italiano.

questo è il nostro promemoria per ricordare a tutti che siamo uno Stato laico, nessuna chiesa può far vivere l'amore come una colpa — Fedez (@Fedez)November 13, 2014

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Ma il culmine è stato raggiunto, non molto tempo fa, dal video di Jovanotti girato da Gus Van Salmo in cui il cantastorie si fa portavoce di un immaginario un po' alla Boys Don't Cry raccontando una storia di lesbiche e bullismo al Lunapark mentre canta di tutt'altro.

I POLITICI HANNO ANCORA MOLTI PROBLEMI

Ok, sappiamo che l'Italia non è tra i Paesi i cui politici si comportano, generalmente, in maniera più ineccepibile, ma chiaramente nel mio mondo ideale e nel mondo ideale di Platone i politici sono quelli che danno il buon esempio. Al contrario, il 2014 conferma che per i nostri politici il tema omosessualità, quando non è spunto per qualche battutona, è un'arma con cui affondare l'avversario e affermare la propria dignità politica.

Ecco perché, oltre alla Meloni che inveisce contro il presepio gay, c'è gente come Salvini che si è arrabbiato proprio tanto quando s'è proposto di introdurre la dicitura genitore 1 / genitore 2 nelle scuole e si è subito candidato come tribuno della famiglia tradizionale con argomentazioni del tipo "sono un papà!" indossando la maglietta di un musical basato sulle canzoni degli ABBA. Chapeau. Molti di voi sapranno già che le idee di Salvini nascono così, ma in questo caso è divertente analizzare come Salvini esprima la paura nominalistica che, cambiando il nome a una cosa, si possa distruggere "la cellula fondante della società che si chiama FAMIGLIA, la storia, la cultura, la natura." Addirittura.

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Un altro esempio è Cassano del Ncd che se la prende con Vendola apportando come argomento che le mani del gay di sinistra sono curate, al contrario delle sue mani rozze da uomo destrorso. Ancora più densa di neuroni è la post-polemica in cui Cassano ha ritrattato dicendo che "i gay ce li abbiamo tutti"—conforta sapere che anche la destra è appassionata di animaletti esotici.

PARLARE DI OMOSESSUALITÀ A SCUOLA È TALMENTE ABERRANTE CHE A QUESTO PUNTO PASSATEGLI PURE LE CANNE IN CLASSE, OH

Sembra che sensibilizzare fin dai banchi di scuola sul tema omofobia sia un'operazione che ancora non possiamo permetterci. Non ci possono essere libri di alcun genere che parlino di omosessualità nelle scuole, soprattutto non all'asilo. Ma se poi si tenta di far leggere un testo con un passaggio che parla di gay in un liceo classico, aspettatevi reazioni moderate.

Fortunatamente la propaganda pro-gay nelle scuole ha due nemici fidati, gli storici e stoici difensori della famiglia tradizionale: gli amici di Forza Nuova, che hanno creato una Linea Amica per la denuncia della propaganda "omosessualista" nelle scuole, operazione gemella al tentativo inquisitorio della Curia Ambrosiana di schedare le scuole in cui si parlasse di temi eretici come omosessualità e identità di genere. Nel caso aveste ancora dubbi su come combattere il pericolosissimo insegnamento gender nelle scuole, su Famiglia Cristiana viene riportato un decalogo del Forum delle associazioni familiari dell'Umbria per combattere i pericolosi attacchi gender. Ve ne citerò alcuni passaggi perché ne vale la pena:
• COSA FARE SE LA SCUOLA ORGANIZZA LEZIONI O INTERVENTI SUL GENDER PER GLI STUDENTI: Date l'allarme!
• COSA FARE SE LA SCUOLA VUOLE COMUNQUE COSTRINGERE I VOSTRI FIGLI A RICEVERE EDUCAZIONE BASATA SULLA TEORIA DEL GENDER NONOSTANTE LE VOSTRE INIZIATIVE: Custodite i vostri figli, alleatevi con loro , fornite loro fin da ora un adeguato supporto formativo e scientifico in base alla loro età così da proteggerli e prepararli a fronteggiare la teoria del gender. Spiegate loro il perché di ogni vostra azione, coinvolgendoli nelle scelte della famiglia. Fate in modo che non si sentano mai soli in ogni vostra iniziativa, ma coinvolgete anche altri genitori e conseguentemente anche altri loro compagni di classe. L'unione fa la forza. Anche in questo caso.

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TEST CLINICI HANNO DIMOSTRATO CHE SIAMO ANCORA I PIÙ OMOFOBI D'EUROPA! Un sondaggio europeo che risale a qualche mese fa mostra come l'Italia sia tra i Paesi dell'Unione Europea con il più alto grado di discriminazione, e che gli atti di bullismo e le espressioni di ignoranza inizino dall'età scolastica.

<a href='#'><img alt='Con quanti sei aperto sulla tua identità LGBT a scuola o al lavoro? ' src='https://public.tableausoftware.com/static/images/F4/F45RSFJFG/1_rss.png' style='border: none' /></a>

Insomma, fare un bilancio che includesse quanto detto sopra, insieme alle dichiarazioni del Papa moderno da cui ci aspettiamo da un momento all'altro che svolti la situazione come ha fatto con l'embargo cubano, le tanto millantate riforme del governo di sinistra, la nuova policy di aziende e programmi televisivi per cui se non c'è un omosessuale si chiude e i coming out di sportivi, modelli, attori, musicisti, mi ha fatto riflettere sul dato che il 2014 è stato forse l'anno in cui l'omosessualità è più stata strumentalizzata e diventata un fenomeno di costume molto evidente e un argomento eclatante per dare dimostrazione del proprio progressismo.

Ma se si alza il tappeto del suo valore strumentale si vede abbastanza bene come non si sia realmente mosso nulla.

Segui Virginia su Twitter: @virginia_W_