FYI.

This story is over 5 years old.

News

Cosa dice di preciso la perizia su Stefano Cucchi

Nonostante in molti l'abbiano commentata così, nella perizia non c'è scritto che Cucchi è morto sicuramente per epilessia, e alcuni hanno cercato di fare chiarezza.
Leonardo Bianchi
Rome, IT

Quando ieri pomeriggio sono iniziati a circolare i risultati della nuova perizia sull' affaire di Stefano Cucchi, è sembrato davvero di assistere all'ennesimo sfregio su una vicenda che si trascina da sette anni.

Quasi tutte le agenzie e i quotidiani (e anche noi di VICE News) hanno titolato con chiari riferimenti all'epilessia: " Cucchi, perizia choc: morto per epilessia," "I periti: 'Stefano Cucchi morto per epilessia, non per le botte'," "Caso Cucchi, i periti: "Morte improvvisa per epilessia," e così via.

Pubblicità

Secondo quanto scritto dal collegio di periti—nominato dal gip nell'ambito dell'inchiesta-bis per accertare la natura e l'entità delle lesioni di Cucchi—quella del 31enne romano sarebbe stata "una morte improvvisa e inaspettata per epilessia in un uomo con patologia epilettica di durata pluriennale, in trattamento con farmaci anti-epilettici."

Per i periti, insomma, sarebbe questa l'ipotesi "dotata di maggior forza ed attendibilità"; in più, non ci sarebbe alcun nesso tra la morte e il "violentissimo pestaggio" subito da Cucchi alla caserma dei carabinieri di Roma Appia.

Chiaramente, una conclusione del genere non poteva che sollevare un'ondata d'indignazione—un sentimento assolutamente comprensibile e anche giustificato dopo le assoluzioni, i depistaggi e le difficoltà processuali che si sono viste finora. E dopotutto, stabilire che Cucchi sia morto esclusivamente per epilessia è un qualcosa che stride in maniera clamorosa con le foto del corpo martoriato.

A rendere ancora più insopportabile il tutto sono arrivati—immancabili e inopportuni come al solito—i commenti di alcuni sindacati di polizia e di Carlo Giovanardi. Il Coisp, che già in passato si era distinto per aver velatamente addossato la responsabilità della morte di Cucchi alla famiglia, ha rilasciato un comunicato in cui sostiene di aspettarsi "le scuse da parte di tutti coloro che—familiari, giornalisti, politici e quant'altro—hanno sposato ad occhi chiusi la tesi dell'uccisione dell'uomo, in violento pestaggio senza neppure attendere un riscontro dei fatti."

Pubblicità

In tutto questo non poteva mancare il solito comunicato del solito sindacato, che si ferma al titolo della notizia e travisa tutto. — Leonardo Bianchi (@captblicero)4 ottobre 2016

Anche il Sappe, un sindacato di polizia penitenziaria, ha invitato tutti quelli che pensano che Cucchi sia stato ucciso mentre era nelle mani delle forze dell'ordine a "farsi un serio esame di coscienza e avere la dignità di domandare scusa." Il senatore, invece, ha assunto l'atteggiamento del saggio dicendo che "il tempo è galantuomo, e ancora una volta i fatti mi danno ragione."

Ora, non che sia una grande scoperta, ma no: ancora una volta i fatti non danno ragione a Giovanardi.

Nella perizia, infatti, non c'è scritto che Cucchi è morto sicuramente per epilessia. I titoli che abbiamo letto così insistentemente nelle ultime ore sono causa di una lettura incompleta, di chi ha preso e isolato quella parte mettendo in secondo piano il resto del documento.

La prima persona a fare un po' di chiarezza sul punto è stata Ilaria Cucchi, che sempre ieri pomeriggio ha postato sulla propria pagina Facebook alcune immagini del documento di oltre 250 pagine e una disamina dello stesso.

Per quanto riguarda l'epilessia, Ilaria dice che si tratta—appunto—di un'ipotesi che inizialmente è presa per plausibile, salvo poi essere definita "priva di riscontri oggettivi." Il punto cruciale, per la donna, è però un altro: il riconoscimento della "duplice frattura della colonna e del globo vescicale che ha fermato il cuore." La famiglia, infatti, sostiene da sempre che il pestaggio (riscontrato dalle due fratture) e la negligenza medica (le mancate cure del globo vescicale) siano le cause della morte di Cucchi.

Pubblicità

"Oggi viene riconosciuto quello che noi sosteniamo da sempre," ha dichiarato questa mattina sempre Ilaria Cucchi su Radio Rock riferendosi alle fratture "che hanno portato al danno alla vescica che poi l'ha portato alla morte. Stefano è morto per le conseguenze di quel pestaggio, quindi secondo me si va a processo e si va a processo per omicidio."

In riferimento ai titoli e le reazioni sulla questione epilessia, ha poi aggiunto: "Credo che sia abbastanza anomalo che delle agenzie di stampa mandino una notizia sulla base di un documento parziale estrapolato da una perizia di 250 pagine. […] I periti danno due ipotesi, la prima, appunto, la morte per epilessia che loro stessi definiscono non documentabile e priva di riscontri oggettivi. La seconda, invece, che è documentabile, è stata messa in secondo piano. "

Questo non vuol dire che la perizia sia perfetta—tutt'altro: è estremamente confusionaria e contradditoria, non fornisce alcuna certezza e in certi punti si spinge in valutazioni più giuridiche che mediche. Ma nonostante tutto, potrebbe essere un passo in avanti.

Per l'avvocato della famiglia Cucchi, Fabio Anselmo, l'importante è che il collegio di periti abbia stabilito che "il globo vescicale non si sarebbe formato se non l'avessero curato; ma il globo vescicale è la causa di morte. E è quello che conta per il diritto e per la Cassazione." L'avvocato ha poi ribadito su Facebook che, al netto di "alcune valutazioni politiche," la perizia "riconosce finalmente dati scientifici sui quali gli indagati non potranno evitare il processo per omicidio."

Ora toccherà alla procura decidere se contestare questo capo d'imputazione ai carabinieri indagati dell'inchiesta-bis. Non è una questione di poco conto: se dovesse rimanere in piedi l'attuale accusa di lesioni, arriverebbe la prescrizione a falcidiare il processo, mettere al riparo i responsabili e bloccare una volta per tutte la ricerca di giustizia e verità.

Segui Leonardo su Twitter