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Cosa ho imparato diventando padre

Nessuno ti dice quanto cambiano davvero le cose quando diventi padre. O forse lo fanno, ma tu sei troppo annoiato per stare ad ascoltare perché, si sa, i neo-genitori sono noiosi.

Dan Evans

Diventare padre è un po' così: come un piccolo nano paffuto e bavoso che arriva e ti priva della tua vita. L'esistenza spensierata che conducevi prima, i tempi in cui la sera potevi scegliere se uscire a bere, guardare un film o andare al ristorante per puro capriccio—ecco, ora non ci sono più. Ora, se ti va bene, riesci a guardarti dieci minuti di un video di YouTube prima che dall'altra stanza inizino ad arrivare urla degne di Linda Blair.

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Nessuno ti dice quanto cambiano davvero le cose quando diventi padre. O forse lo fanno, ma tu sei troppo annoiato per stare ad ascoltare perché, si sa, i neo-genitori sono noiosi. "Basta parlare di passeggini, scoregge e rigurgiti," pensi fra te e te.

Per quanto mi riguarda, io mi sto ancora riprendendo dallo shock della paternità anche se sono già passati sette mesi. Per chi come me ha imparato tutto quello che sa sulla vita da Le riserve e da Holden Caulfield, il concetto di paternità è qualcosa di totalmente alieno. Il nostro mondo è costruito intorno alle preoccupazioni adolescenziali, non alle responsabilità e al Futuro. Pensavo che essere stato zio e sapere a memoria il testo di The living years dei Mike and the Mechanics mi avrebbe aiutato, ma non è stato così.

La prima cosa che mi ha turbato della paternità è stato realizzare quanto la mia esistenza sia irrilevante—perché, per i primi mesi, il bambino non ha alcuna vera interazione con il padre. L'unica cosa che conta è il suo rapporto con la madre—tu servi solo ad assisterli e sostenerli. Il che vuol dire cucinare, pulire e in generale essere sempre affidabile. Non c'è tempo per incupirsi, indulgere in qualsiasi tipo di edonismo o fare battute sceme sulle tette. Per me, questo passaggio da "collezionista di fumetti e donatore di sperma" a "padre" è stato molto difficile.

Quindi, ho deciso di parlare di alcune cose che vi accadranno quando diventerete padri.

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SENTIRSI "PRONTI" È IMPOSSIBILE

Se vieni da una famiglia disfunzionale, le lenti degli occhiali con cui guarderai il mondo quando sarai padre non saranno graduate, ma più simili a dei fondi di bottiglia. Nel mio caso, il primo problema che ho dovuto affrontare da padre è stato dover fare i conti con il fatto che, per tutta la mia infanzia, mia madre non ha mai perso occasione di ricordare a me e mia sorella quanto fare dei figli fosse solo una stupida perdita di tempo. "Avere figli è una grandissima scemenza," ripeteva come un pappagallo, spesso anche nei giorni dei nostri compleanni. Questo è esattamente il genere di cose che ti tornano in mente quando intraprendi tu stesso questo viaggio.

Il secondo problema riguarda la grande immaturità della mia generazione. Io stesso sono immaturo. Siamo tutti dei bambini troppo cresciuti che non hanno la minima idea di cosa voglia dire essere adulti. Siamo tutti in affitto, e non siamo nemmeno in grado di impegnarci a fare la patente o ad andare in palestra. Siamo sempre sull'orlo del fallimento. Non siamo nemmeno in grado di sostentare noi stessi. Alcuni di noi escono ancora troppo spesso, fingendo di essere ancora al secondo anno di università—un secondo anno che dura molto di più di quanto dovrebbe.

Questa mancanza di certezze, questo vivere di mese in mese, è la ragione principale per cui ho sempre respinto l'idea di fare un figlio. Ma alla fine è successo. Abbiamo deciso di avere un bambino. E poi, due mesi prima della sua nascita, mi hanno licenziato. Bastardi. Cosa che mi ha fatto sentire ancora più impreparato di quanto non fossi già.

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CERCATE DI VESTIRVI DA ADULTI PER LE OCCASIONI IMPORTANTI

Mi sono vestito come il tecnico del suono degli Interpol per dieci anni. Il rock era il mio unico campo d'esperienza. Appena ho scoperto che sarei diventato padre, l'abbigliamento è diventato improvvisamente importante, come se fosse il confine che mi separava dalla maturità. Forse è iniziato tutto il giorno del corso pre-parto, quando mi sono presentato con una giacca di pelle, una maglietta dei Black Lips e dei jeans strappati. Non sono nemmeno in grado di spiegarvi il disagio che si prova a fare pratica delle diverse posizioni del parto con la preoccupazione che le palle ti possano uscire da quello strappo che hai sui pantaloni proprio all'altezza del cavallo.

Quel giorno avevo un pensiero che non riuscivo a togliermi dalla testa: se un uomo si vede dai vestiti che porta, io ero un eunuco. Un eunuco che andava a fare compere da Topman. Improvvisamente, i vestiti che prima mi facevano sentire figo avevano iniziato a farmi sentire anoressico e disperato. Anche se a dire il vero ero pur sempre meno ridicolo della coppia di goth vittoriani che si erano presentati con la bombetta in testa.

Più avanti, quando ho indossato una maglietta dei Breeders nel reparto post-parto, ho attirato su di me tutte le occhiatacce delle infermiere. Per cui, se volete farvi prendere sul serio come futuri padri, forse alle occasioni importanti è meglio non andare vestiti come a un concerto del 2002.

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NON DOVETE FINGERE DI NON ESSERE TERRORIZZATI

Di base, io sono cinico e pessimista. Cercare di conciliare il mio carattere con la filosofia del "diventare genitori è bellissimo" è stato molto difficile. Così com'è difficile attraversare indenni la distesa sconfinata di prodotti per la casa Cath Kidston che vi si parerà di fronte sia prima che dopo il parto. Tutti fingono che vada tutto bene, quando in realtà soffocano e non sanno più chi sono. Se siete come me, invece, vi ritroverete ad essere l'una voce fuori dal coro che dice, "Merda, è tutto così difficile, perché non me l'avete detto prima?"

Ma non c'è problema ad essere quella persona. In questa situazione, tutti si sentono allo stesso modo—solo che c'è chi è più bravo a fingere e chi meno. Alla fine, però, quella paura paralizzante passa. Bere aiuta. Così come aiuta rifiutarsi di riconoscere come un essere umano chiunque indossi vestiti a pois.

NULLLA POTRÀ MAI PREPARARTI ALLA NASCITA DI TUO FIGLIO

Abbiamo tutti più o meno un'idea di cosa vuol dire avere un bambino, vero? Magari qualcosa di simile a una scena di Molto incinta o di One born every minute. Ma la cosa che diventa subito chiara è che ogni nascita è unica e che finché non ti ci ritrovi in mezzo non puoi essere pronto. Nessuna scena di nessun film sarà mai in grado di mostrarti un frammento di quello che succede davvero. Nel nostro caso, quel momento non è stato molto bello. Dopo nove mesi di gravidanza senza complicazioni, quando è venuto il momento del parto le cose hanno iniziato a mettersi male. Sembrava una sottotrama di Casualty. Dopo giorni passati a "spingere" sul lettino della sala parto (dove i tuoi nuovi migliori amici saranno la TENS e la petidina), il nostro bambino ha iniziato a perdere rapidamente ossigeno.

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È scattato l'allarme, una luce rossa ha iniziato a lampeggiare e mia moglie è stata portata nel reparto emergenze. All'improvviso, è diventato tutto troppo vero. Troppo forte. Lei era lì, sdraiata sul tavolo operatorio, con otto medici intorno. Io ero senza parole, terrorizzato e convinto che sarebbero morti entrambi, lei e il bambino. Un'infermiera mi ha preso per mano, mi ha condotto di fronte ad un piccolo armadio e mi ha fatto indossare un camice. Ho afferrato il primo che ho trovato: un camice blu di taglia XXL. Sembravo un bambino con addosso il camice di un adulto—una metafora davvero appropriata. Prima che le facessero l'anestesia, mia moglie—lei—ha cercato di tranquillizzare me. "C'è qualcosa di sbagliato in tutto questo," ho pensato.

VI SENTIRETE COME SE AVESTE I PEGGIORI POSTUMI DI SEMPRE

Vi ricordate di quella volta che avete fatto serata fino a tardi e la mattina dopo vi siete dovuti svegliare alle sette del mattino per andare a frequentare quel tremendo corso di formazione che comprendeva delle prove in stile It's A Knockout? Bene, perché ora quel ricordo vi farà soltanto ridere. Vi girerà la testa nel ricordare quei giorni felici, mentre la vostra energia precipita a livelli mai visti e fisicamente vi sembra di essere una vecchia stamberga cadente. All'epoca non eravate stanchi, miei cari. Non avete mai avuto la minima idea di cosa voglia dire essere stanchi.

Quando sarete diventati padri, inizierete a dire ad altri zombi ambulanti come voi cose tipo "l'altra notte ho dormito addirittura tre ore, è stato fantastico." Inizierete a comportarvi come foste un personaggio di Requiem for a dream—a biascicare, a barcollare e ad avere le allucinazioni. Vi ritroverete a storpiare un sacco di parole (una volta, per esempio, mi sono dimenticato come si diceva "formaggio") e a intavolare conversazioni che finirete per lasciare sempre a metà. Parlerete dei vostri sogni e, per qualche ragione, penserete che tutti ne siano al corrente (non è così, purtroppo). Ogni cosa che vi uscirà di bocca suonerà come un ridicolo haiku. Per non parlare poi delle paranoie…

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VI ABITUERETE A SEMBRARE UN AMMASSO DI CONCIME AMBULANTE

Apparire sconvolti è un conto, ma la paternità ti abbruttisce in pochissimo tempo. Il vostro livello di eleganza si abbasserà fino a un punto a metà tra il "detenuto appena rilasciato" e "lo zio strano che vive in una roulotte e puzza di umido e patatine al formaggio." Diventerete anonimi, vi trasformerete nel protagonista dei vostri incubi suburbani, nel genere di persona che non vede l'ora che arrivi il fine settimana per andare a fare compere ai grandi magazzini. Sarete sempre coperti di macchie inquietanti e puzzerete di latte e di succhi gastrici. Ogni giorno che passa, sarà un giorno in meno al momento in cui arriverete a vestirvi da capo a piedi con indumenti SuperDry.

PENSERETE COSTANTEMENTE ALLA MERDA

Se non avete mai parlato molto di escrementi, sappiate che dal momento in cui diventerete padri la vostra vita verrà investita da un'inondazione di merda. Sarete ossessionati dalla consistenza della cacca, dal suo colore (il mio elenco mentale delle sue possibili tonalità è più completo di un catalogo di Farrow & Ball), dal suo odore e dalla frequenza con cui vostro figlio la farà. Sarà tutta la vostra vita. I tempi in cui tutto ciò vi nauseava diventeranno un vago ricordo, così come i tempi in cui non volevate andare a dormire alle sette ogni sera. Vi ricordate di quando amavate parlare dell'eteronormatività nei film di Michael Bay? Ve ne ricordate? Probabilmente no, non ve ne ricordate, perché non riuscite a ricordarvi nemmeno quello che avete fatto cinque minuti prima.

MA VA TUTTO BENE, DAVVERO

Perché in mezzo a questo tornado di cacca e lacrime ci sarà il vostro bambino. Qualcuno che turberà la vostra sanità mentale e il vostro sonno ma la cui tenerezza renderà il tutto in qualche modo sopportabile. Anche nel bel mezzo degli attacchi di follia delle 3.57 del mattino, la sua bellezza sarà in grado di trascendere la situazione. La paternità sarà l'esperienza più strana e psichedelica che farete in vita vostra. È come essere colpiti da un fulmine ogni giorno.

L'unica cosa che si dimostrerà vera tra i tanti cliché che potreste aver sentito sulla nascita di un figlio, è che capirete di non essere mai stati in grado di amare qualcuno come dopo essere diventati padri. Una forma di amore pura e terrificante, in grado spezzarvi le ossa. Un amore che, nel momento in cui guarderete quei piccoli occhi che vi fissano e che avete contribuito a creare, renderà insignificante tutto quello che avete fatto nella vostra vita. Quegli occhi, che un tempo erano solo un rapporto sessuale. Anche nei momenti più banali, come cambiare il pannolino o aggiustare il seggiolino in macchina, ci sarà una purezza che renderà tutto quanto… perfetto. Anche se vostro figlio vi avrà appena pisciato addosso, come il mio ha fatto con me proprio adesso.

Segui Priya Elan su Twitter: @PriyaElan