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Cosa ho sentito ascoltando per sei mesi le radio della polizia

Tutti sanno che le chiamate per pazienti psichiatrici, risse da bar, violenza domestica e suicidi sono una realtà. Ma solo quando le senti con le tue stesse orecchie capisci veramente con quale frequenza avvengono.

Paul McCord Jr.

È una donna di 50 anni, forse 60. Sta sul balcone del ventesimo piano, in bilico. È una notte di metà gennaio, a Toronto. Fuori fa freddissimo, ma lei non indossa maglione, guanti, cappello o calzini—probabilmente perché non pensa di stare fuori per molto.

Ha il cancro, stadio terminale. Non riesco a capire che tipo di cancro sia né quando lo abbia scoperto, ma so che è terminale. E so che l'unico modo in cui vuole lasciare quel balcone è in caduta libera attraverso 19 piani.

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Non sta succedendo davanti a me: sono qui che seguo il tutto in diretta, e anche così non sento la donna, né il vento che soffia sulla città, né le voci dei poliziotti che cercano di calmarla.

Sento solo il botta e risposta tra il commissariato e un agente che aggiorna i colleghi direttamente dal posto. Le loro voci gracchianti echeggiano nella piccola stanza in cui mi rinchiudo otto ore al giorno per due o tre volte a settimana. A settembre ho iniziato a lavorare in un giornale, e tra le altre cose monitoro le frequenze della polizia e dei paramedici a caccia di notizie. Lo scanner radio trasmette le conversazioni tra gli agenti e i paramedici sul campo; altro non sono che le notizie che ci daranno all'edizione serale del telegiornale o che occuperanno le prime pagine dei giornali—sparatorie, accoltellamenti, violazioni di proprietà privata, macchine imbottigliate per ore nel traffico. A volte, però, mi capita di sentire cose che i direttori dei vari giornali hanno deciso da tempo di non riportare.

Tutti sanno che le chiamate per pazienti psichiatrici, risse da bar, violenza domestica e suicidi sono una realtà. Ma solo quando le senti con le tue stesse orecchie capisci veramente con quale frequenza avvengono. E cosa si ritrovano ad affrontare, ogni giorno, gli operatori di primo soccorso.

L'agente del caso della donna fuori dal balcone comunica con il commissariato ogni 30 secondi finché, all'improvviso, scende il silenzio.

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Passano venti minuti e rispunta la sua voce. È in ospedale.

"Stiamo informando i parenti," dice, secco.

Ascoltare gli scanner radio per captare le conversazioni della polizia mi ha insegnato moltissimo su una città che pensavo di conoscere.

Criptare le comunicazioni
Noi fan degli scanner radio siamo una specie in via di estinzione. Negli ultimi anni diverse realtà di polizia sono passate alle radio digitali e hanno cominciato a criptare i loro segnali. Chi lo ha fatto si è giustificato facendo riferimento alla sicurezza degli agenti e alla privacy dei cittadini. Il capo della York Regional Police ha poi ammesso che a contribuire alla decisione è stato il caso di alcuni notiziari che hanno diffuso le ultime parole di un agente investito da una macchina. La polizia di Toronto aveva fissato il passaggio alla criptazione a maggio, ma già da inizio marzo è impossibile seguire le comunicazioni degli agenti.

Il portavoce della polizia di Toronto Mark Pugash ha spiegato che il passaggio era previsto da anni, ed è necessario per proteggere sia la polizia che i cittadini. "Se è mai successo che la stampa arrivasse sulla scena prima della polizia? Sì, certo, avviene spesso," ha dichiarato Pugash. "Se stiamo andando ad arrestare qualcuno, l'elemento sorpresa è importante. Se quando arriviamo là ci sono già i furgoncini della televisione, l'effetto sorpresa non c'è più."

"I media sono riusciti ad avere accesso a molte di queste informazioni perché i mezzi che usavamo lo permettevano. Sono informazioni molto delicate," ha aggiunto. "Se abbiamo optato per questo cambiamento è perché non criptare le trasmissioni comporta rischi e pericoli."

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Interpretare i codici
Quando cominci ad ascoltare le frequenze della polizia, ti abitui al loro linguaggio. La polizia sta trasportando un corpo? Non emozionarti troppo, un corpo nel linguaggio della polizia è un detenuto. Ci sono sigle per indicare il momento in cui le ambulanze portano via i feriti, per indicare lo stato di gravità del paziente e della situazione, per indicare il tipo di chiamata in atto. Codici per comunicazioni veloci.

Dopo aver imparato questi codici di base, cominci ad ascoltare le conversazioni senza dover continuamente controllare i tuoi appunti, e molte cose diventano più facili.

Le statistiche nella vita reale
Sapevate che a Toronto, nel 2009, i suicidi sono stati il quadruplo degli omicidi? Questo dato non è esattamente un segreto, ma una cosa è leggere le statistiche, un'altra è riscontrarlo dai numeri di chiamate di tentati suicidi a cui la polizia deve rispondere quotidianamente.

Un'altra cosa che molti sapranno a livello inconscio ma che non notiamo nella vita reale è la correlazione tra condizioni meteo e reati. Di solito, un abbassamento della temperatura corrisponde a un abbassamento del crimine: quando l'inverno colpisce Toronto e la città si ritrova sotto zero, le frequenze della polizia si fanno più silenziose. Quando le temperature salgono avviene l'esatto opposto.

"Nei giorni caldi sai già che ci saranno moltissime chiamate," ha dichiarato Richard, un appassionato che dice di ascoltare le trasmissioni della polizia di Toronto dal 1988. Non è solo un caso; uno studio del 2013 ha rilevato che quando le temperature si alzano si alza anche il numero di reati. "Dopo la mezzanotte, di sabato e domenica, i litigi nei bar erano e sono comuni," ha aggiunto.

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Molti litigi non trovano spazio sulla stampa, e questo vale anche per le rapine, i casi di violenza domestica, e i furti, a meno che non avvengano in circostanze particolarmente peculiari. (Una volta ho sentito la polizia rispondere a un uomo a cui erano stati appena rubati i soldi, il portafoglio, il cellulare, e i pantaloni. Quest'ultimo particolare ha fatto sì che la notizia acquistasse una certa rilevanza.)

E poi ovviamente ci sono le aree a maggiore criminalità. Ma non è tutto triste e deprimente: a volte capita di ascoltare conversazioni allegre, o almeno capaci di strapparti una risata. Bambini riconsegnati ai genitori preoccupati, vecchietti girovaghi vengono riportati a casa. E non sottovalutate mai il numero di volte in cui a qualche agente di polizia capita di dover rincorrere qualcuno che ha deciso di mettersi a correre per le strade completamente nudo.

Una sera mi è capitato di ascoltare un paramedico chiamato perché un tipo aveva ricevuto un messaggio in cui un amico gli chiedeva aiuto per poi sparire nel nulla. Cinque minuti dopo, tutto era improvvisamente chiaro: l'uomo aveva bisogno sì di aiuto, ma non di tipo medico: doveva spostare un divano, e da solo non ce la faceva. Un'altra volta la polizia ha dovuto rispondere alla chiamata di una donna con "incontrollabili desideri sessuali."

Da ascoltatore di frequenze della polizia, hai il lusso della distanza. C'è una strana disconnessione: ascolti qualcosa che succede nella tua stessa città, eppure sembra surreale.

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"Quando senti cose del genere alla radio, è come se non stessero succedendo realmente," ha detto Edward, un altro appassionato che ha cominciato ad ascoltare le radio della polizia 25 anni fa. Adesso gestisce un profilo Twitter chiamato @TorontoStreets, da cui a volte riesce a diffondere notizie dell'ultima ora.

"È come un buon libro," dice. "Credo che il fatto che succeda veramente e in diretta sia ciò che lo rende affascinante."

Gli operatori di primo soccorso non hanno questo lusso, e non ci vuole molto a capire perché i paramedici e gli agenti di polizia siano le categorie con la più alta percentuale di casi di stress post traumatico. Per ogni persona violenta o emotivamente instabile, ci sono almeno due operatori che devono gestire la situazione. Per ogni tentativo di suicidio, ci sono un agente o un paramedico che devono provare a parlare con la persona e calmarla. Per ogni omicidio, ci sono un agente o un paramedico che devono arrivare sulla scena per primi.

Una volta, l'anno scorso,all'improvviso le frequenze più silenziose sono andate in fibrillazione. C'erano state due sparatorie: una vicino a una scuola, e una in centro. Mi ricordo gli agenti di polizia che mandavano unità sul luogo dell'incidente, con calma e metodologia, mentre cercavano di raccogliere informazioni. Mi ricordo il fiatone degli agenti mentre rincorrevano il sospetto della sparatoria nella scuola in un parco, riportando le descrizioni e le loro posizioni al commissariato. Mi ricordo i commissariati che, per la sparatoria in centro, avvertivano tutti gli agenti nell'area di stare attenti perché i due sospetti avevano lasciato la scena. Era una sinfonia di voci sature di adrenalina e autorità.

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Ma ancora più chiaramente, in quell'occasione, mi ricordo le frequenze dei paramedici. Un'ambulanza aveva caricato la vittima della sparatoria in centro e stava sfrecciando all'ospedale. In quel momento ho sentito qualcosa che non avevo mai sentito prima: un paramedico che urlava, con la voce carica di urgenza, al limite della sconfitta.

Quel giorno, mentre ascoltavo, sono morte tre persone. Due erano studenti delle superiori, adolescenti. Il terzo un ragazzo appena ventenne.

Ho passato le ore successive con una sensazione che ancora non riesco a decifrare.

Il Silenzio della radio
La criptazione ha scatenato l'ira dei giornalisti e degli appassionati, che sostengono che non solo renda difficile trovare notizie dell'ultima ora, ma dia anche alla polizia più potere nel determinare ciò che viene riportato lasciandole il controllo totale sulle notizie che raggiungono i media.

Mi ricordo l'ultima grande comunicazione prima della chiusura delle frequenze. Era un'altra serata particolarmente lenta (qualche accoltellamento non fatale) quando Edward mi ha mandato un messaggio su Twitter chiedendomi di accendere la radio a una determinata frequenza.

Parlavano di alcuni spari a un McDonald's.

Poi la notizia di una persona a terra.

Un agente conferma che c'è una persona a terra, e che non si muove. Poco dopo, viene trovata a terra un'altra persona, immobile. Vengono dichiarati entrambi morti. Il McDonald's viene fatto sgomberare, e lo stesso avviene per le strade circostanti. Non si sa con chiarezza chi sia il responsabile o dove sia andato, ma la polizia non ci mette molto a capire che si tratta di una guardia giurata armata che ha sparato per interrompere un diverbio degenerato in rissa. La guardia giurata è rimasta sulla scena e ha cooperato con la polizia. Tutti i dipendenti vengono dichiarati al sicuro.

L'ultima chiamata che ho sentito è avvenuta il primo marzo—una macchina della polizia insegue e poi ispeziona l'area alla ricerca di tre ladri, armati. Nessun ferito, fortunatamente, ma il cordone della polizia circonda alcune strade e chiama rinforzi per individuare i sospetti. Un uomo viene arrestato, altri quattro o cinque la fanno franca.

Il giorno dopo, quando sono tornato nel mio stanzino per collegarmi sulle frequenze della polizia, le ho trovate criptate. Il portavoce dei paramedici di Toronto Kim McKinnon mi ha detto che per ora non hanno in programma di criptare le trasmissioni, quindi ho ancora le frequenze dei paramedici a tenermi compagnia. Ma la radio dei paramedici non è mai attiva come quella della polizia, e spesso mi ritrovo a sedere in silenzio per ore. Quelle ore angoscianti della notte in cui la redazione è completamente vuota.

Gli scanner radio della polizia sono ancora lì, sul tavolo, dietro una scrivania. Tutte le volte che entro alzo il volume al massimo nella speranza di riuscire a sentire qualcosa. Finora mi è andata male.

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