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Attualità

Cos'è successo sull'internet italiano nel 2015

I marò sono diventati ufficialmente un meme, WhatsApp ha fatto letteratura e il real time marketing si è trasformato in una piaga: le cose più importanti che sono accadute sull'internet italiano nel 2015.

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Dovendo pensare al 2015 online, ognuno ha la sua versione dei fatti, che si tratti delle bufale, di quanti hanno cercato su Google "cosa significa gender/ISIS/Je suis Charlie", di chi ha cambiato la propria immagine del profilo Facebook con una bandiera, di chi si è interrogato sul colore di un vestito o di chi ha scritto all'infinito #escile. Ma nel mondo stile Matrix in cui viviamo, una cosa è certa: internet ha smesso da un pezzo di essere un semplice mezzo di comunicazione per diventare una realtà parallela accanto e dentro la nostra vita offline.

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L'anno scorso abbiamo avuto esempi piuttosto evidenti anche in Italia: il caso Magalli ha dimostrato che internet ha il potere di resuscitare personaggi televisivi defunti da un pezzo, mentre fenomeni come NekNominate e Ice Bucket Challenge hanno ricordato come alcuni elementi dell'internet delle origini (in questo caso, quelle che una volta si chiamavano catene di Sant'Antonio) siano in grado di resistere e reinventarsi a seconda del contesto.

Quest'anno siamo arrivati al livello successivo, e internet ha ufficialmente iniziato a produrre le sue icone e i suoi riferimenti culturali non rimodellando elementi già esistenti della cultura di massa—anzi, facendosi inseguire dalla cultura di massa stessa.

Inoltre, il processo di trasformazione dei social network nella "nuova televisione" è diventato evidente: YouTuber e star virali di ogni sorta hanno continuato a fare film, scrivere libri e andare ospiti in trasmissioni televisive e ci sono stati persino i primi "casi letterari" di internet sotto forma di falsi screenshot di WhatsApp. Visto che i cambiamenti sono stati piuttosto rilevanti, abbiamo deciso di riassumere le cose più importanti che sono accadute sull'internet italiano nel 2015.

I MARÒ SONO DIVENTATI UFFICIALMENTE UN MEME

Lo scorso agosto, l'Italia ha richiesto l'arbitrato internazionale sul caso dei due marò e la vicenda è sembrata vicina a un punto di svolta. Il problema è che mentre accadeva tutto questo, la sensazione generale era che del fatto in sé non fregasse più niente a nessuno e che tutti avessero iniziato a considerare i marò come una specie di fenomeno pop fine a se stesso.

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Anche se le battute sul tema non fanno più ridere da un pezzo, infatti, su internet hanno spopolato fenomeni come la pagina I nostri marò o Marò Slug, un gioco online che di base era solo una versione di Metal Slug con i marò come protagonisti ma che quando è uscito, l'estate scorsa, ha provocato la reazione infuriata di Ignazio La Russa.

Come ha spiegato Emiliano Negri, uno dei creatori del videogioco, la ragione di quest'enorme diffusione sta nel fatto che tutto ciò che riguarda i marò è ormai completamente slegato dai fatti oggettivi della vicenda. I due marò, insomma, sono diventati un meme—e l'ultima dimostrazione di tutto questo è la scelta di Giorgia Meloni di includere due statuine dei marò nel presepe.

GLI YOUTUBER FANNO FILM E LE PAGINE FACEBOOK VANNO IN TELEVISIONE

Se il 2014 è stato l'anno in cui YouTuber e Facebook star hanno cercato di trasferire il loro successo al di fuori di internet, il 2015 è stato quello in cui le forme di intrattenimento di internet sono state riconosciute come tali anche al di fuori dei social. Casi come quello di Francesco Sole, arrivato a condurre un programma in prima serata sulle reti Mediaset e a scrivere un libro per Mondadori, non sono più l'eccezione. Emblematico in questo senso è stato Game Therapy, il film di Favij e Federico Clapis, nella cui promozione sono state coinvolte praticamente tutte le star virali dell'internet italiano.

Nonostante si sia rivelato un flop al botteghino, il film ha comunque contribuito a spianare la strada, così come probabilmente farà il film dei The Pills in uscita a breve. Un altro esempio di questa transizione da internet a intrattenimento tv è quello di Calciatori Brutti, una pagina Facebook da oltre un milione di like che adesso collabora con Quelli che il calcio.

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Se dunque da una parte l'industria dell'intrattenimento si è accorta di internet e ha cercato di sfruttare i suoi fenomeni, dall'altra è innegabile che questi ultimi, per confermare la propria notorietà, devono ancora uscire da internet—spesso con risultati tutt'altro che soddisfacenti.

CI SONO STATI I "CASI LETTERARI" DI INTERNET

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via Boom. Friendzoned.

Nella marea di cose che sono schizzate fuori da quell'enorme calderone di Expo, una delle più rilevanti a mio avviso è stata una conversazione WhatsApp diffusa su Facebook dalla pagina BOOM. Friendzoned e che è girata talmente tanto da finire su diversi quotidiani. Si trattava di uno screenshot di una "conversazione" tra un ragazzo e una ragazza, tali Giorgio e Claudia, in cui lui era incerto se accettare la proposta di lei di raggiungerla a casa per fare sesso perché era a metà della coda per entrare al padiglione del Kazakistan. Se vi interessa approfondire, qui trovate tutta la vicenda.

Forse può suonare paradossale dirlo visto il successo che ha avuto, ma penso che questa cosa sia passata un po' in sordina. Voglio dire, qui non si tratta di un video buffo o roba del genere, ma di una serie di screenshot di solo testo in cui viene raccontata una storia. Il fatto che fosse raccontata su WhatsApp ha certamente influito sul suo successo: uno screenshot di WhatsApp presuppone un grado di sospensione dell'incredulità diverso rispetto a un libro, e questo contribuisce a dare l'impressione che sia tutto vero. Ma se questi screenshot sono diventati così virali è stato anche per merito della storia in sé, che gli utenti-lettori hanno trovato appassionante.

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Questo modello di narrazione ha avuto talmente tanto successo che ormai raccontare storie più o meno di fantasia tramite screenshot di WhatsApp è diventata una pratica comune a cui si dedicano un sacco di pagine Facebook. Il fatto che tutto ciò non sia altro che la trasposizione social delle dinamiche tipiche del romanzo d'appendice forse dovrebbe dirci qualcosa sulla validità della convinzione comune secondo cui "internet sta uccidendo la letteratura."

IL REAL TIME MARKETING È DIVENTATO UNA PIAGA

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via Ceres.

La prima volta è stata considerata una cosa "geniale" ed è stata seguita da decine di articoli di commento che hanno spiegato nel dettaglio come mai fosse una cosa così rivoluzionaria. La seconda volta ci eravamo già abituati e non ci ha più sorpresi tanto. La terza volta era diventata una piaga. Eppure gli esempi di real time marketing o hashtag hijacking con cui i brand si promuovono facendo leva su un evento di attualità sono ormai troppi per poterli contare.

Nel 2015 questa moda "rivoluzionaria" ha coinvolto marchi di ogni tipo e fatti di ogni tipo, dalla Ceres sui fatti del Primo Maggio di Milano e l'assoluzione di Berlusconi a Speedy Pollo sull'Undici Settembre. Il colpo finale, ovviamente, è stato assestato con Star Wars, a cui anche il PD ha deciso di dare il suo contributo.

Andrea Diprè a Bangkok. Grab

DIPRÈ HA QUASI COMPLETATO LA SUA DISCESA via Facebook

Nel 2015 quasi tutti gli idoli di internet hanno attraversato una fase di declino, ma nel caso di Andrea Diprè questa discesa è stata particolarmente evidente. In realtà, già da qualche tempo Diprè sembrava non passarsela troppo bene, e quando aveva annunciato la sua intenzione di sposare Sara Tommasi in molti ne avevano parlato come di un approfittatore senza scrupoli.

A giugno di quest'anno la sua pagina Facebook, il suo principale mezzo di comunicazione, è stata chiusa. Anche se la chiusura è durata solo poche ore, è stata un sintomo di come la percezione della sua figura sia nel frattempo mutata.

Da allora questo declino è proseguito, mentre Diprè faceva di tutto per cercare di stare a galla, tra video i cui pippava cocaina da un cadavere a porno amatoriali con presunte minorenni, per poi concludere con una vacanza in Thailandia in compagnia di Max Felicitas—documentando ovviamente ogni dettaglio con video e interviste.

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