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Cultura

Cosa ti può succedere quando sei una ragazza che partecipa a una serata BDSM

Volevo una vita sessuale più aperta, così quando ho conosciuto un ragazzo appassionato di BDSM ho deciso di farmi coinvolgere. Tra maschere da cane ed eiaculazioni inaspettate è andata meglio di quanto pensassi.

Foto via Flickr

Mi chiedo come sono finita in questa situazione. Davanti a me, una figura stretta in un completo di lattice e coperta da un mantello si aggirava con nonchalanche sulla pista da ballo. Tutti i presenti guardavano in sua direzione, con gli occhi puntati sulla maschera e gli spunzoni che ne ornavano il corpo. Era impossibile capire se si trattasse di un uomo o una donna. All'improvviso ho sentito qualcosa a contatto con la mia mano: era un ragazzo magrissimo con dei collant viola e una maschera da cane. Se ne stava a carponi e mi porgeva il guinzaglio che aveva attorno al collo. Era la mia prima esperienza BDSM, e non mi dispiaceva affatto.

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Tutto è iniziato mentre cercavo lavoro a una fiera per l'impiego. È lì che ho incontrato Augustin, durante un workshop su "Lettere motivazionali e candidature spontanee." Ho capito subito che gli interessavo, e non per il mio curriculum. Dopo avermi tenuto gli occhi addosso per svariati minuti, durante la pausa caffè si è avvicinato. Lavoriamo entrambi nella comunicazione, e dopo un rapido scambio di battute ci siamo accordati per bere qualcosa nel corso della settimana.

Al secondo appuntamento non ci è voluto molto perché le nostre conversazioni virassero sul personale, e così sono finita a parlargli del mio desiderio di una vita sessuale più aperta—desiderio al quale Augustin ha risposto confidandomi la sua passione per il BDSM. Quell'ambiente mi era completamente estraneo, e come ogni newbie me lo immaginavo inquietante, popolato da persone con desideri inconfessabili e incastrate in una doppia vita—qualcosa di losco, insomma, oltre che pericoloso e malsano.

A forza di parlare con Augustin, però, sono diventata sempre più curiosa, tanto da chiedergli di introdurmi a quel mondo. Lui non sembrava affatto sorpreso, e anzi l'idea lo aveva subito galvanizzato. Così mi ha invitato alla Nuit Élastique, una serata parigina di fronte a Notre-Dame de Paris. Il dress code era chiarissimo: pelle, lattice o vinile.

Foto via Flickr

Per entrare alla serata senza sembrare assolutamente fuoriluogo mi serviva una divisa. Ho optato per una gonna vintage di pelle che avevo trovato il giorno stesso in un negozio dell'usato e l'ho abbinata a un top nero. La gonna mi faceva un bel sedere, e l'insieme era soddisfacente,

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Verso le 10 di sera, dopo un aperitivo tra amici dove mi aveva raggiunto anche Augustin, siamo arrivati al locale e ci siamo subito diretti negli spogliatoi. Ero sinceramente eccitata. Augustin si è messo dei pantaloni di vinile, e poi abbiamo fatto le scale che ci hanno portati direttamente sulla pista da ballo. A quell'ora la situazione non era delle più movimentate.

In pista non c'era nessuno, e i più erano raccolti lungo perimetro o seduti sui divanetti ai lati. Due ragazzi senza mutande si stavano facendo frustare a ritmo di musica da una coppia di ragazze. Poco più lontano, un uomo stava avvolgendo una corda intorno a una ragazza pronta a essere appesa a un gancio in metallo pensato proprio a quello scopo. Augustin mi ha spiegato che era una tecnica derivata dallo Shibari, l'arte giapponese del bondage. È una pratica che richiede moltissime precauzioni, dal momento che i rischi sono tanti: segni e bruciature provocate dalla corda, lividi, dolori muscolari, perdita di sensibilità di una parte del corpo o paralisi temporanea o definitiva di un arto.

Dovevo buttarmi, così ho baciato Augustin, l'ho preso per mano e siamo andati insieme verso la pista. Lì vicino c'era una ragazza sorridente mascherata da Catwoman che mi si è presentata come Mei. Abbiamo iniziato a toccarci, e dopo poco Augustin si è unito a noi, finché Mei non ha abbassato la cerniera della sua tuta e ha lasciato che Augustin e io leccassimo i suoi bellissimi seni rotondi.

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Nel frattempo, la pista si era riempita. I fasci di luce verde rivelavano poco a poco la composizione del pubblico—donne col corsetto, altre in costumi di vinile, e poi cinture di pelle, stivali neri luccicanti, giacche d'ispirazione steampunk. Quella combinazione di stili aveva qualcosa di vagamente geek. La gente intorno a me non era né particolarmente attraente né brutta, né giovane o vecchia, ma molto più queer della media. A un occhio esterno—come quello che poteva essere il mio fino a poche ore prima—la serata sarebbe potuta benissimo apparire come un incontro di cosplayer ritrovatisi appositamente per scopare e farsi frustare. Io mi ero immaginata un universo di persone misteriore, ma quella che avevo davanti era una folla estremamente gioiosa.

Siamo tornati al piano di sopra a fumare. Augustin accarezzava ogni mio centrimetro scoperto; eccitato, mi ha proposto di tornare di sotto perché avrebbero potuto verderci. A me ormai non interessava più niente. Mi ero completamente calata nella parte, e che qualcuno mi vedesse mezza nuda era l'ultima delle mie preoccupazioni. Mi sono tolta il top e gli ho sorriso.

In bagno c'era un certo movimento intorno ai lavandini. Una ragazza, pronta farsi prendere da dietro, stava facendo un pompino a un uomo mentre altri due o tre si stavano masturbando a distanza ravvicinata dal suo viso. Il suo corpo era scosso da energici colpi di reni. In tutto ciò, un altro uomo giocava con l'asciugamani elettrico, azionandolo a ripetizione perché colpisse in faccia la ragazza. Non era facile seguire con tutta quella gente, ma devo ammettere che mi piaceva.

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Foto via Flickr

Sulla pista da ballo, senza sapere bene come, mi sono ritrovata al centro di un gruppetto perverso. Due uomini si stavano divertendo coi miei piedi, e altri due mi massaggiavano e pizzicavano il petto. Un altro ancora ha iniziato a stimolarmi il clitoride mentre un altro mi baciava sulla bocca. A questi si è poi aggiunto un travestito dai tratti vagamente asiatici. Avrà avuto una cinquantina d'anni, e nel sorridere ha mostrato una bocca sdentata. Sempre sorridento mi ha messo in mano il suo membro flaccido, che ho iniziato a toccare senza protestare.

Quel contatto mi ha un po' sorpreso, ma non c'era motivo di respingerlo, e in breve anche l'altra mia mano si è ritrovata impegnata. Mi sentivo un po' come una dea Kalì dalle mille braccia, centro erotico del mondo.

Tutti gli occhi erano puntati su di me. Era folle, potente e intenso. Ma in un attimo l'eccitazione è svanita e mi sono irrigidita—il ragazzo che mi stava toccando aveva perso ritmo, e intorno a me avvertivo un odore sgradevole, di qualcuno che non aveva troppo interesse per il proprio igiene. Sono tornata in bagno per lavarmi le braccia coperte di sperma fino al gomito.

Ho chiesto ad Augustin il suo paddle, una specie di racchetta lunga e piatta usata per colpire i glutei, e insieme abbiamo concordato un safe sign: il suo pugno chiuso significava che aveva raggiunto il limite di dolore sopportabile. Ho iniziato a sculacciarlo, e dopo qualche gemito ha alzato il pugno. Avevo esagerato, ma mi piaceva—una cosa che mai avevo immaginato fino a quel momento—così mi sono messa alla ricerca di altri volontari. Ho iniziato a camminare lungo il perimetro della pista invitando gli uomini con lo sguardo, e più di uno mi ha porto le natiche. Un uomo in particolare sembrava apprezzare, tanto che dopo un po' ho dovuto smettere per il dolore alla spalla. ll giorno dopo avevo la mano bloccata.

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Foto via Flickr

È stato poco dopo che il ragazzo a carponi si è avvicinato alla mia mano. Ho accettato il guinzaglio e gli ho fatto fare una passeggiata.

"Abbaia," gli ho ordinato.

"Bau, bau," ha eseguito immediatamente.

"Ancora, abbaia ancora!"

"Bau bau!"

Ma mi sono rapidamente stancata del giochetto, così mi sono messa a sedere ai lati della pista, indecisa ma al tempo stesso eccitata all'idea di costringerlo a leccarmi la fica. Avrebbe mai potuto dire di no, dal momento che si era offerto di essere il mio cane? No.

Con un gesto gli ho ordinato di occuparsi delle mie parti intime, e lui ha sollevato un la maschera da cane quel tanto che bastava per usare la lingua. Aveva un viso quasi angelico, ma un naso importante. Sembrava quasi triste. Ha ubbidientemente iniziato a leccarmi, accarezzandomi il clitoride col naso. Augustin sembrava annoiarsi un po', sulla pista da ballo, e mi ha raggiunto per sussurrarmi all'orecchio che ero "molto bella" e che stavo dando "uno spettacolo magnifico."

Il cielo iniziava a schiarirsi e i lampioni si erano ormai spenti. Alle 5 e mezza di mattina la serata si è conclusa, e una ragazza coi capelli blu che è scesa a richiamare quanti erano ancora sulla pista. Augustin e io siamo usciti, e abbiamo percorso a piedi il ponte di Notre-Dame.

Seduti in metro, mano nella mano e con la mia testa appoggiata sulla sua spalla, avevamo l'aria di una coppietta qualunque.

Valentine Desclozeaux non è su Twitter, perché è un nome inventato.