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Vietato criticare i reali thailandesi

Potreste essere picchiati da una coppia di gemelli o finire in prigione.

Re Bhumibol Adulyadej con Elvis

Ancora una volta, il governo thailandese si è coperto di gloria. Abhinya Sawatvarakorn—una studentessa ventenne soprannominata ‘Kanthoop’, ovvero ‘bastoncino d’incenso’—rischia 15 anni di prigione per aver violato l’articolo 112 della costituzione thailandese, una legge che proibisce qualsiasi forma di diffamazione nei confronti della famiglia reale. Non voglio calcare troppo la mano col relativismo culturale, ma è un po’ come se un inglese venisse sbattuto in galera per aver scritto su Facebook che la Regina è una grassa, vecchia rugosa che ha dato vita a un branco di figli imbecilli. Non è la prima volta che succede una cosa del genere. Come sottolineato dall'organizzazione non governativa Human Rights Watch, nel novembre scorso il sessantunenne Ampon Tangnoppakul è stato condannato a vent'anni di prigione (vale a dire per il resto dei suoi giorni) per aver mandato alcuni messaggi considerati offensivi nei confronti della Regina e della monarchia in generale. Chi è stato a sbatterlo dentro? La persona che ha ricevuto i messaggi, segretario dell'allora Primo Ministro thailandese. Quindi ok, forse Ampon è stato un po’ troppo ingenuo, ma la sua vicenda dimostra quanto le leggi di lesa maestà vengano prese sul serio. Gli esempi di thailandesi che si irritano parecchio se insultate la loro famiglia reale non sono rari (la settimana scorsa un riformista è stato picchiato da due gemelli in un parcheggio), ma lo stesso Re se n’è uscito dicendo che dovrebbe “non  essere al di sopra delle critiche”. Quindi, che diavolo sta succedendo? Per scoprirlo, ho parlato con l’esperto della regione Charles Moré, l’editor per l’Asia di Africa Asia Confidential.

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VICE: Ciao Charles. Considerato che il Re in persona ha detto di non essere al di sopra delle critiche, perché il governo punisce così severamente qualsiasi forma di dissenso?
Charles Moré: Di solito re Bhumibol si tiene distante da qualsiasi schermaglia politica. La sua reticenza è in parte dovuta ai poteri limitati di cui gode la sua figura fin dall'abolizione della monarchia assoluta nel 1932. In realtà, però, le accuse di lesa maestà hanno poco a che vedere con il Re. Dal momento che il metro di giudizio per le offese è piuttosto labile, la legge si è rivelata uno strumento molto conveniente per i politici, che vi ricorrono per infangare i propri oppositori. Perché in Thailandia esistono leggi così dure a favore della monarchia?
Da un punto di vista storico, la società thailandese è sempre stata molto gerarchica, con il Re in cima a tutto. Dal 1932, ogni costituzione ha assegnato alla monarchia una posizione privilegiata e ha cercato di proteggere i reali da critiche ed eventuali mancanze di rispetto. L’articolo 112 della costituzione attuale mette in chiaro che per il reato di lesa maestà è prevista una pena dai tre ai 15 anni, ma il problema è che non definisce con chiarezza i presupposti per la condanna. E i thailandesi, come giudicano i monarchi da un punto di vista umano?
Re Bhumibol regna dal 1946 e si è guadagnato molto rispetto per aver appoggiato alcuni progetti per lo sviluppo e aderito a cause umanitarie. È un amante del jazz e anche un compositore piuttosto apprezzato. Qui potete ascoltare uno dei suoi pezzi. Potete trovare anche un gran bell’articolo su di lui, intitolato “The Jazzy King”. Bhumibol rappresenta la stabilità in un Paese che ha visto molti governi venire rovesciati dall’esercito. Poi, ovviamente, c’è il solito apparato di propaganda, sempre pronto a incensare la sua già apprezzata figura.

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I suoi discendenti sono popolari in modi differenti. Ma è molto difficile immaginare che possano ottenere la stessa devozione, quando sarà arrivato il momento di designare un successore.

Thaksin Shinawatra

Thaksin Shinawatra ha una reputazione altalenante nel Regno Unito, ma in passato si è confrontato con la monarchia.
Be’, il suo non è stato un vero confronto. Però ha vinto le elezioni con una campagna populista. Thaksin era uno degli uomini più ricchi della Thailandia, ma si è guadagnato un buon numero di simpatizzanti nelle aree rurali promettendo un sistema sanitario uguale per tutti, assistenza per i contadini e uno stanziamento di fondi a favore delle aree più povere. Il suo partito ha stravinto alle elezioni del 2001, sconvolgendo l’élite urbana. In quanto Primo Ministro, Thaksin è stato una figura controversa. La sua “Guerra alle droghe” del 2003 ha avuto un buon riscontro, ma è stata macchiata dal presunto coinvolgimenti delle autorità in alcuni omicidi e dai pesanti danni collaterali. Non sono mai mancate nemmeno le accuse di conflitto d’interessi, considerata la ricchezza della sua famiglia, che ha ricavato notevoli guadagni dalla vendita della Shin Corporation ai fondi sovrani del Singapore. La legge che proibiva una simile vendita è stata abrogata proprio sotto la supervisione di Thaksin. Che tipo di opposizione alla monarchia è presente in Thailandia?
Come potete immaginare, anche se qualcuno ha dei dubbi riguardo alla monarchia, è molto restio a esprimerli apertamente. La monarchia gode di un supporto notevole, sia per tradizione che come indice dell’affetto genuino che il popolo prova nei confronti di re Bhumibol.
Ma sono tante le voci e i pettegolezzi sulla famiglia reale, per la maggior parte riguardanti il principe Vajiralongkorn. Quando non sono sorvegliati, i thailandesi a volte si scambiano alcuni dei pettegolezzi più succosi. Oh, e quali?
Non sono il tipo da spargere voci che potrebbero nascondere volgari falsità. Ma provate a digitare qualcosa sul compleanno del principe su Google. Altrimenti, WikiLeaks avrà sicuramente quello che state cercando.

La famiglia reale (da sinistra a destra): re Bhumibol Adulyadej, il principe Maha Vajiralongkorn e la regina Sikirit Ottimo. Il governo thailandese tiene sotto stretto controllo i suoi cittadini?
Il governo ha aumentato i controlli nei confronti di chi è sospettato del reato di lesa maestà. Recentemente, Human Rights Watch ha richiamato l’attenzione su una “war room” del governo che controllerebbe i siti e i social media alla ricerca di materiale incriminante. Quindi esiste un rischio reale che le critiche online—siano esse intenzionali o involontarie—vengano perseguite penalmente. Pensi che il caso di Kanthoop cambierà qualcosa? Potremmo assistere a significative reazioni internazionali o nazionali?
Sfortunatamente, quello di Kanthoop è solo uno dei numerosi casi di lesa maestà degli ultimi anni. Non penso che scatenerà una grossa reazione a livello nazionale; la sua causa non sembra essersi guadagnata molte simpatie nel Paese.

Del resto, le lamentele degli altri Paesi non servono a molto. L’anno scorso, un cittadino statunitense di origine thailandese è stato arrestato quando è entrato in Thailandia e imprigionato per alcuni post scritti sul suo sito statunitense. Le proteste americane non sono servite a nulla.
L’attuale Primo Ministro, Yingluck Shinawatra, è già considerata da molti come la delegata di suo fratello Thaksin. Sarà restia a toccare un problema così scottante. Be’, in effetti sembra allo stesso tempo deprimente e molto probabile. Grazie Charles.

@oscarrickettnow