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reportage

Felice crocifissione!

Se pensate che il Dio dell'Antico Testamento fosse sanguinario, fatevi un giro nelle Filippine.

In alcune zone delle Filippine, rimettere in scena la passione di Cristo è una vera e propria tradizione popolare, e sebbene la Chiesa Cattolica non permetta la crocifissione volontaria, migliaia di persone accorrono ogni anno a San Fernando e Manila per applaudire (e picchiare) i martiri partecipanti.

La cerimonia è profondamente radicata nel folclore, tanto da giustificare il disappunto suscitato dall’iniziativa della sanità pubblica di sostituire i chiodi tradizionali con quelli sterilizzati e rendere obbligatoria l'antitetanica per gli aspiranti Gesù Cristo, al fine di proteggerli dalle infezioni. Recentemente, lo spettro della disidratazione ha inoltre obbligato i partecipanti a introdurre un ulteriore strappo alla tradizione: nessuno può intraprendere la Via Crucis senza scorte d'acqua sufficienti—e se anche questo non bastasse, a fare da sponsor c'è la Coca Cola.

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Non appena ci è giunta voce che il nostro amico e fotografo Martin Fengel aveva assistito all’evento, l’abbiamo chiamato per scoprire se frustare e picchiare una persona per due giorni prima di inchiodarla a una croce è ancora divertente come un tempo.

VICE: Come sei venuto a sapere delle crocifissioni di Manila?
Martin Fengel: Mi trovavo nelle Filippine per un progetto con il Goethe Institut e ho incontrato uno di Medici Senza Frontiere che mi ha raccontato cosa succede a San Fernando nel periodo di Pasqua. Mi ha detto che crocifiggono le persone, e che dovevamo assolutamente andare a vedere. Ci siamo catapultati sul luogo, e già la mattina presto abbiamo assistito ai primi rituali.

Quando iniziano le crocifissioni?
A Pasqua, ci si da appuntamento nella piazza principale del villaggio. C'è persino chi si costruisce armature di cartone da antico romano. Successivamente, le persone che devono essere crocifisse sono condotte al sito preposto, scortate dalla processione.

E poi cosa succede?
Il tutto comincia due giorni prima di Pasqua. I penitenti pregano ossessivamente, come recitassero un mantra, e continuano a colpirsi. Arrivati di fronte alla prima chiesa si buttano a terra perché la gente—bambini inclusi—li assalga. Poi il prete li benedice, allora questi si alzano e riprendono a camminare fino alla chiesetta successiva. Va avanti così per tutto il giorno, di chiesa in chiesa e con strumenti di tortura ogni volta diversi: corde con nodi, bastoni… tutto quello che si trova per strada.

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Anche i bambini partecipano al pestaggio?
Sì, penso che lo trovino divertente. Personalmente ero scioccato. Non avevo mai visto niente di simile prima e non sapevo cosa sarebbe successo. Ma a sconvolgermi ancora di più era il fatto che le persone si comportavano come se fosse la cosa più normale del mondo.

E i genitori?
Stesso atteggiamento dei figli, lasciavano che facessero tutto ciò che volevano. Avevano un'aria molto divertita.

Arrivano tutti fino alla croce o c'è chi cede prima?
La crocifissione è il gran finale: non c’è modo migliore di guadagnarsi la salvezza. Per me era davvero strano. Io stesso avevo sangue dappertutto, sgorgava a fiotti dai corpi dei penitenti.

Che genere di gente vuole farsi crocifiggere?
Ce ne sono di tutti i tipi, è una cosa molto personale. Arriva gente da tutte le Filippine. Penso che a rituale finito si sentano molto bene. Ho letto un articolo, un paio di giorni dopo, che diceva che il capo della polizia aveva offerto ai suoi uomini di essere perdonati delle loro piccole trasgressioni in cambio della crocifissione.

Torniamo a quei romani: arrivano alle croci armati di spade, pronti a ferire gli uomini crocifissi?
Esattamente, ma adesso c’è anche un dottore che supervisiona l’intera procedura. Ci sono state delle lamentele, poiché alcuni si erano portati i chiodi da casa. Il dottore ha detto loro che avrebbero dovuto usare i chiodi forniti sul luogo, perché erano puliti e non  già in passato si erano verificati diversi casi di infezioni. Dunque, si procede a gruppi di tre. Questi arrivano alla fine del percorso, vengono pestati ancora un po' e poi crocifissi per circa cinque minuti. Infine il medico li tira giù e fa salire quelli del turno successivo. Si forma una piccola coda.

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E come vengono crocifissi, esattamente?
I chiodi nei piedi e nelle mani sono lunghi circa cinque centimetri e trapassano il corpo. Ma c’è un piccolo piedistallo sulla croce, sul quale i Cristi possono appoggiarsi in modo da non dover stare completamente appesi. I chiodi sono portati dai romani, e li puoi sentire entrare nel legno. A completare il quadretto ci sono anche tre donne, una delle quali è Maria.

E che succede quando li tirano giù dalla croce?
Li mettono sulla barella e li trasportano alla tenda della Croce Rossa, dove vengono disinfettati e medicati, anche qui in gruppi di tre.

Com’è quando sono lì, appesi alle croci?
Sono contenti ed entusiasti che stia finalmente succedendo. C’era una piccola area riservata ai VIP e alla stampa e tutti lì continuavano a urlare “Ehi, guardate qua” e cose così. “Devi sembrare ancora più triste, per favore.” È come un festival. Quando lo fai, sai cosa aspettarti.

E non c’è nessuno che non voglia vedere?
No, sono tutti abituati. Ai filippini piace riunirsi e fare festa insieme, proprio come a chiunque altro.