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Μodă

De guardians of de italian fescion

Abbiamo scoperto il segreto del successo dei grandi stilisti italiani: parlare inglese di merda.
​stilisti italiani

Vi siete mai chiesti perché, da parecchi anni a questa parte, i nuovi grandi nomi della moda non provengano più dall'Italia? Sicuramente no, dato che avrete di meglio da fare che porvi domande del genere, e la stessa cosa, che ci crediate o meno, vale anche per me. Fatto sta che dopo aver guardato l'ennesimo video di Anna dello Russo che spara boiate in una strana lingua che non riesco bene a identificare inglese, sono stato colto da un'illuminazione che mi ha fatto capire qual è il vero problema della nuova generazione di stilisti, stylist e personaggi della moda italiani: parlano troppo bene l'inglese e non riescono a distinguersi a dovere dalla concorrenza.

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Una precisazione: è ovvio che le condizioni della moda globale sono totalmente diverse rispetto a 20 o 30 anni fa, e che, al giorno d'oggi, emergere nel mondo delle grandi corporation è molto più difficile rispetto al passato. Inoltre, il fatto che non ci siano nuovi stilisti italiani è un'affermazione solo parzialmente vera: basta pensare ai Pilati o Tisci della situazione, e ce ne saranno tanti altri sicuramente molto talentuosi. Il punto è che questi ultimi non sono riusciti a imporre il proprio nome e la propria persona come brand riconoscibili a livello globale. Cosa che invece sono riusciti a fare, ad esempio, Donatella Versace o Roberto Cavalli, i quali, oltre a saper sfruttare in maniera davvero abile il cattivo gusto dei più o meno ricchi di tutto il mondo, sono riusciti addirittura a trarre vantaggio dal proprio inglese maccheronico. Loro e altri grandi stilisti, infatti, nel corso degli anni hanno cacciato fuori un'ampia serie di mostruosità linguistiche che hanno deliziato il pubblico di tutto il mondo e contribuito, in maniera secondo me decisiva, a creare dei personaggi ultra-riconoscibili, così come a tenere vivo lo stereotipo, ormai non più estremo come una volta, dell'italiano che parla malissimo l'inglese.

In alcuni casi quindi, sembra che il successo nella moda sia inversamente proporzionale alla conoscenza della lingua inglese. Ecco a voi i Guardians, che proteggono la moda e la cultura italiana dalle contaminazioni anglosassoni.

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DONATELLA VERSACE

Il "problema" di Donatella non è tanto la conoscenza della lingua inglese in sé, quanto il mix tra il suo accento, la voce cavernosa e soprattutto la sua faccia, che secondo alcuni è la cosa più vicina a un personaggio di Avatar (ancora più di Patty Pravo), secondo altri alla potenziale moglie di Voldemort. Nel video qui sopra, nonostante Donatella parli sempre in inglese, non mancano mai i sottotitoli. Fatto sta che il suo inglish è ormai leggendario, e ha ispirato una serie di riuscitissime prese per il culo, in primis quella del Saturday Night Live.

ROBERTO CAVALLI

Roberto Cavalli parla e scrive in inglese veramente di merda. Talmente di merda che è riuscito a farne un punto di forza assoluto. Il suo account twitter è un vero must-follow, uno dei pochi che riesce a regalare soddisfazioni costanti, praticamente su base giornaliera. È un'operazione talmente ben riuscita, che sono praticamente sicuro sia stata studiata a tavolino, ovvero che chi si occupa dell'account pianifichi i vari tweet per farli suonare al giusto punto di ignoranza.

VALENTINO

Lampadate pesanti e stile da vendere, Valentino è la versione più raffinata di Roberto Cavalli (o meglio, Roberto Cavalli è la versione più burina di Valentino), anche a livello linguistico. Non ci sono molte interviste in inglese dello stilista romano, ma da quel poco che vediamo, Valentino se la cava abbastanza bene. Diciamo che, nei suoi discorsi, c'è solo il giusto ammontare di strafalcioni e italianate, abbastanza da fartelo volere bene, tipo quando, nel video qui sopra, cerca di dire "i was not running with a pen in my mouth, fixing the girl before she goes out to the runaway", ma pronuncia "i was not running with a peen in my mouth", ovvero "non correvo in giro con un cazzo in bocca", per la gioia degli intervistatori.

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ANNA DELLO RUSSO

Anna Dello Russo, giornalista di moda, stylist, editor-at-large di Vogue Japan, e autoproclamata Guardian of  de Fescion. Quello che stupisce nel caso di Anna e del suo inglese tutt'altro che perfetto è proprio il suo ruolo da giornalista, e non designer, che opera a livello internazionale, e che cerca di affermarsi come stella globale di internet. D'altronde, nel video qui sopra Anna lo dice da sola: "fashion is my real language" e il suo guardaroba è la sua "biblioteque".

In altre parole, Anna è capace di leggere la moda. Voi, invece, sareste capaci di indossare un libro?