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Demented parla da solo

La mente va di corpo

Perché pensare al corpo e alla mente come due cose che devono andare naturalmente insieme mi pare un po’ troppo.

Illustrazione di Simone Tso.

Cari miei, nell’articolo precedente mi sono sbilanciato per quanto riguarda il corpo e il suo uso nella pratica del piacere sessuale. A questo punto però dovrei tornare a monte, cioè sul rapporto che c’è fra mente e corpo, un rapporto che immagino gran parte di voi prenderà in considerazione con le pinze. La mente è una cosa talmente vaga che uno direbbe pure: ma che cos'è 'sta mente? Il corpo invece possiamo toccarlo, sappiamo che è concreto. Quindi direi che la mente è astrazione pura, è una sensazione di qualcosa. Questo qualcosa la scienza non l’ha individuato e tantomeno le varie religioni della terra, anche se loro hanno trovato un modo per incanalarlo insieme a una serie di altre energie: questo modo si chiama “persuasione”.

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Il motivo per cui mi va di parlare di questa cosa è perché in questi ultimi giorni sono perseguitato da un’ossessione. Ve la spiego subito.

Avete presente il cranio? Ecco, ha una forma che può ricordare un grembo materno. Nel grembo materno cresce una creatura che durante la gestazione ti mette a dura prova; diciamo che pilota le tue scelte, se vuole mangiare devi mangiare, ecc ecc. Ecco, cosa c’è nel cranio? Un affare grigio e molle che mi fa camminare, parlare, pensare, mi fa fare tutto e io lo nutro pure come un bebè. Mi fa fare tutto, ma che cazzo è? Potremmo pensare che è una forma di vita altra da noi, di cui noi siamo solo delle corazze, degli strumenti, siamo il nutrimento e la possibilità di difendersi da elementi esterni. In poche parole, ho questo trip per cui sono occupato da un essere alieno. Sicuramente so la metà di quello che dovrei sapere, però ecco, pensare al corpo e alla mente come due cose che devono andare naturalmente insieme mi pare un po’ troppo.

Faccio un esempio pratico parlando di droga: se avete mai provato l’oppio—immagino di sì, e posto che ognuno avrà le sue reazioni—nel mio caso il corpo si rilassa a livello di paralisi mentre la testa vuole muoversi. In pratica c’è un contrasto tale che alla fine il cesso mi chiama per vomitare. Oppure, per cambiare argomento, quando state per svegliarvi la mattina e la mente è vigile mentre il corpo sembra in coma irreversibile, praticamente morto a ogni stimolo cerebrale, tanto che vorreste urlare come un topo nella gabbia. Questa cosa si chiama “paralisi nel sonno”, può durare anche svariati minuti ed è indubbiamente una cosa stranissima da spiegare, un cortocircuito di messaggi che evidentemente fa capire come questa macchina di carne non sia spesso ben oliata.

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È ovvio che mente e corpo per lavorare bene insieme devono cooperare, coordinarsi e via dicendo. Ma non credo sia questione di simpatia fra di loro, quanto di funzionalità. D’altronde il mio cervello non mi ha mai stretto la mano, anzi: potrei dire che non abbiamo neanche mangiato insieme, lui sta sempre al piano di sopra nella verandina.

La gente ha problemi ad accettare il proprio corpo: fanno le diete, vanno in palestra, ingrassano a proposito, trovano tutti i modi possibili per cambiarlo come fosse una cosa estranea al proprio io. Di contro c’è chi ha problemi ad accettare la propria mente e diventa pazzo, infilandosi in testa certi garbugli che nemmeno una ruota nella gabbia di un criceto.

Ma sono le reazioni di chi si sente a disagio perché ascolta troppo il proprio corpo e la propria mente. E quindi sapete com’è: se vi sentite la lingua alla fine ve fa schifo, vi rotola in bocca e subito diventa un corpo estraneo. Invece il modo per affrontare questa dualità è non sentire affatto né l’uno né l’altra.

Noi siamo esseri astratti se ci pensate, quindi l’astrazione è la nostra ancora di salvezza: codesta astrazione può essere sintetizzata nel concetto di “anima”.

Vedersi allo specchio e immaginarsi sono due cose distinte, ma sicuramente se uno non vede la cellulite la indosserà con maggiore disinvoltura e grazia. E invece no, ‘sto corpo e ‘sta mente sono viste come due esseri giudicanti e severi quando si farebbero volentieri i cazzi loro—appunto—perché a regolare tutta una serie di cose c’è l’anima (de li mortacci nostri, come dicono a Roma). Spesso viene messa sotto il tappeto perché considerata facilona.

L’argomento è stato sempre al centro di dibattiti, in oriente e in occidente: massaggi ayurvedici, yoga, buddismo, psicoanalisi, sostanzialisti ed essenzialisti, computazionalisti bla bla bla. Trovo ci sia dell’interessante in ciascuna teoria, di cui la mia già è una specie di mix. Ma la cosa tanto bella quanto inquietante è che è la mente a cercare una spiegazione a se stessa: come se parlasse da sola, visto che siamo in tema. Ricordo un personaggio fondamentale delle Tartarughe Ninja, era Krang il cervello malvagio che si muoveva tramite robot: lì la mente era padrona incontrastata del proprio volere, qui nella realtà mi pare che invece sia molto insicura, quasi cucciolosa. Da una parte questa cosa ci salva, dall’altra no, perché saremo sempre soggetti a sopraffazione micidiale fino a quando non sapremo davvero chi o cosa siamo. La mente cerca in tutti i modi di non rivelarsi. Un motivo ci sarà, noi invece la stuzzichiamo col bastoncino come fosse una lumaca rintanata nel proprio guscio che vogliamo fare uscire a costo di ucciderla.

Forma aliena o meno, la mia mente ora mi sta dicendo che se non faccio attenzione ai cocktail che mi bevo non potrò più avere il piacere di discorrere di lei: ieri mi è arrivata in mano una bevanda che pareva veleno per topi e ora ho un hangover gigante. Indovinate dove mi trovo adesso? È proprio il caso di dire che a volte la mente va di corpo.

Segui Demented su Twitter: @DementedThement

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