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Di segni e di sogni

Non esserci

Disegnare i propri sogni aiuta a non confonderli con la realtà, oppure a confonderla ancora di più.

Sono diversi gli amici e i conoscenti che non ci sono più, e quando a non esserci più sono persone giovani la cosa è contro natura, o almeno fuori dall'idea dell'ordine delle cose che immaginiamo. Il più delle volte succede in circostanze brutte, mai con la leggerezza che ci si immagina per un ottantenne.

Vengo da un piccolo paese, uno di quei posti che si sviluppano intorno a una strada principale e cresce a destra e a sinistra di questa strada. Ci conosciamo tutti, almeno di vista. Il più delle volte quando succede a un giovane finisce che gli dedicano un qualche torneo di calcetto dove gli amici non giocheranno mai.

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L'ultima volta che son tornato era per Natale, e mentre ero in viaggio mi chiama mia madre e mi dice che lui aveva deciso di non esserci più. Mi ha stupito la cosa? No, da lui potevi aspettarti di tutto, ma è stato comunque un pugno allo stomaco.

Mi è capitato più e più volte di sognarlo, sogno sempre che esiste ancora, che mi racconta che era una finta, un modo per riposarsi un po' lontano da rotture di palle e giudizi, mi dice che adesso è finita la messa in scena e tutto va bene, si scusa per non avermelo detto, ma io ero fuori dal paese, lontano da quella strada e dalle sue case che salgono a destra e scendono verso sinistra…

Lui, come me, girava a piedi e ci incontravamo spesso lungo quella strada principale. La stranezza è che andavamo sempre uno dalla parte opposta dell'altro quindi i nostri dialoghi non erano di quelli che fai forzatamente quando percorri una strada assieme. Ci si fermava, esordiva sempre chiedendomi come stava mio fratello e finiva col dirmi di salutarlo da parte sua, e in mezzo riusciva sempre a dirmi cose ingenue che mi facevano tenerezza. Lui non era una persona facile; non era nemmeno cattivo però. Era una persona sola, questo sì.

Nel breve periodo natalizio che mi son fermato in paese ne ho sentite di teorie sul suo avere deciso di non esserci e ogni volta mi mordevo le labbra per non sparare un sonoro vaffanculo ai miei interlocutori. SOLITUDINE, questo è, e il ridicolo è che un dramma della solitudine viva di tutta questa morbosa partecipazione.

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Con questo, nessuno ne ha colpa, ma cerchiamo di fare uno sforzo in più, tutti, per evitare che altri debbano nascondersi.