Pubblicità
Pubblicità
Il Codacons, invece, ha spostato il focus sul Guendalina chiedendo "un giro di vite nelle discoteche italiane e nei locali della movida." Quest'ultima—o meglio, "quelle notti da sballo sulla riviera salentina"—è stata l'oggetto di alcuni pezzi davvero notevoli. In uno pubblicato sul Corriere della Sera, ad esempio, si parte dalla premessa che Toma sia morto per le "pasticche" e lo "sballo," per poi descrivere in dettaglio le mollezze notturne e i vizi capitali commessi dal "baby-vacanziere."Tra i mille particolari registrati dalla penna acuminata del cronista, i miei preferiti sono quello per cui i ragazzi "ordinano il secchiello delle mille cannucce colmo di mojito e invitano a bere più ragazze possibili," e l'incredibile "nuovo modo per farsi male" in Salento—i "tampax alcolici" da "indossare" per via vaginale o rettale. In realtà, questa "ultima assurda perversione" è una vecchia e screditatissima cazzata; ma evidentemente noi ci siamo arrivati solo nel 2015.Questo tipo di narrazione pompata e sovreccitata si è infranta non appena sono arrivati i risultati dell'autopsia, che hanno annullato ogni tipo di speculazione e allarmismo. Lorenzo Toma, infatti, non è stato ucciso dalla "movida selvaggia," ma da una malformazione congenita—la cardiomiopatia ipertrofica.Se le famiglie esercitassero un po'piu'di controllo sui figli non morirebbe un 18enne la settimana in disco.Se non sai educare non procreare
— Francesco Errico (@WilfErrico)August 9, 2015
Pubblicità
Pubblicità
Passando a un livello più generale, in un dibattito intrappolato nelle sabbie mobili dell'emotività non c'è alcuno spazio per ragionamenti non dico complessi, ma che almeno cerchino di sfiorare la realtà delle cose.Tanto per mettere le cose in chiaro, l'ecstasy non è la droga che uccide di più, e i minorenni non sono le sue vittime predilette. Secondo i dati contenuti nella relazione annuale antidroga del 2014 redatta dalla polizia, la sostanza più letale è ancora la "vecchia" eroina. Nel 2015, inoltre, come evidenziato in questo articolo, sono stati "quattro i teenager che hanno perso la vita per l'abuso di droghe, mentre la stessa sorte è toccata a 49 persone di età compresa tra i 35 e i 39 anni."Questo non significa che non ci sia un problema da qualche parte (in Italia l'informazione/educazione sulle sostanze è pessima e al tempo stesso lo stigma associato a un consumo di qualunque tipo ancora fortissimo, per esempio), ma lasciare fuori dall'equazione dati del genere e affidarsi al sociologismo d'accatto non è la soluzione. Del resto, quando si è nel mezzo di un'emergenza montata ad arte tutto è lecito—compreso l'abbandono di qualsiasi cautela e scrupolo.Il cronista Carlo Rivolta, scomparso prematuramente nel 1982 a causa dell'eroina, diceva che lo "spessore umano" di un giornale lo si misura da "come dà la cronaca, se fa a brandelli la vita della gente o se cerca di aiutarla." Credo che in questi giorni chiunque abbia avuto modo di farsi un'idea di questo spessore.Segui Leonardo su TwitterForse la morte non è il peggio. Forse il peggio è un giornalista che racconta chi eri guardando le foto su facebook. — madeddoni (@madeddoni)August 11, 2015