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Perché hai tradito? L'abbiamo chiesto a un po' di ragazze

La gente mette corna a destra e a manca, e lo sappiamo da svariati secoli a questa parte. Ma la nuova ricerca di biologia evoluzionistica che vede le donne "programmate" a tradire ci pone davanti a nuove questioni.

Foto via Flickr/

Timothy Tolle.

La gente mette corna a destra e a manca, e lo sappiamo da svariati secoli a questa parte. Qualche settimana fa, però, la questione è tornata all'attenzione pubblica grazie a uno studio di biologia evoluzionistica secondo cui le donne sarebbero programmate per ricercare partner di riserva. Nello specifico, il partner di riserva servirebbe a rimpiazzare l'altro nel momento in cui quest'ultimo non fosse più percepito come utile: in caso di malattie o sperma reputato non all'altezza, la donna passerebbe semplicemente al compagno successivo.

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Dato che per un po' tutti ci siamo ripetuti la storia dell'uomo che tradisce per inseminare quante più donne possibili, come dovremmo comportarci di fronte a questa nuova ricerca? E cosa ne pensano le donne? Ho deciso di chiedere a un po' di ragazze che hanno tradito perché l'hanno fatto.

SUCCHIOTTI RIVELATORI

Sono sempre al verde, ma il mio ragazzo mi aveva pagato il biglietto, così mi sono sentita moralmente obbligata ad andare al Boomtown festival con lui. È finita che sono riuscita a salutare a stento i miei amici—anche perché lui mi aveva detto che se fossi sparita non mi avrebbe più fatta entrare in tenda. Iniziavo a chiedermi davvero che futuro potesse esserci in una relazione in cui lui, per il semplice fatto che pagava anche per me, poteva trattarmi come voleva. Ma allo stesso tempo non volevo nemmeno lasciarlo. Ho passato la maggior parte del tempo al festival a tenergli il broncio e quando sono tornata a Londra sono andata diretta nel mio locale gay preferito, dove ho conosciuto un tizio spagnolo di nome Xavier. Era un po' più giovane di me, ma diciamo che me l'ha fatto tranquillamente dimenticare. Abbiamo iniziato a baciarci in pista, attirandoci l'odio di tutti i presenti—che ci hanno rimproverati dicendo, "Guardate che questo non è un locale etero." Nei giorni successivi riuscivo a stento a muovere il collo, che tra l'altro era punteggiato di segni rossi simili a succhiotti. A complicare ancora di più le cose c'è che faceva molto caldo, per cui non potevo nemmeno mettermi un dolcevita. Alla fine, quando ho dovuto vedere il mio fidanzato, ho optato comunque per il dolcevita. Ovviamente non ha funzionato. Voleva sapere da dove arrivassero quei segni sul collo, così gli ho mentito e gli ho detto che al locale ci ero stata con la mia migliore amica, che mi aveva detto di essere "un po' confusa." Incredibilmente, se l'è bevuta. Stiamo ancora insieme. Ho iniziato a seguire Xavier su Instagram e non mentirò dicendo che non gli ho mai scritto in privato… – Charlie, 25 anni

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TRADIMENTI INCROCIATI

Immaginatevi di stare insieme a una persona da tre anni, senza farci sesso. Ecco, personalmente non devo immaginarmelo, perché quella persona era il mio fidanzato. All'inizio quando mi aveva detto che avrebbe voluto aspettare il matrimonio per fare sesso non l'ho preso troppo sul serio. Venendo io stessa da una famiglia piuttosto tradizionale lo capivo, ma al tempo stesso pensavo che sarei riuscita a persuaderlo. Mi sbagliavo: non c'era niente che riuscisse a smuoverlo.

Ora come ora, mi vergogno a pensare a tutte le serate sprecate a tormentarmi perché lui non mi dedicava attenzioni o a dannarmi per la mia scarsa autostima. Tanto per peggiorare le cose, avevamo messo in conto di sposarci dopo la laurea, e non mi andava di scaricarlo dopo tutte le energie e il tempo che avevo investito nella nostra relazione.

Mi sentivo in trappola, come se la mia vita sessuale (per quanto virtualmente inesistente) si stesse allontanando sempre di più. Poi una sera in cui ero fuori ho notato un ragazzo che mi lanciava occhiate continue, e dopo qualche ora ci sono finita insieme. L'atto in sé non è stato grandioso, ma era bello sentirsi desiderati. Non mi interessava nemmeno che fosse vergine—anche se l'ho scoperto solo dopo. Non mi sono nemmeno sentita eccessivamente in colpa: è venuto fuori che il mio ragazzo mi tradiva con una sua compagna di corso (quel tanto che bastava per mandare a monte il matrimonio, diciamo). Per un po', in attesa di superare la cosa, ho continuato a frequentare il ragazzo non più vergine.

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— Surjit*, 23 anni

UNA QUESTIONE DI PESO

A vent'anni ero quella che si definisce una ragazza in carne. Ma i ragazzi all'epoca preferivano termini molto meno delicati, e quando uscivo la sera finivo sempre per beccarmi qualche commento poco educato. Insomma, mi sentivo piuttosto esclusa. Poi, complice la moda del "mangiare sano" insufflata dai social network, ho provato a iscrivermi in palestra e a smettere di abbuffarmi di cibo.

Nel giro di un anno ho perso molto peso: ero una persona completamente diversa, e ancora oggi mi capita di trovare gente che non mi riconosce. Inizialmente la scelta di mettermi in forma era stata motivata da questioni di salute, ma man mano che perdevo peso c'era un'altra cosa che diventava evidente: i ragazzi mi notavano. All'inizio non mi interessava più di tanto: ero già fidanzata, era una relazione stabile e ogni tanto col mio ragazzo parlavamo anche di andare a convivere.


Guarda il nostro documentario sull'industria dell'amore digitale:


Poi ho iniziato a far caso alle attenzioni che ricevevo, e dopo un po' a flirtare. Pensavo non ci fosse niente di male. In fondo, non lo consideravo qualcosa di equiparabile a ciò che mi legava al mio ragazzo: stavamo insieme già prima che perdessi peso, e non mi consideravo una di quelle ragazze che scaricano il fidanzato non appena diventano "fighe".

Tutto ciò finché a una mostra non ho conosciuto un art director piuttosto insistente. Era affascinante, oltre che piuttosto su di giri per l'alcol, e alla fine gli ho lasciato il mio numero. Ci siamo scambiati messaggi per due settimane e ci siamo dati appuntamento a cena. Quando il mio ragazzo ha scoperto che ci eravamo baciati non ci sono state grosse reazioni—nessuna umiliazione, lui ha lasciato correre su quel particolare e io ho perso un po' di rispetto nei suoi confronti. Sapevo che se l'avessi fatto di nuovo mi avrebbe lasciata, ma… avevo imparato la lezione? No. Ho continuato a messaggiare con l'art director, e a breve ci rivediamo per cena.

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— Samia*, 24 anni

IN CHIESA

Ho avuto un'educazione molto religiosa. Quando è stato il momento di andare all'università avevo grossi problemi ad accettare la mia sessualità e avevo interiorizzato un sacco di omofobia per via dei miei genitori ultracattolici. Durante il mio primo anno di università vivevo con altre 12 ragazze ed ero terrorizzata dal pensiero di venire "beccata." Poco dopo mi sono trovata un ragazzo, ma è stato più che altro per autoconvincermi di essere etero. Il fatto che anche lui fosse omofobo non aiutava di certo. Poi ho incontrato una ragazza—la cosa ironica è che ci siamo conosciute in chiesa—che aveva i miei stessi problemi con la sua sessualità. L'attrazione è stata istantanea e siamo finite insieme. Se mi pento di aver tradito? Certo, ma ne sono nate un sacco di cose positive: per la prima volta nella mia vita mi sono sentita a mio agio con me stessa e poco dopo essermi messa con la mia ragazza ho fatto coming out con la maggior parte dei miei amici e con la mia famiglia. Anche se adesso io e lei non ci vediamo più, le devo moltissimo. – Maria, 26 anni

@its_me_salma

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