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Produrre Crystal-Meth ti fa saltare in aria

Dimenticatevi il laboratorio e gli intrugli alla Breaking Bad: il nuovo metodo di produzione della metanfetamina è molto più semplice e, soprattutto, letale.

La Crystal meth, la droga che costa poco, accende la libido e rovina la vita—amata dall'attore Tom Sizemore, da Fergie e molti altri sfortunati—è diventata ancora più facile da produrre, e ovviamente più pericolosa. Be', a meno che non desideriate perdere i denti e ritrovarvi ustioni di terzo grado sul 90 percento del corpo.

Il metodo “shake and bake” sta progressivamente prendendo il posto della procedura classica di lavorazione, che richiedeva un luogo isolato, attrezzatura da chimici e tanta pazienza (cosa che manca alle persone in astinenza da metanfetamina). Il metodo moderno impiega perlopiù gli stessi ingredienti della ricetta classica, ma invece di utilizzare l'attrezzatura specifica, prevede che questi vengano mescolati in una comunissima bottiglia di plastica con un po' d'acqua.

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Per produrre la metanfetamina basta agitare il contenuto della bottiglia per un quarto d'ora, e la sostanza ricavata è più forte di quella creata col metodo classico. Sembra perfetto, no? Sì, tranne per un piccolissimo dettaglio: molte volte, la bottiglia esplode.

Il problema è che il composto è molto meno stabile se si trova in una bottiglietta sbatacchiata a caso invece che in un laboratorio. Il litio può fare reazione con l'acqua—o con l'aria, se si apre il tappo troppo presto—ed esplodere, lasciando così il cuoco travolto dalle fiamme. Le vittime di tali esplosioni continuano ad affollare i centri ustioni di tutti gli Stati Uniti, tanto che alcuni sono obbligati a chiudere a causa delle risorse prosciugate da tossici senza assicurazione sanitaria.

Volendo sapere di più su questo metodo mi sono messo in contatto con Tommy Farmer, detective del Tennessee a capo di una task force specializzata in metanfetamina.

VICE: Ehi Tommy, perché le bottiglie esplodono, cos'è che va storto?

Tommy: È una combinazione di fattori, ma sostanzialmente dipende dai “cuochi” che si sentono troppo sicuri. Spieghiamo loro che è quasi scontato che scoppino, perché la composizione del mix e la velocità di reazione lo rendono altamente esplosivo. Gli ingredienti sono nitrato d'ammonio, idrossido di sodio, pseudoefedrina ed etere, e con l'acqua formano un composto molto pericoloso.

Quindi un po' di conoscenza della chimica può salvare la vita?

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Be', sì e no. Il problema è che si usano attrezzi improvvisati, e queste sono le conseguenze. Quando si crea una reazione endotermica in una bottiglia di plastica non si possono prevedere i risultati. Anche gli esperimenti che abbiamo fatto nei nostri laboratori sono stati un fallimento e spesso ci sono state reazioni chimiche pericolose. La differenza è che noi indossiamo tute ignifughe, ma i cuochi di metanfetamina non hanno 1200 dollari per comprarsene una, e quindi finiscono nei centri per grandi ustionati. Al momento negli Stati Uniti un terzo di questi centri è pieno.

Le esplosioni stanno diventando un problema molto serio per questi centri?

Assolutamente sì. Se l'esplosione avviene in un appartamento, in un motel, o in una macchina in corsa il rischio coinvolge anche altre persone. Se non vengono divorati dalle fiamme, i responsabili finiscono in un centro ustioni. In quello della zona in cui operiamo, il centro Vanderbilt, un terzo dei pazienti è lì a causa della metanfetamina, e abbiamo scoperto che questa non è un'anomalia del Tennessee, ma una situazione comune in tutti gli Stati Uniti. Gran parte dei tossici non ha l'assicurazione sanitaria, pesando molto sull'economia dei centri. Il costo medio a paziente può arrivare anche a milioni di dollari.

Cavolo. Quando hai scoperto il nuovo metodo?

Sapevamo che nella West Coast esisteva già nel 2003, non è arrivato nel Sud fino al 2007, ma ogni anno la sua popolarità aumenta in maniera esponenziale. Direi che ormai l'80 percento dei laboratori che sequestriamo usa questo metodo. Tecnicamente ogni singola bottiglia conta come un laboratorio, e c'è chi dice che questo falsa le statistiche, ma di solito non ne troviamo mai una sola. Una volta ne abbiamo sequestrate 98, e in media a ogni sequestro ne contiamo tre o quattro.

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Perché pensi che abbia preso piede il nuovo metodo? Perché è più facile, o è colpa della recessione?

Penso che dipenda dalla complessità del problema delle metanfetamine. Se quelli che le assumono non devono dipendere dai produttori o dagli spacciatori, non si devono preoccupare di avere dei contatti per arrivare alla droga. Così pensano di passare inosservati, vogliono la droga più pura, e il fatto di prodursela da soli dà loro l'impressione di controllarne la qualità.

Il nuovo metodo delle bottiglie ha fatto aumentare il consumo di crystal meth, rendendola più accessibile. Pensi che sia diventata la droga più pericolosa in America?

Assolutamente, se si considera anche la produzione. È la droga peggiore che abbia mai visto in tutta la mia carriera. È estenuante anche solo la ricerca dei laboratori, e ha un impatto devastante sulla comunità sotto molti punti di vista. Se si considerano solo il prodotto e gli effetti diretti sui consumatori, si può dire che dà dipendenza come il crack o l'eroina. Con quelle droghe si ha a che fare col prodotto finito, ma nel nostro caso ci sono anche i laboratori, e questo complica moltissimo la faccenda.

Come agiscono le Forze dell'ordine?

Non possiamo usare i classici metodi di indagine; gli agenti devono essere in grado di entrare nei laboratori e stabilizzare e isolare le sostanze e smantellare l'attrezzatura. Dobbiamo essere certi che tutti abbiano le protezioni necessarie, che si trovano in apposite vetture che posizioniamo strategicamente. Abbiamo anche un sistema di intelligence statale che ci permette di rintracciare la pseudoefedrina e che permette alle Forze dell'ordine di segnalare e trovare i laboratori clandestini.

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Ti capita spesso di sentire storie particolarmente tragiche?

Ogni mese, sì. Sono stato chiamato da una famiglia che si era trasferita in una casa con della metanfetamina di cui non eravamo a conoscenza, e i figli avevano problemi respiratori. Ho anche visto bambini che accidentalmente hanno raccolto dei contenitori di vetro usati per produrre la droga, ne hanno bevuto il contenuto e si sono ritrovati con l'esofago distrutto dall'acido solforico. Cose di questo genere capitano ogni mese, è assurdo.

Segui Henry su Twitter: @Henry_Langston Leggi anche:

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