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Μodă

Questo manichino è il più grande fashion blogger di Milano

Abbiamo intervistato Fashion Dummy, il manichino fashion blogger che da qualche tempo gira per le inaugurazioni e le settimane della moda milanesi indossando chiodi di Zara e abiti di marca. E che chiaramente è una presa per il culo.
Vincenzo Ligresti
Milan, IT

"Mega Party dal mitico Philipp Plain, è stato un onore poter partecipare a questo evento." Tutte le foto per gentile concessione di

Fashion Dummy..

A Milano, cercare di schivare i discorsi e gli eventi legati alla moda è come tentare di scansare le cacche di cane al parco: per quanto tu possa stare attento­, presto o tardi ne pesterai una, e anche dopo aver pulito la suola quella sensazione di disagio ti rimarrà attaccata a lungo. Devi imparare a farci l'abitudine, a modo tuo. A me questa fortuna è capitata qualche tempo fa, quando sono incappato nell'unico fashion blogger che seguo con costanza.

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Oltre a possedere un suo gusto, a essere sempre nel posto giusto al momento giusto e a gestire un blog in cui pubblica i suoi look storpiando in tutta tranquillità l'inglese e i nomi dei marchi, lui è—nel vero senso etimologico del termine—un manichino.

La prima volta che ho visto Fashion Dummy (così si chiama) è stato quando mi sono ritrovato sulla home di Facebook un articolo in cui si mischiava umilmente tra la gente comune per uno shooting sui Navigli—"It's always nice on Sunday walk around the Navigli in Milan." Ma mi ha conquistato definitivamente quando da precursore impegnato nel sociale ha indossato il chiodo giallo di Zara ben prima dell'approvazione di una norma che permette agli studenti inglesi di poter portare la gonna a scuola.

Dopo essermi spulciato il suo blog ho deciso di scrivergli. Incredibilmente, nonostante gli impegni legati alla settimana della moda uomo, il mattino successivo mi ha risposto. Così mi sono ritrovato in un salotto in Paolo Sarpi, mentre il manichino mi guadava con gli occhi vacui e il "suo fotografo personale"—che mi ha chiesto di rimare anonimo—mi ha spiegato come è nato Fashion Dummy e se si tratta di quello che sembra: una palese presa per il culo.

"Hi Guys, this is my outfit for work, today I had a business conference with some important brands. You will soon receive some updates!"

VICE: Com'è nato il progetto?
Il team di Fashion Dummy: Ero al parco con amici e per cazzeggiare ci siamo messi a guardare i profili di alcuni fashion blogger, soprattutto uomini, come Filippo Fiora, Tommaso Rosati, Mariano Di Vaio, e abbiamo pensato che con le loro pose plastiche e i filtri giusti sembrassero dei manichini da vetrina.

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Quindi, da lì è venuta l'idea: prendere un manichino e costruirci attorno un personaggio. Un fashion blogger che si rispetti ha pagine Facebook, Instagram e Twitter ben aggiornate, e un sito. Tra tutte queste, una delle cose di cui vado più fiero è la sezione "about", in cui ho inserito le skill un po' alla IED, tra cui creatività e puntualità ovviamente scarse, ma un buon 97 percento di fermezza perché se qualcuno non lo sposta, il manichino non si muove. Insomma, per far capire che è una palese presa per il culo.

"It's always nice on Sunday walk around the Navigli in Milan. Where do you spend your Sunday?"

Prima di passare alle domande serie: dove diavolo si pesca un manichino? Lo hai rubato?
In questo periodo sto vivendo temporaneamente in Paolo Sarpi, ma non l'ho trafugato dalla vetrina di un negozio cinese. Credo sia stata la scelta più difficile, perché ne volevo uno che rispecchiasse certi canoni estetici ma che allo stesso tempo non costasse troppo. Ma ho scoperto che un pezzo di plastica alto un metro e novanta e coi genitali accennati può costare un occhio della testa.

Alla fine l'ho preso su Ebay e me lo hanno spedito dalla Germania. Mi è costato circa 80 euro, ed è addirittura approvato dall'azienda farmaceutica Bayer—non chiedermi perché. Come puoi vedere, è stato un ottimo acquisto: ha le labbra che sembrano rifatte, la pelle tirata come un blogger di provincia, e gli occhi vacui perfetti per la causa.

"Il look che propongo per questo pomeriggio di cardio-shopping è semplice ma ricercato, sempre di marca ma con un twist intellettuale per l'occhiale da vista che fa sempre cultura."

A proposito della causa, qual è il significato del progetto?
Innanzitutto, è un'imitazione parodistica di tutto il contorno che si è creato attorno al sistema moda. Avendo collaborato con diverse case per alcuni servizi, mi sono accorto che negli ultimi anni i wannabe si sono moltiplicati esponenzialmente e con loro i modelli per il pubblico. Quindi se da un lato ironizza su tutti personaggi eccentrici che sostano agli ingressi delle sfilate e ottengono—o provano a ottenere—per vie traverse gli accrediti, dall'altro trolla chi poi va a guardarsi le gallery su di loro.

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In mezzo a questa risma di apparenze c'è poi chi riesce davvero a emergere e a guadagnarci, diventando una sorta di vetrina per creme abbronzanti e pantaloncini coi risvolti che comprerà chi li segue.

"Oggi è il mio primo giorno alla fashion week uomo di Milano, mi sento veramente emozionato a far parte di questo mondo."

Insomma, cerchiamo di descrivere un sistema basato sul nulla, ma altrettanto geniale nei suoi personaggi e meccanismi di marketing contorti. La tesi che vorremmo dimostrare è questa: che per un brand se sei un manichino, una persona o una ciabatta e hai una certa visibilità, hai potenzialmente la stessa valenza. Fashion Dummy è una sorta di fiaba di Collodi in chiave moderna, col manichino che vuole diventare fashion blogger per dire che in fondo non c'è morale.

Hai iniziato a parlarne al plurale. Chi collabora con te al progetto?
Inizialmente ero da solo, ma poi mi sono accorto di non saperne un granché di moda. Quindi adesso siamo in tre. La prima ragazza è un avvocato, e proprio per questo quando ci presentiamo a inaugurazioni, nei negozi o in giro, parla lei a nome di tutti. Ma il suo lavoro non consiste solo in questo, si occupa di curare i social e soprattutto di fare ricerca.

"In via Canonica 54 si è svolta l'inaugurazione del nuovo punto vendita KATHAY, negozio specializzato in alimenti asiatici ed internazionali. […] L'arredamento minimale rende l'ambiente pulito e ordinato."

Quando, per esempio, è scoppiata la moda del chiodo giallo, è stata lei a volerlo far indossare fortemente al manichino. Lo ha comprato a sue spese, ma poi è andata di corsa a cambiarlo—le stava stretto.

La seconda socia, invece, è una fashion designer. Non ci conoscevamo, ma quando l'ho contattata il feedback positivo è stato immediato. Inoltre si occupa di scrivere i testi dei post, perché anche per partorire "un giro in via della Spiga è tutto quello che mi serve nelle giornata in cui mi sento giù di corda" bisogna saperci fare.

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E i vestiti dove andate a prenderli?
A parte il chiodo giallo, gli abiti li cerchiamo tra amici e conoscenti. Il più delle volte attraversiamo la città per andare a prenderli e restituirli.

"Cosa ci può essere di più cool di una bella rinfescata all'ombra della torre unicredit?"

A proposito di traversate, come portate in giro il manichino?
Quando l'ho comprato ne ho scelto apposta uno che si potesse smontare. Mettiamo testa e braccia in una sacca e busto e gambe in un trolley della spesa. Nonostante questo, sembriamo comunque abbastanza ridicoli. Le gambe, infatti, sbucano dal trolley e nel frattempo la gente ti fissa da ogni dove. C'è chi è semplicemente incuriosito e chi ti domanda se stai trasportando un cadavere.

Arrivati a destinazione, c'è il momento del montaggio. Il manichino ha bisogno almeno di dieci minuti per la preparazione. All'inizio ci mettevamo anche di più, ma poi abbiamo trovato alcuni stratagemmi, come inserire un braccio nella manica della giacca e poi attaccarlo in un secondo momento al busto.

"Outfit Rosa shocking per me ieri sera in Piazza Duomo per la finale di Champions è stato bellissimo poter arbitrare."

Come scegliete gli eventi a cui andare?
Cerchiamo gli eventi mainstream—non solo quelli legati alla moda—che interessano al grande pubblico per far conoscere il progetto. Per esempio, ultimamente, vestito da arbitro fashion, abbiamo piazzato il manichino prima in Duomo durante la finale di Champions League e poi in Darsena durante la proiezione di Italia-Belgio. Durante questa settimana della moda lo portiamo a più eventi e sfilate possibili, come all'ingresso di quelle di Canali e Versace. Dove la gente è sempre molto incuriosita dal manichino, ma non credo comprenda bene quanto in realtà sia simile a loro. Segui Vincenzo su Twitter.

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