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Il team di Fashion Dummy: Ero al parco con amici e per cazzeggiare ci siamo messi a guardare i profili di alcuni fashion blogger, soprattutto uomini, come Filippo Fiora, Tommaso Rosati, Mariano Di Vaio, e abbiamo pensato che con le loro pose plastiche e i filtri giusti sembrassero dei manichini da vetrina.
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In questo periodo sto vivendo temporaneamente in Paolo Sarpi, ma non l'ho trafugato dalla vetrina di un negozio cinese. Credo sia stata la scelta più difficile, perché ne volevo uno che rispecchiasse certi canoni estetici ma che allo stesso tempo non costasse troppo. Ma ho scoperto che un pezzo di plastica alto un metro e novanta e coi genitali accennati può costare un occhio della testa.Alla fine l'ho preso su Ebay e me lo hanno spedito dalla Germania. Mi è costato circa 80 euro, ed è addirittura approvato dall'azienda farmaceutica Bayer—non chiedermi perché. Come puoi vedere, è stato un ottimo acquisto: ha le labbra che sembrano rifatte, la pelle tirata come un blogger di provincia, e gli occhi vacui perfetti per la causa.
Innanzitutto, è un'imitazione parodistica di tutto il contorno che si è creato attorno al sistema moda. Avendo collaborato con diverse case per alcuni servizi, mi sono accorto che negli ultimi anni i wannabe si sono moltiplicati esponenzialmente e con loro i modelli per il pubblico. Quindi se da un lato ironizza su tutti personaggi eccentrici che sostano agli ingressi delle sfilate e ottengono—o provano a ottenere—per vie traverse gli accrediti, dall'altro trolla chi poi va a guardarsi le gallery su di loro.
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Inizialmente ero da solo, ma poi mi sono accorto di non saperne un granché di moda. Quindi adesso siamo in tre. La prima ragazza è un avvocato, e proprio per questo quando ci presentiamo a inaugurazioni, nei negozi o in giro, parla lei a nome di tutti. Ma il suo lavoro non consiste solo in questo, si occupa di curare i social e soprattutto di fare ricerca.
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A parte il chiodo giallo, gli abiti li cerchiamo tra amici e conoscenti. Il più delle volte attraversiamo la città per andare a prenderli e restituirli.
Quando l'ho comprato ne ho scelto apposta uno che si potesse smontare. Mettiamo testa e braccia in una sacca e busto e gambe in un trolley della spesa. Nonostante questo, sembriamo comunque abbastanza ridicoli. Le gambe, infatti, sbucano dal trolley e nel frattempo la gente ti fissa da ogni dove. C'è chi è semplicemente incuriosito e chi ti domanda se stai trasportando un cadavere.Arrivati a destinazione, c'è il momento del montaggio. Il manichino ha bisogno almeno di dieci minuti per la preparazione. All'inizio ci mettevamo anche di più, ma poi abbiamo trovato alcuni stratagemmi, come inserire un braccio nella manica della giacca e poi attaccarlo in un secondo momento al busto.
Cerchiamo gli eventi mainstream—non solo quelli legati alla moda—che interessano al grande pubblico per far conoscere il progetto. Per esempio, ultimamente, vestito da arbitro fashion, abbiamo piazzato il manichino prima in Duomo durante la finale di Champions League e poi in Darsena durante la proiezione di Italia-Belgio. Durante questa settimana della moda lo portiamo a più eventi e sfilate possibili, come all'ingresso di quelle di Canali e Versace. Dove la gente è sempre molto incuriosita dal manichino, ma non credo comprenda bene quanto in realtà sia simile a loro. Segui Vincenzo su Twitter.Segui Fashion Dummy su Instagram e Facebook.Segui la pagina Facebook di VICE Italia: