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Da ormai diverso tempo, esperti e ricercatori studiano i meccanismi che stanno dietro alla viralità delle notizie false, specialmente sui social network. Secondo l'informatico Walter Quattrociocchi, coordinatore del Laboratory of Computational social science dell'IMT di Lucca, "le bufale si diffondono tanto, e velocemente, semplicemente perché sulla rete sociale tendiamo a fare amicizia con persone simili a noi, che fruiscono i nostri stessi contenuti." Inoltre, chi si informa sulle pagine "alternative" dedica alle diverse notizie "la stessa quantità di attenzione, tutto indipendentemente dalla qualità dell'informazione, e persino della sua veridicità, perciò le notizie false hanno la stessa rilevanza delle notizie vere."È anche e soprattutto per la struttura di queste reti sociali, come si sostiene nello studio "Viral Misinformation: The role of Homophily and Polarization," che il debunking non basta a smorzare la viralità delle bufale—paradossalmente, anzi, potrebbe rinforzarla. "Più un utente è dedito al consumo di informazioni complottiste," si legge nel paper, "più l'aggiunta di post o satirici o di debunking aumenterà la probabilità di continuare a fruire di articoli complottisti."++ Rabbia e disgusto per — Luca Zaia (@zaiapresidente)July 29, 2015
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