La crisi greca in 40 foto

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La crisi greca in 40 foto

Nel mese di maggio cadrà il quarto anno dal momento in cui la Troika ha preso le redini dell'economia greca. Il fotografo Dimitris Michalakis ha selezionato 40 immagini che ripercorrono il periodo e offrono un'istantanea del collasso del Paese.

Nel 2014 è caduto il quarto anno dal momento in cui Commissione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale hanno preso le redini dell'economia greca. Per quanto sia importante, non è un anniversario che molti vorranno festeggiare.

Per l'occasione, più come ricordo che come celebrazione, il fotografo Dimitris Michalakis ha selezionato 40 fotografie da lui scattate nel corso di questi anni per descrivere l'impatto sociale dell'austerity in Grecia.

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Molte manifestazioni sono sfociate in scontri, con danni anche a edifici di valore storico e architettonico.

Buona parte della popolazione si oppone alle misure di austerity. Nel corso delle proteste ad Atene e altre grandi città, così come nella vita quotidiana, la repressione della polizia è diventata una costante.

Nei giorni delle proteste più grandi, la presenza dei poliziotti si conta in migliaia. Negli ultimi anni, anche gli stipendi degli agenti di polizia hanno subito tagli.

Il tasso di suicidi ha subito un incremento drammatico. Negli ultimi quattro anni i casi di suicidio e tentato suicidio hanno sforato il tetto dei 3.000. Alcuni sono legati a rivendicazioni politiche, come per il pensionato Dimitris Christoulas.

Disoccupazione, tagli agli stipendi e alle pensioni, aumento delle tasse e incremento dei prezzi hanno portato a un netto peggioramento del tenore di vita della popolazione.

430.000 bambini vivono al di sotto della soglia di povertà.

La crisi economica ha colpito principalmente la classe media, colonna portante della società greca. I poveri sono sempre di più.

Dal 2012, le aggressioni di stampo razzista contro la comunità rom sono aumentate. Maria e la sua famiglia sono tra le vittime dell’attacco contro un campo rom portato a termine da 80 persone sotto la guida di rappresentanti locali di Alba Dorata.

Tra le categorie più colpite c’è quella dei migranti, sfruttati, sottopagati e spesso minacciati dai datori di lavoro. È quanto successo a Manolada ad aprile del 2013, quando 28 lavoratori originari del Bangladesh sono stati ricoverati dopo che i caporali avevano aperto il fuoco su di loro.

Nella sola città di Atene ci sono circa 25.000 senzatetto. Nonostante le centinaia di case vuote il comune non ha intrapreso azioni di sostegno nei loro confronti, e la maggior parte dorme per strada tutto l’anno.

George è un contadino, padre di tre figli. Lavora dalle 12 alle 15 ore al giorno; negli ultimi quattro anni i suoi guadagni si sono ridotti del 70 percento.

Stamatia è disoccupata, non ha l’assicurazione né accesso al sistema sanitario. Fa lavori saltuari e sopravvive grazie agli aiuti dei vicini. Anche il marito è disoccupato. Prima lavorava nell’edilizia, settore in crisi dal 2011.

La generazione di mio padre, nato nel 1964, è tra le ultime ad aver beneficiato dell’assistenza sanitaria gratuita.

Questa è la casa di Niko, costruita con materiali di scarto a 100 metri dalla spiaggia.

A gennaio del 2014, piccoli e medi agricoltori hanno manifestato contro nuove tasse e tagli ai sussidi, l’aumento del prezzo del carburante e dei costi di produzione a fronte del crollo dei prezzi di vendita dei loro prodotti.

Quando i migranti trovano lavoro come braccianti la polizia chiude un occhio, spesso d’accordo con i proprietari dei campi. A stagione finita, però, molti sono costretti a nascondersi nei boschi per timore di essere arrestati e rimpatriati.

I carrelli sono diventati un elemento ricorrente nelle strade di Atene. Senzatetto e migranti raccolgono scarti di metallo nella speranza di rivenderli.

Un’indagine del 2012 condotta su 214 persone mostra che il 64,8 percento era senza fissa dimora da meno di due anni, ovvero col sopraggiungere della crisi. L’89,7 percento era composto da greci, il restante da stranieri, all’82,2 percento uomini e, per il 60,7 percento, in una fascia d’età compresa tra i 41 e i 55 anni. Uno su cinque aveva un’educazione universitaria, e il 40 percento la licenza superiore. Costas ha 57 anni ed è disabile. Dorme nella sua macchina.

Uno dei pochi settori non in perdita è quello del banco dei pegni. Le indagini hanno mostrato che molti non operano nella legalità e spesso nascondono attività di riciclaggio.

Da una recente indagine sugli effetti dell’austerity sulla salute mentale emerge che il 12 percento dei greci corrisponde al profilo di depressi clinici. I più colpiti sono le donne della fascia d’età 35-44 e 55-64 anni, quelli con un basso livello d’istruzione e un reddito mensile inferiore ai 400 euro, i disoccupati e i sottoccupati. Nel 2008 la media nazionale era del 3,3 percento.

Il 13,1 percento degli studenti abbandona gli studi e cerca un lavoro. Al tempo stesso, 2/3 dei giovani sono senza lavoro. C’è chi li ha definiti la “generazione perduta,” poiché il Paese si trova nel sesto anno consecutivo di recessione.

In Grecia ci sono circa 100.000 consumatori di eroina. Nel 1980 erano 2.000. Il 58,9 percento di questi è disoccupato.

I dati del centro nazionale di ricerca sociale parlano di un tasso di crescita della prostituzione del 1.500 percento fino a inizio 2012.

Il comune di Atene mette a disposizione di senzatetto e poveri 2.000 porzioni di cibo a pranzo e 2.000 a cena.

Perama è uno dei quartieri dove il problema degli alloggi è più forte, poiché in tanti non sono più in grado di pagare l’ipoteca sulla casa.

Molti pensionati vivono in uno stato di povertà assoluta, impossibilitati a pagare affitti, bollette e medicinali.

Il 27 percento delle famiglie greche non può coprire le spese di base. Molti si rivolgono alle iniziative di chiese, associazioni caritatevoli e ONG.

I datori di lavoro, soprattutto nel settore industriale e delle costruzioni, non applicano le misure di sicurezza per ridurre i costi.

Helleniki Halyvourgia, una delle industrie più importanti del paese, ha sfruttato la crisi finanziaria per costringere i lavoratori a firmare nuovi contratti, con salari inferiori e licenziamenti. La produzione si è fermata e la fabbrica non ha prodotto per 272 giorni.

I cantieri di Scaramaga davano lavoro a 6.000 persone. A ottobre 2013, dopo indagini e scandali, il cantiere ha ufficialmente chiuso.

Anche se il settore del commercio navale greco conserva una posizione di punta, gli scioperi sono all’ordine del giorno.

In alcune regioni il sistema idrico ha grossi problemi. Nella regione di Halkidiki, per esempio, l’alta concentrazione di arsenico minaccia le riserve idriche.

Alcune delle malattie debellate nel corso degli ultimi decenni sono nuovamente comparse. A Evros e Scala si sono registrati casi di malaria.