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Mentre prosegue la tregua, a Gaza si cerca ancora tra le macerie

A diverse ore dall'inizio della tregua tra Israele e Hamas, gli abitanti di Beit Lahia e Beit Hanoun, nel nord della Striscia, hanno cominciato a tornare alle loro case dopo quasi quattro settimane di attacchi.

Mentre regge la tregua tra Israele e Hamas, gli abitanti di Beit Lahia e Beit Hanoun, nel nord della Striscia di Gaza, hanno cominciato a tornare alle loro case dopo quasi quattro settimane di attacchi.

Fino a ieri, infatti, le zone più colpite erano praticamente deserte per timore di nuove incursioni; a Beit Hanoun le strade hanno ripreso a popolarsi, accompagnate dalla riapertura dei negozi. Come a Beit Lahia, però, la stima dei danni e la ricerca dei corpi, alcuni dei quali dispersi fin dall'inizio degli attacchi, hanno impegnato una parte consistente della popolazione.

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Abbiamo incontrato la famiglia al-Nasri mentre si preparava a seppellire Mohammed, 26 anni. Poco lontano qualcuno aveva appena scoperto altri corpi, e il corteo ha seguito il bulldozer per procedere all'estrazione.

La famiglia al-Wahadan stava cercando 12 membri della famiglia apparentemente ancora intrappolati sotto le macerie. "Siamo povera gente," mi ha spiegato Sami al-Wahadan quando abbiamo chiesto perché gli attacchi avessero colpito la loro casa, "qui nessuno fa parte della resistenza."

La presenza di mosche in corrispondenza di alcuni cumuli segnalava piuttosto chiaramente la collocazione dei cadaveri. Tuttavia, a causa delle munizioni utilizzate e del tempo trascorso, molti erano in stato avanzato di decomposizione, e le persone impegnate nelle ricerche si sono trovate in più occasioni a estrarre ossa e brandelli per poi raccoglierli in sacchi da destinare alla sepoltura.

Due bambini cercano tra le macerie a Beit Lahia.

Segui Henry Langston su Twitter: @Henry_Langston