FYI.

This story is over 5 years old.

televisione

Abbiamo fatto guardare Ciao Darwin a un non italiano per capire cosa ne pensa

Dopo il tweet su Ciao Darwin dell'editor di Buzzfeed Canada, abbiamo chiesto a un collega francese di seguire una puntata del programma.

Fino a qualche tempo fa, in Italia un sacco di persone sembravano essersi dimenticate dell'esistenza di Ciao Darwin . Poi l'editor di Buzzfeed Canada, dopo aver visto per caso una puntata, ha deciso di commentare il programma chiamando in causa la fine dell'umanità, e così facendo ha scatenato il panico . Da una parte c'è chi ha definito Ciao Darwin trash, volgare e fuori tempo massimo, dall'altra chi lo considera divertente, onesto o al di là del politically correct.

Pubblicità

Ma cosa pensa effettivamente un non italiano di un programma come Ciao Darwin ? Per scoprirlo abbiamo chiesto a un collega francese di sottoporsi alla visione di una puntata della settima stagione, e questo è ciò che ci ha detto.

Prima di oggi avevo già sentito parlare di Ciao Darwin, ma pensavo si trattasse di un programma scientifico. Mi immaginavo dei dibattiti sull'evoluzione della specie, corredati dagli interventi di antropologi e biologi e pieni di uomini coi pantaloni troppo corti e le camicie troppo strette. Ho appena finito di guardare la seconda puntata della settima stagione, e no, Ciao Darwin non ha niente a che fare con la scienza. Anche le camicie troppo strette non c'entrano.

Se ora come ora dovessi descrivere Ciao Darwin a un altro francese, utilizzerei tre semplici aggettivi: stupido, grottesco e affascinante. In questo senso, Paolo Bonolis è una specie di Cyril Hanouna. In Italia il nome non vi dirà niente, ma fatelo a un francese e potrete osservare anche l'ultimo scampolo di attività intellettuale abbandonare il suo cervello uno spezzone dei suoi programmi dopo l'altro—le torte in faccia, le piscine di cacca, i costumi da pulcino.

Quanto a me, io sono nato in Francia da padre italiano e madre francese. Ho sempre rispettato le mie origini, motivo per il quale ho studiato l'italiano, sono stato un numero sufficiente di volte in Italia e per un periodo ci ho anche vissuto. In questo tempo non sono rimasto immune al palinsesto nazionale, e ho imparato a familiarizzare con programmi di qualità a dir poco modesta come I Raccomandati, Mezzogiorno in famiglia o Affari tuo i.

Pubblicità

Questo per dire che non ero totalmente impreparato. Dopo che mi è stato chiesto di sottopormi alla visione di Ciao Darwin, però, ho deciso di non informarmi sulla questione Craig Silverman. Non volevo farmi condizionare, e per quello che ne sapevo Silverman poteva essere incappato in un programma italiano come un altro: qualche imprescindibile velina, un retrogusto kitsch e altre particolarità anni Novanta incomprensibili a un canadese.

Nella puntata di Ciao Darwin che vedrò si oppongono Integratori a Bucatini—o, per citare Bonolis, gli "addominali scolpiti" contro "lo stomaco pieno", i "patiti della forma" contro "quelli dello sformato". Non ho difficoltà a comprendere l'idea di mettere due categorie una contro l'altra—anche se all'opposizione personalmente preferisco l'unione—ma mi basta la semplice presentazione delle fazioni a pochi minuti dalla sigla per capire che il trio stupidità-volgarità-fascino mi accompagnerà per tutta la trasmissione, seguito a ruota da una quarta caratteristica: la cattiveria gratuita.

I Bucatini vengono infatti presentati come la peggior caricatura dei maiali incapaci di contenersi. Le loro rotondità sono una specie di peccato mortale da attribuirsi unicamente alla gola, come se i fattori genetici ed ereditari non esistessero e loro dovessero costantemente riscattarsi dallo stato di vittime. La cosa che stupisce di più è che i concorrenti sembrano crogiolarsi in questo ritratto grottesco: ne ridono direttamente.

Pubblicità

Sullo schermo, tanto loro quanto gli Integratori appaiono indifferentemente insensati.

Di tanto in tanto, poi, ho come l'impressione di guardare un porno. Non che la televisione italiana non mi abbia abituato alle figure femminili posizionate in secondo piano come statuine dall'ingente capacità respiratoria. Ma in Ciao Darwin il modo in cui sono riprese non si limita al classico "ehi ragazzi, rifatevi gli occhi!". Qui l'intento è più profondo. E per profondo intendo che in alcuni momenti sembra che il cameraman possa finire per riprendere anche l'interno delle ballerine, delle vallette e delle assistenti alle varie sfide.

Quest'impressione è esemplificata al massimo da Madre Natura, accompagnata da occhiate eloquenti e commenti viscidi degni di un cinquantenne che ci prova con una ragazza alla cassa del supermercato. Le telecamere alternano la sua figura alle riprese del pubblico maschile a bocca aperta. Non sono certo che presentare una ragazza così magra come simbolo di perfezione di fronte a una squadra di persone sovrappeso sia troppo pertinente, ma a quel punto della trasmissione sono già relativamente anestetizzato.

Così assisto, costernato quanto Madre Natura, a uno sketch forzato in costume. Non è divertente, ma la scena ha un minimo di fascino kitsch. E sì, devo ammettere che in un paio di occasioni ridacchio—sentendomi subito dopo in colpa. Quando Madre Natura esce di scena, le telecamere seguono il suo sedere per una lunga successione di secondi. Passerà il resto della trasmissione in disparte, come una pianta. E qui, almeno, averla chiamata Madre Natura dimostra una certa coerenza di fondo.

Pubblicità

A un certo punto mi alzo per andare a prendere dell'acqua, e al mio ritorno trovo un dinosauro che occupa metà dello schermo. Anche questo sketch non ha niente di speciale—non è stato concepito bene, è stato interpretato in maniera altrettanto insoddisfacente e ha un umorismo bassissimo. In pratica, è geniale. Controllo l'orologio; la mia opposizione alla tv spazzatura è sempre più debole. Fortunatamente questo momento di disagio se ne va con la stessa velocità con cui è arrivato.

È il momento delle sfide, una specie di serie di prove atletiche alla Intervilles (anche questo non dirà probabilmente niente a un italiano, ma Wikipedia spiega che la trasmissione si ispira a Campanile sera) in versione low budget. I concorrenti vengono fatti correre su una successione di barilotti o lanciati come fossero freccette. È tutto molto stupido, ma coinvolgente. Almeno per quanto riguarda gli Integratori, dato che quando è il turno dei Bucatini le battute di Bonolis annullano ogni minima azione sullo schermo. Mentre lo ascolto, mi chiedo come facciano i concorrenti a trattenersi dall'insultarlo.

I Bucatini si fanno massacrare: non riescono a scalare la parete cosparsa di sapone o superare l'acqua con la corda, mentre Bonolis li invita a immaginare che dall'altra parte ci sia "un fumante piatto" e si interroga se, da morti, riuscirebbero a entrare nell'inceneritore. Il campione umano viene ridicolizzato, il pubblico in studio ride, il telespettatore si sente leggermente a disagio.

Pubblicità

Non c'è niente di particolarmente morale, ma forse sono un tipo troppo sentimentale.

Lo stesso vale per la prova successiva, quella Olimpica. Stesse battute scadenti, stesse ragazze ai lati che che ballano (ce n'è qualcuna che mangia?), stesso allestimento a buon mercato. Ma da qui in poi la situazione peggiora ulteriormente: è l'ora del dibattito. Forse dibattito è una parola grossa, perché ho l'impressione di assistere a un litigio tra bambini delle elementari il cui unico scopo è brutalizzare l'avversario ("Ma che 140 kg di felicità. No, 140 kg di grasso," e "Mi chiedo come sia possibile fare l'amore con quella panza"). Una specie di seduta parlamentare, in pratica.

È questa la parte che mi lascia più interdetto, e fatico a trovare un corrispettivo televisivo francese. Almeno a questo livello di trash. Forse, semplicemente, l'arroganza che contraddistingue i francesi ci impedisce di andare così in basso. È così nel caso della nudità—i programmi tv d'oltralpe hanno bisogno di un pretesto, di una scusa per mettere una ragazza seminuda in un programma tv, e questa scusa non può essere semplicemente il voler attirare gli spettatori maschi—e per il dibattito. È giusto essere sinceri e porre domande dirette, ma Ciao Darwin cade troppo spesso nella caricatura.

Prendete l' Isola dei famosi. In Italia ci trovi Rocco Siffredi, Fanny Neguesha o Sara Tommasi, e tutto ruota bene o male intorno ai drammi tra concorrenti (e alla nudità, ovviamente). Nella versione francese non ci sono famosi: è un programma alla Survivor fatto di personaggi anonimi, di tutte le età, basato molto più palesemente sulla sopravvivenza, le prove sportive e la scoperta della natura. Con questo non voglio dire che dal punto di vista televisivo la Francia sia un Eldorado intellettuale: i programmi "stupidi", infelici e sessocentrici esistono anche qui. Ma chi li guarda non ne rivendica il valore catartico descrivendoli come intrattenimento puro, politicamente scorretto e che non si prende sul serio. Sono spazzatura anche per loro.

Pubblicità

Nel frattempo, a Ciao Darwin va in scena un grande classico della tv: la prova degli insetti. È un altro momento di disagio, in cui le suppliche delle concorrenti ricoperte di topi, blatte e serpenti da una parte e l'indifferenza ostinata e spazientita della conduzione dall'altra assumono una sfumatura di violenza.

Dopo la sfilata, seguita da una successione di sketch patetici e interludi vari con le ballerine, arriva la prova finale, quella in cui le due squadre si sfidano attraverso un rappresentante per ogni lato, bloccato in una vasca e messo davanti a quesiti che sembrano studiati per un dodicenne.

Sono passate più di due ore. Penso che a vincere siano gli Integratori, ma a questo punto non ne sono più tanto sicuro… in effetti, il risultato finale non ha alcuna importanza.

Accolgo il finale con un sollievo non troppo dissimulato, e per curiosità—a questo punto me lo concedo—vado a leggermi le risposte di Bonolis al tweet incriminato di Silverman sulla "fine dell'umanità." "Silverman ci ha visto in pieno," ha dichiarato Bonolis, e ancora, "Non esibiamo i mostri, quell'umanità esiste: è il vicino di casa."

Ora, io non mi sento proprio di appoggiare questa affermazione. Sì, il "vicino di casa" potrebbe benissimo essere l'ultimo degli idioti—chi dice che non lo siamo anche noi?—ma Ciao Darwin ne mostra soltanto la stupidità. Magari questo "caso umano" dipinge benissimo, è un buon padre di famiglia o ha salvato delle vite. È tutta una questione di sfumature, e mettere uno contro l'altro sulla base di un singolo aspetto non porta molto lontano. In più di due ore di programma non lo considererei un risultato.

Eppure, appunto, tra il grottesco e lo stupido fa capolino un'altra sensazione. Forse ho visto davvero la fine dell'umanità, ma ne sono rimasto affascinato. Un fascino malsano suscitatomi dall'osservare persone apparentemente così diverse da me—ma che sono a tutti gli effetti come me, seppure presentate attraverso qualità e difetti lontanissimi, gli stessi che si assocerebbero a uno stadio evolutivo immediatamente precedente alla scoperta del fuoco.

Forse ora credo di aver capito il nome del programma: Ciao Darwin. "Ciao" nel senso di "Addio". Addio evoluzione della specie umana, benvenuti nel piacere della regressione. L'uomo ha raggiunto il suo apice intellettuale nel ventesimo secolo, e oggi possiamo solo tornare indietro.

Segui Genono su Twitter.