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Ho cercato di ubriacarmi coi cioccolatini al liquore

È possibile ubriacarsi con semplici cioccolatini al liquore? Per capirlo, ho investito i miei risparmi in svariate scatole e un etilometro e mi sono preparata a mangiarne il più possibile.

Avete presente i cioccolatini al liquore? Io li ho sempre associati alle nonne, e in considerazione di ciò non mi ero nemmeno mai posta il problema del loro consumo tra i più giovani. Fino a poco fa infatti nel Regno Unito era in vigore un divieto di vendita ai minori di 16 anni, e ora che si è deciso di rimuoverlo si è scatenato l'inferno.

Ovviamente quando parlo di inferno mi riferisco alle organizzazioni contro l'abuso di alcol, convinte che i produttori di bevande alcoliche ricorreranno a questa norma per fuorviare i giovanissimi e traghettarli nel mondo dell'alcol attraverso i cioccolatini.

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Secondo me, però, questi attivisti non prendono in considerazione tre elementi chiave. Prima di tutto, il fatto che i cioccolatini sono disgustosi e che nessuno a cui funzionino correttamente le papille gustative li mangerebbe. Secondo, i ragazzi non sono stupidi, e preferiscono dare a uno sconosciuto una monetina per un cicchetto che spendere 7 sterline per una scatola di quei cioccolatini. Il terzo appunto, e forse quello più importante, è che il contenuto alcolico per ogni cioccolatino è minimo.

Questa osservazione finale mi ha dato da pensare. Per esempio, quanti cioccolatini dovrebbe mangiare mio cugino adolescente per ubriacarsi? Sembrerebbero esserci delle prove (piuttosto inverosimili, a dire il vero), e qualcuno sarebbe effettivamente riuscito a ubriacarsi coi cioccolatini al liquore. Tuttavia non deve essere facile mangiare un numero sufficiente di cioccolatini da avvertire l'effetto dell'alcol senza prima sentirsi male.

Ho pensato di cercare una risposta a questo fondamentale quesito comprando tutti i cioccolatini al liquore che potevo permettermi per poi mangiarli uno dopo l'altro. Con mia sorpresa ho scoperto di avere i soldi per sole quattro scatole (80 cioccolatini in tutto), faticosamente recuperate tra cinque diversi supermercati in tutta South London. Poi sono andata a comprarmi un etilometro per tenere nota, cioccolatino dopo cioccolatino, di quanto mi stessi ubriacando.

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Secondo una fonte online probabilmente inaffidabile, 450 grammi di cioccolatini al liquore equivalgono a una bottiglia di vino. Questo vuol dire che mangiando le mie quattro scatole mi sarei scolata circa una bottiglia e mezza. Stavo per ubriacarmi o per diventare diabetica? Stavo per spaccarmi come mai prima o per fare una tremenda indigestione?

Non riuscivo a smettere di pensare a quella puntata di Celebrity Big Brother in cui hanno mangiato quintali di cioccolatini al liquore e vomitato tutto il possibile. Cercando di scacciare queste immagini dalla mia mente mi sono seduta e mi sono concentrata sulla mia missione.

Nel vedere le quattro scatole di fronte a me l'impresa sembrava ancora più titanica: sarebbe stato impossibile far entrare tutti quei cioccolatini in una ragazza di un metro e 60. Ciononostante ho iniziato col misurare il mio tasso alcolemico. Confermato lo 0,00, ero ufficialmente pronta per cominciare.

Ho messo in bocca il primo cioccolatino—uno al Courvoisier, credo—e mi sono ricordata cosa mi ero ripromessa la prima volta che ne ho provato uno: "Mai più."

Arrivata al decimo sentivo già la nausea, ma quel genere di nausea che ti coglie dopo aver mangiato cinque calendari dell'avvento di fila, non quella sensazione vorticosa che senti allo stomaco dopo 10 shot di cognac.

Ho aspettato venti minuti affinché il presunto alcol contenuto nei cioccolatini potesse entrare in circolo. A quel punto sull'etilometro c'era scritto 0,03. Tra 0,03 e 0,05 sei a due terzi del limite legale per la guida, quindi mi consideravo sulla buona strada.

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Ogni singolo cioccolatino era assolutamente disgustoso, ma quello al whiskey mi ha fatto quasi vomitare, spingendomi, dove possibile, a optare per quelli all'Irish cream o al Cointreau.

Con quindici cioccolatini ero allo stesso tempo frustrata e soddisfatta: non mi stavo ubriacando quando in realtà mi sarebbe piaciuto trarre un qualche beneficio dall'esperimento, ma al tempo stesso la mancata ebbrezza sembrava confermare che gli attivisti sono un branco di moralisti.

Al ventesimo cioccolatino, però, avevo l'impressione di essere brilla. Ho aspettato un po', e con orrore ho scoperto che il livello di alcol era ancora fermo a 0,03.

Dopo essermi rivolta a internet in cerca di consigli utili, ho letto che lo zucchero e i grassi del cioccolato riducono gli effetti dell'alcol e con essi la sensazione di ubriachezza. Era venuto il momento di trovare un metodo alternativo.

Ho provato ad addentare uno degli angoli del cioccolatino e a versarmi il liquido direttamente in bocca. Ho utilizzato il cioccolato come se fosse una tazza e ho provato anche a bere il liquore con una cannuccia.

Al cioccolatino numero 30 mi sono fermata di nuovo. L'etilometro segnava 0,05—ancora al di sotto dei limiti legali.

Ero a un punto fermo. Ma dovevo continuare a mangiare i cioccolatini, se non altro per dimostrare di essere la più indicata a sottoporsi a queste prove insignificanti. Avevo la bocca impastata di cioccolato scadente e Baileys farlocco, ma sono comunque riuscita a raggiungere il 45esimo cioccolatino senza vomitare. L'etilometro continuava a non funzionare e oscillava fra 0,00 e 0,07, eppure mi sentivo esattamente come dopo aver bevuto un paio di bicchieri.

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Ma come potevo esserne sicura, senza l'ausilio della tecnologia? Dopo aver messo da parte l'etilometro ho deciso di cimentarmi in qualche semplice attività per constatare se le mie capacità di portarle a termine fossero compromesse.

Prima di tutto volevo capire se sarei stata in grado di guidare, ma non una macchina perché a) sarebbe stato irresponsabile, dato che avevo effettivamente bevuto, e b) non so guidare. Così ho chiesto alla mia amica Alice di prestarmi la sua bici.

Mi ci è voluto un po' per montare in sella, ma forse è perché sono molto più piccola di lei. Una volta salita in ogni caso non è successo nulla. Dopo quarantacinque cioccolatini al liquore ero ancora in grado di girare in bicicletta ed effettuare svariate manovre.

Dopo aver testato le mie abilità fisiche, dovevo testare quelle mentali. Ho preso posto al computer e mi sono sottoposta a un breve test di matematica della BBC. Nonostante fosse costituito solo da sei domande, ho impiegato un quarto d'ora per raggiungere un punteggio del 50 percento. Questo vuol dire che o sono meno intelligente di un ragazzino di 11 anni, o che in quel momento ero leggermente ubriaca. Mi piace pensare che l'ipotesi corretta sia la seconda.

Poi sono passata alla verifica del corretto funzionamento dei miei istinti primordiali: volevo capire se i cioccolatini avessero avuto un qualsiasi effetto simile all'ebbrezza. Per farlo sono andata su YouTube e ho cercato l'ultimo video dei McBusted, il supergruppo formato dai membri dei Busted e dei Mc-Fly (senza quello con la barba che ha lasciato il gruppo per fondare una band emo).

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Non mi è mai piaciuto Matt Willis—nel video di "What I Go to School for" la sua brutta faccia mi indisponeva già dalla parola "go". Ma ho sentito che adesso ha un nuovo aspetto "provocatoriamente rock", e se c'è qualcosa che mi eccita è proprio un cattivo ragazzo "provocatoriamente rock".

Eppure, nonostante la t-shirt nera e i tatuaggi, non faceva al caso mio. Assolutamente no. L'altro membro dei Busted mi ricordava il Professor Weeto. Un altro no. Per quanto riguarda i McFly, Dougie era l'unico che mi sarei fatta, ma lui non conta perché è sempre stato un sì e non mi regalava nessuna nuova sensazione.

Insomma, non sarei andata a letto con la maggior parte dei McBusted. Forse è stata colpa della pessima canzone, o per la visione prolungata di un gruppo di uomini adulti che saltellavano all'unisono con le loro chitarre. Oppure dopotutto non ero poi così alticcia.

Terminata l'intensità di quei momenti ho avuto un crollo. La tristezza ha preso il sopravvento. 'Forse è l'ennui da alcol,' ho pensato, ma probabilmente era più perché in 45 minuti avevo introdotto il fabbisogno settimanale di zuccheri consigliato nella dieta di un uomo adulto. Qualunque fosse la ragione di quella sensazione, ero certa che non avrei ripetuto la missione per un bel po' di tempo.

In conclusione, mi sento di dire che gli allarmismi sono inutili. La consapevolezza e l'educazione, e non il fatto che un bambino possa comprare cioccolatini al liquore o meno, vengono prima di tutto. Se un tredicenne vuole provare l'alcol lo farà rubando una birra ai suoi genitori, non andando al supermercato e comprare dei cioccolatini dal contenuto alcolico molto ridotto.

In più, ammettiamo pure che riescano a ubriacarsi mangiando dodici scatole di cioccolatini al liquore: in questo caso potete stare tranquilli, perché non toccheranno più alcol per un bel po' di tempo.

@hannahrosewens / @jackpasco_