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I vostri commenti ai 'selfie' degli spacciatori di Londra mi hanno fatto incazzare

Dopo aver letto il pezzo sulla gang del West London incastrata dalle foto sui cellulare ho deciso di mettermi in contatto con VICE e spiegare due cose. Perché sono il cugino di uno di loro, e sono incazzato.

Sophian Chhayra (destra e sinistra) e Zakaria Chentouf (centro) in posa nelle foto ritrovate sui loro cellulari.

Qualche giorno fa, VICE ha pubblicato un pezzo su una gang di spacciatori del West London arrestati dopo che la polizia aveva ritrovato sui loro cellulari delle foto che li ritraevano in posa con mazzette di banconote e droga. L'articolo mi ha dato fastidio, così come mi hanno dato fastidio i commenti Facebook di chi li giudicava con un tono di superiorità. Mi sono messo in contatto con VICE UK perché volevo avere la possibilità di spiegare due cose. Il motivo per cui l'articolo mi ha infastidito è che uno dei ragazzi è mio cugino.

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“Che imbecilli sfigati! Ahahahah!”

Questo è uno dei tanti commenti comparsi su Facebook, e una breve occhiata al profilo dell'autore mi indica che il tale lavora al Lidl. A questo punto, basandomi esclusivamente sul suo commento e su questa informazione, potrei pensare, “Be', senti chi parla.” Ma sarebbe da ignoranti.

Quello che intendo è che si tratta di punti di vista. Il tuo percorso di vita e le conseguenti aspettative che ti crei su ciò che speri di raggiungere su questo pianeta non sono universali. Ognuno ha la sua strada. Prima di continuare, però, è meglio fugare ogni dubbio circa la mia parzialità. Non sto cercando giustificare mio cugino; voglio solo spiegare la situazione.

Vengo dallo stesso ambiente di mio cugino. Buona parte della mia vita l’ho passata in quartieri popolari che vengono identificati in base alle diverse etnie che li abitano. Posti in cui armi, pacchi di droga e la leggendaria prospettiva di “farsi da sé” erano una realtà. Eppure ci sono cose che mi separano da mio cugino. Siamo entrambi intelligenti; ma usiamo questa intelligenza in modi diversi. Lui riesce a far apparire soldi come fosse Houdini. Ditemi che a Canary Wharf non farebbe comodo uno così. È il suo background socio-economico a impedirgli anche solo di pensare di usare quelle capacità in modo diverso.

I ghetti esistono, e se ne trovano anche a Londra. Nel West London è pieno di marocchini, brasiliani e indiani. A North London, dove sono cresciuto, ci sono turchi, somali e nigeriani. E ovunque sia previsto un sistema che divide le famiglie in base alla razza e al credo religioso, si sviluppa una specie di trappola, e c’è una ragione se questi quartieri vengono considerati una trappola. È una lotta per la sopravvivenza; puoi godere della vita solo una volta che sei uscito da lì.

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Una differenza importante fra me e mio cugino è che io ho avuto una figura paterna. Un padre disposto a farsi il culo per portarci via da Londra, verso una città dell'Essex a maggioranza bianca, dove ho avuto accesso a molti più privilegi. È un vantaggio di cui la maggior parte dei ragazzi del quartiere non ha goduto—servizi e livelli d'istruzione migliori, che vai a sapere perché rappresentano un miraggio in un'area a maggioranza nera. Si potrebbe aprire un altro capitolo solo su questo tema, ma intanto prendetelo per quello che è: un dato di fatto.

Oggi, quasi dieci anni dopo essermi trasferito, ho una laurea specialistica e la convinzione di essere abbastanza bravo in quello che faccio da piazzarmi tra i migliori nel mio campo. Se fossi rimasto a North London avrei quasi certamente intrapreso un altro cammino. Ma è anche vero che quella vita non mi ha mai abbandonato del tutto; siamo riusciti ad andarcene da Londra, ma la condizione economica della mia famiglia non è migliorata. E mentre a volte anche io cadevo nei meccanismi del "ghetto" per superare le difficoltà, mio cugino ci viveva dentro, e inseguiva uno status che non aveva.

E quello status è il capitalismo. Tutti vogliono i soldi. Vogliono i soldi per avere cose “belle”, e avere una vita “bella.” Per fare i soldi serve un lavoro, ma cosa succede se la tua vita ti impone limiti oltre i quali è come se non avessi diritto di eccellere? E se questi limiti non fossero il risultato delle tue capacità, ma della razza e del contesto economico in cui sei nato e cresciuto? I London Riots ne sono un buon esempio. La gente voleva bei vestiti e belle scarpe. Gli stessi desideri che hanno i ragazzini benestanti che vanno al Wavey Garms. Il capitalismo guida i desideri di tutti, e quando non hai soldi è sempre lì, pronto a schiaffarti in faccia la tua situazione. Mio cugino ha pensato di guadagnare più di quanto avrebbe guadagnato facendo qualunque altro lavoro. Sentiva di meritare qualcosa di più. Se davvero non riuscite ad accettare l’idea di dover lavorare alle dipendenze di qualcuno e aver diritto a un limitato margine di crescita, vi consiglio di leggervi Il Padrino di Mario Puzo; Don Corleone lo spiega perfettamente.

Le mie esperienze di vita e il riconoscimento per le opportunità che ho avuto mi hanno spinto a voler lasciare un segno. Voglio fare la differenza. Queste parole vengono da qualcuno che avrebbe potuto benissimo finire come mio cugino. Sì, ha fatto una cazzata, un'enorme cazzata. Mi aspettavo di più da lui. Ma quelle foto non sono state scaricate da Facebook, e lui non è così stupido come molti di voi sembrano pensare. Chi dice che mio cugino non avrebbe potuto fare qualcosa di diverso, se avesse avuto le mie stesse possibilità? La vita è un casino, e ci sono in ballo un sacco di fattori e di storie diverse—chi sei tu per dire che le tue aspettative di vita sono il metro con cui giudicare quelle degli altri?

Nota dell'autore: Per chiarire un'ultima volta: non sono state esclusivamente le foto a mandarli in prigione; l'indagine era in corso da tempo, ben prima del sequestro dei cellulari e il ritrovamento delle foto. Se fossi stato al loro posto non le avrei mai e poi mai salvate. Come dico qui sopra, è stata una mossa molto stupida. Il punto dell'articolo è aprire un dibattito sul perché cose come queste continuano a succedere. Per parlare delle radici del problema, e non soltanto del problema in sé.