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Se Tumblr esiste ancora, è grazie a Jennifer Lawrence

Agli Academy Awards del 2 febbraio non ha vinto niente, ma Jennifer Lawrence resta una delle macchine macinamilioni più sorprendenti di Hollywood. E la sua interpretazione ne "Il lato positivo" è solo una delle mille ragioni.

Come vi annunciavamo qualche giorno fa è partito SKY Online, e con lui anche la nostra serie di post sul meglio del catalogo della nuova piattaforma streaming. Questo è il primo.

Come ci si aspettava, Jennifer Lawrence, agli Academy Awards del 2 febbraio, non ha vinto niente.
Oggi, è una delle macchine macinamilioni più sorprendenti di Hollywood.
C'è stato un periodo—relativamente breve, ma non troppo distante nel tempo—in cui Jennifer Lawrence era l'icona di un certo cinema indie con le protagoniste risolute: Winter's Bone – Un gelido inverno, il film che le fece guadagnare la prima nomination all'Oscar; precedentemente, The Burning Plain di Guillermo Arriaga; in misura minore, Mr. Beaver, il film che può vantare il video filmato in maniera più bizzarra di tutta YouTube. Poi, BOOM. Un film tratto dal primo di una trilogia di romanzi per ragazzi; un film realizzato senza troppe decine di milioni di dollari, realizzato con un approccio tutto sommato indipendente che, in tutta risposta, incassa una cifra simile a tutto il fondo pensione degli abitanti dell'emisfero boreale.
Dopodiché, Jennifer Lawrence è diventata la ragione primaria per cui Tumblr esiste ancora, oltre alle fanfiction slash di Sherlock. Tutto il mondo, compresa me, la ama fortissimo.

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Perché?

La prima risposta che viene in mente è: perché no? Ho trascorso pomeriggi interi a setacciare i motori di ricerca con “Jennifer Lawrence fabrication” e “Jennifer Lawrence + simbolo di cambiamento”, cercando di contemplare la possibilità che la sua personalità mediatica fosse un'abile costruzione dei migliori PR, che assaporando lo Zeitgeist hanno saputo modellare una creatura che reclama le proprie qualità di donna goffa q.b., estremamente intelligente, eccellente in quello che fa, dotata di un ottimo senso dell'umorismo e, come se non bastasse, rapportabile agli adolescenti. Praticamente, tutte quelle qualità che l'intera redazione di Upworthy sogna ogni notte, per poi svegliarsi, rendersi conto della realtà, e piangere alla base del letto.

C'è un argomento, molto basilare, che nega l'equazione “Jennifer Lawrence = costruzione a tavolino”, ed è l'espressione, forse non troppo speculativa, Anche se lo fosse?
Fatta la premessa, scontata, che nessuna personalità dello show business (neanche Lars von Trier) mostra la propria persona privata, e facciamocene una ragione, grazie o a causa del suo inserimento in un prodotto destinato inizialmente ai giovani adulti (Hunger Games), Lawrence è diventata, inevitabilmente, un esempio. Se, come esempio, ha intenzione di trasmettere di non avere la certezza matematica di chi la veste, e di conoscere a memoria la filmografia di Jeff Bridges, non si può ritenere che sia un passo indietro per l'umanità in generale, o per l'apprendimento delle ragazzine in particolare.

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Sia ben chiaro: Lawrence gioca all'interno del sistema di Hollywood, e apporta lente riforme al sistema. (È pur sempre idolatrata dai fan, e ha un valore netto di 25 milioni di dollari). Cadere sul red carpet non è necessariamente una dichiarazione sullo stato dello show business, ma non è un'inevitabile modo di attrarre l'attenzione, come sostengono i maligni. Jennifer Lawrence, più che il sintomo di un'ottima macchinazione d'immagine, sembra essere il risultato del crescere con dei fratelli con una propensione per la comicità stoner. Se questo ruolo lo recita, lo recita bene.

Se la figura pubblica di Jennifer Lawrence si contraddistingue per l'accessibilità e l'identificabilità (saremmo caduti tutti, se ci avessero offerto un Oscar a ventidue anni), il suo stile di recitazione nasce dall'energia e dall'apparente spontaneità della performance, sorrette entrambe da una buona base tecnica: ogni volta che fa sgusciare gli occhi da una parte all'altra dello schermo, si è in grado di ricostruire l'immedesimazione nel ruolo, e l'impegno sovrumano che dedica a ogni ruolo.

E qui giungiamo all'anello mancante della lista di interpretazioni di Jennifer Lawrence. In American Hustle la sua performance era prodigiosa, ma incollata a forza su un personaggio che non avrebbe dovuto esistere in quella forma: lei, come moglie, è troppo giovane; è troppo degna di immedesimazione per essere la manipolatrice che avrebbe dovuto essere; David O. Russell ha voluto da lei uno stile troppo simile a quello del precedente film.

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Jennifer Lawrence e Bradley Cooper in una scena del Il lato positivo. Foto via.

Il lato positivo (2012) è il film in cui, finora, David O. Russell ha potuto ottenere il massimo risultato da Jennifer Lawrence (e, non che gli Academy Awards siano precisamente la cartina di tornasole di ottima recitazione riconosciuta non a tavolino, ma il film è valso un Oscar alla nostra giovane amica).

Il profilo di “Tiffany” (una vedova con qualche nevrosi) sembra altrettanto scollato dalla realtà per l'appena ventunenne che avrebbe dovuto interpretarla, eppure Lawrence riesce a dare vita al personaggio come se qualcuno le avesse rapito i genitori e lei stesse recitando con ogni muscolo del corpo per riuscire a salvarli.

Essendo Il lato positivo una commedia, ed essendo i suoi personaggi sopra le righe come la maggior parte dei personaggi del Manuale di Recitazione di David O. Russell, è complicato renderne le stratificazioni e i cambiamenti d'umore senza farli apparire meccanici e imparati a memoria. Lei lo fa apparire un meccanismo senza sforzo. E mentre non piange sul suo Oscar mancato del 2014, e mentre genera più gif di una mattinata trascorsa su Buzzfeed, forse vale la pena di rivedere la sua prova attoriale più matura.