FYI.

This story is over 5 years old.

Attualità

Cosa possiamo imparare sull'Italia da quest'immagine condivisa da 600mila italiani

Quest'immagine è comparsa un anno fa e nelle ultime ore è tornata a girare. Ha 600mila condivisioni, il che vuol dire che l'ha condivisa un italiano su cento. Abbiamo provato a capire cosa significa tutto questo.

Guardate bene quest'immagine. È stata pubblicata il 9 luglio 2015—quindi ormai più di un anno fa—da una pagina che si chiama Esercito d'Italiani che stando alla sua descrizione è "creato allo scopo di seguire il nostro esercito. Loro sono i nostri eroi." Nelle ultime ore per qualche motivo è tornata a girare e mi è capitata sotto gli occhi. Ha 81mila like e circa 3mila commenti, ma il numero veramente impressionante è quello delle condivisioni. Sono 600mila. 600.000. Sì, con cinque zeri. SEICENTOMILA.

Pubblicità

Stando agli ultimi dati ISTAT, gli italiani sono circa 60 milioni. Ecco, 600mila è un centesimo di 60 milioni. Ammettendo che l'abbiano condivisa solo italiani (probabile), e solo persone fisiche (un po' meno probabile, considerata la quantità di pagine e gruppi), ognuno non più di una volta a testa: così, potremmo dire che un italiano su cento ha condiviso quest'immagine. Non sembra tanto, ma bisogna considerare che questa percentuale non tiene conto degli anziani, dei bambini e di tutti quelli che per un motivo o per l'altro non hanno Facebook, oltre che delle persone ragionevoli che pur avendo Facebook non condividerebbero mai un'immagine del genere.

In ogni caso è impressionante. Non dispongo di statistiche al riguardo, ma credo che sia una delle immagini più condivise della storia del Facebook italiano (e che arriva da una pagina con un pubblico tutto sommato ridotto). Per questo vale la pena di prenderla seriamente e di chiedersi: che cosa dice di preciso? Quali lezioni possiamo trarre dal suo messaggio che, a quanto pare, è approvato e fatto proprio da decine e decine di migliaia di persone?

QUI SEI IN ITALIA
Inizia così, con un'indicazione geografica: sei in Italia, non da un'altra parte, sei proprio in quel paese dell'Europa meridionale vagamente a forma di stivale. Ma non solo: sei in Italia, non al nord o al sud, non a Taranto o a Vicenza—sei in Italia e basta, come testimoniano anche la parola "Italia" scritta a lettere tricolori e l'immagine del paese sullo sfondo, colorato di verde-bianco-rosso con campiture che non rispecchiano la divisone geografica nord-centro-sud. Sei in Italia e dopo boh, 400 anni di campanilismi e ironie sui terroni/polentoni siamo riusciti a trovare qualcosa in grado di unificarci tutti quanti perlomeno nella condivisone di meme su Facebook. E questo qualcosa è un sentimento proto-razzista di ostilità nei confronti di chi arriva da fuori. Sei in Italia, quindi intona la canzone del Piave e non fare domande.

Pubblicità

SI PARLA ITALIANO
Sulla stessa falsariga, dopo l'indicazione geografica arrivano alcune indicazioni culturali. La prima di queste è che in Italia si parla italiano. Non tedesco, francese, spagnolo, russo. Neanche arabo, cinese, swahili o lingala. No, italiano. Al massimo anche un po' di inglese quelli che l'hanno studiato alle superiori, ma sono pochi. Quindi diciamo italiano, non complichiamoci la vita inutilmente. Anche perché dovessimo metterci a contare i vari dialetti non la finiremmo più, visto che in realtà in Italia si parlano 24 lingue diverse. Ci sono versioni di Wikipedia in lombardo, napoletano, siciliano, ligure, sardo e veneto che sono complete e affidabili quanto quella italiana. Quindi non stiamo troppo a sindacare, diciamo che parliamo tutti italiano e basta.

SI MANGIA CARNE DI SUINO
Quello del maiale è un argomento ricorrente della destra italiana nazionalista, partito come trovata "goliardica" per opporsi all'islam—vedi il mai dimenticato "maiale day" organizzato dal ministro Calderoli nel 2007 per protestare contro la costruzione di una moschea a Bergamo—e finito per trasformarsi in una specie di ossessione per la porchetta celebrata come elemento di coesione e aspetto fondamentale della nostra tradizione culinaria. Infatti l'immagine non dice "si mangia pasta al sugo" o "si mangia pizza." Dice "si mangia carne di suino."

Quindi da domani solo maiale a colazione, pranzo e cena. E quando andiamo al supermercato a comprare il prosciutto o al ristorante ordiniamo le costolette, ricordiamoci di parlare in italiano. Probabilmente se la popolazione italiana seguisse davvero i consigli alimentari di quest'immagine moriremmo tutti di gotta a 22 anni ma va bene così perché siamo italiani.

Pubblicità

SI BEVE DEL BUON VINO
Rosso, aggiungerei, perché cosa ci vuoi abbinare con tutto quel maiale?

SI RISPETTANO LE DONNE
Da questa lista di cose che dovrebbero caratterizzare il giusto stile di vita e il modo corretto di comportarsi in Italia in mezzo agli italiani, una specie di piccola Lonely Planet gentista, traspare anche quali sono le nostre priorità come popolo. Prima l'unità linguistica, poi il cibo il maiale, poi il vino e poi—se avanza tempo—il rispetto per le donne. È strano che non si dica nulla sul modo corretto di portare i baffi, suonare il mandolino e girare in Vespa. Né che non si spieghi dopo quante macchie di sugo valga la pena mettere a lavare una canottiera.

Ma no, perché a questo punto il destinatario del messaggio è piuttosto chiaro. È evidente che lo straniero a cui si rivolge questo piccolo vademecum non è il turista europeo o americano che va in vacanza a Venezia o Roma o in Toscana, ma un ipotetico immigrato musulmano preso di peso dall'immaginario gentista, quello che dice solo Allah Akbar, non mangia maiale, non beve alcol e lapida le donne un giorno sì e l'altro anche.

TU CHE SEI UN OSPITE A CASA NOSTRA RISPETTA LA NOSTRA CULTURA, ALTRIMENTI TORNA A CASA
Quindi, ricapitolando: parla italiano, mangia maiale, bevi vino, rispetta le donne e non ti succederà niente. Ma prova soltanto a sbagliare un congiuntivo, essere a dieta o astemio e vedi. Tutto chiaro?

Ormai purtroppo mi sa che sono in ritardo per proporla, ma ho in testa un'idea per quella che potrebbe diventare una puntata della prossima stagione di Black Mirror. Inizia con una pagina Facebook che crea e pubblica quest'immagine. All'inizio viene ignorata prende solo pochi like, ma piano piano continua a circolare sottotraccia e i numeri aumentano, finché a un certo punto non raggiunge la massa critica necessaria a innescare una slavina di like e condivisioni e altri like e altre condivisioni… Nel frattempo l'immobilismo del governo fa crescere sempre di più il malcontento popolare. C'è un sequenza in cui scorrono scene di proteste di piazza sempre più violente e grab di commenti su Facebook sempre più indignati, con in sottofondo una canzone di Fedez. Finché a un certo punto, quando l'immagine è ormai virale e tutti ce l'hanno ben presente—è una specie di meme, se n'è parlato a Otto e mezzo con Cacciari e Crozza, prima di pentirsi, ne ha fatto una parodia—l'admin della pagina decide di fondare un partito politico. Usa quest'immagine come unico manifesto, programma, logo, volantino. Ogni settimana, a Di Martedì, Pagnoncelli e Floris assistono impotenti alla costante crescita del QSI (Qui Sei in Italia) nei sondaggi. A un certo punto, il sondaggista dice "se si votasse oggi, QSI sarebbe il primo partito con il 40 percento dei voti." Dissolvenza. Schermo nero. Stacco, due anni dopo: alla parata del 2 giugno il tricolore è stato rimpiazzato da una fetta di mortadella.

Secondo me può funzionare.

Segui Mattia su Twitter

Segui la nuova pagina Facebook di VICE Italia: