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Combattere al fianco di Silvio

Il fondatore dell'Esercito della Libertà ci spiega come arruolarsi per difendere Berlusconi, e quindi la libertà in Italia.
Leonardo Bianchi
Rome, IT

L'homepage del sito www.esercitodellaliberta.it

Ieri, mentre il Pd festeggiava il risultato delle amministrative (come se ci fosse qualcosa da festeggiare, poi), i colleghi del Popolo della Libertà hanno continuato a trollare in maniera spudorata il governo delle larghe intese di Enrico Letta. L’ultimo disegno di legge in materia di giustizia elaborato dal Pdl, che segue quello di riduzione della pena per il concorso esterno in associazione mafiosa, prevede addirittura “provvedimenti disciplinari per le toghe politicizzate, con conseguente trasferimento d’ufficio” e relativo blocco dei processi.

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Ovviamente la proposta—almeno stando a quanto ha detto l’estensore del ddl, il deputato Nitto Palma—non ha nulla a che vedere con i problemi giudiziari di Silvio Berlusconi, che negli ultimi mesi sono diventati sempre più seri e sono stati affiancati da condanne in appello, requisitorie di Ilda Boccassini e contestazioni in piazza. Insomma, l’Italia Che Odia sembra quasi sul punto di sopraffare Berlusconi.

Per scongiurare l’immane pericolo, l’imprenditore veneto Simone Furlan, che non è un militante del Pdl, ma alla Zanzara ha detto di essere pronto a farsi sparare per salvare Berlusconi, ha deciso di fondare l’“Esercito della Libertà” e lanciare la relativa campagna d’arruolamento per “non lasciare solo il Presidente Berlusconi.”

L’idea di formare un’armata pro-Silvio è venuta dopo la visione del documentario La guerra dei vent’anni. “Effettivamente sono vent’anni che Berlusconi si difende da calunnie di ogni tipo,” dice Furlan. "Nei suoi confronti non è stata fatta una semplice lotta politica; è stata fatta una lotta contro la persona, denigrandolo con tanto odio. È arrivato il momento che un’Italia dica: ‘Siamo con lui’. Senza paura.”

Gli abbiamo fatto qualche domanda per capire meglio cosa aspettarsi dall’Esercito di Silvio.

VICE: Come mai ha deciso di istituire l’Esercito della Libertà?
Simone Furlan: Innanzitutto, da sempre ho stima del Presidente Berlusconi. Ho avuto la fortuna di conoscerlo di persona e di apprezzarne anche le qualità. A mio avviso in questi anni ha subito davvero persecuzioni di tutti i tipi—più che altro cattiverie di tutti i tipi—al punto che tutto il Male è stato quasi impersonificato nella sua persona. In più il Pdl, essendo al governo, non può certamente schierarsi in maniera aperta e chiara nella sua difesa. Ci siamo dunque chiesti: “Perché non far sentire, non dare voce a centinaia di migliaia di italiani che sono silenziosi, si riconoscono in Silvio Berlusconi e che comunque vogliono essere al suo fianco?”

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Ma che tipo di persecuzione ha subito il Presidente? Giudiziaria? Altro?
Noi non siamo nati con l’intenzione di contrapporci alla magistratura, non ce lo sogniamo minimamente e non ci interessa. A prescindere dal fatto che la magistratura possa condannarlo e che il Parlamento voglia renderlo ineleggibile, noi vogliamo dire chiaramente che c’è un’Italia—in particolar modo i giovani, perché in queste ore si stanno arruolando migliaia di ragazzi giovani—che lavorerà al fianco del presidente Berlusconi. Saranno con lui e porteranno avanti una politica sul solco da lui tracciato.

Quali sono state le reazioni finora? Quante le adesioni?
Be’, siamo subissati di adesioni da parte di giovani in tutta Italia e anche tantissimi coordinatori locali del Pdl che vogliono far parte di questa iniziativa. Dall’altra parte abbiamo subito una valanga di offese, insulti e minacce da parte di persone che pensano che stiamo difendendo il Male Assoluto. Ma questo lo avevamo messo in conto.

Comunque non avete paura.
Oddio, stiamo a vedere, perché se cominciano a diventare più pressanti certamente mi rivolgerò alle autorità competenti. Insomma, vedremo cosa succede.

Ma in cosa consisterà concretamente l’attività dell’Esercito?
Ci chiamiamo “Esercito della Libertà” perché abbiamo una missione chiara. E la missione è quella di andare a recuperare il rapporto che forse è mancato in questi anni tra la politica e la base. Vogliamo andare, se necessario, casa per casa a spiegare chi è veramente il Presidente Berlusconi. Vogliamo andare a spiegare, vista anche la situazione di crisi che c’è attualmente in Italia, perché bisogna avere fiducia in Berlusconi e stare al suo fianco per costruire finalmente un nuovo centrodestra, un centrodestra che sappia ripartire dal basso. Quindi la nostra missione è quella di andare sui vari territori, strutturarsi bene sui territori, ed essere espressione di quel territorio andando a dialogare con tutto il centrodestra. Anche con tutte quelle persone che sono rimaste deluse e hanno sentito la politica distante.

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Silvio Berlusconi e Simone Furlan, immagine via.

Ma anche lei è rimasto un po’ deluso dal Pdl?
Io credo che ci sia una dimostrazione abbastanza chiara del fatto che il Pdl, laddove non scende in campo con Silvio Berlusconi, non esiste. Credo che questo sia frutto di scelte non meritocratiche che sono state fatte in seno al partito. Il nostro augurio è che Silvio Berlusconi possa riorganizzare il Pdl e dar vita a qualcosa che parta dal basso e soprattutto metta in luce le capacità e la volontà di tantissimi giovani. Perché, ribadisco, la cosa forte è che sono i giovani che si stanno mobilitando. Persone ad esempio nate nel 1994, che non c’erano nel momento della discesa in campo. Berlusconi ha saputo andare oltre le generazioni e contagiare questi ragazzi. Questo è meraviglioso, secondo me.

Che caratteristiche deve avere un soldato modello dell’esercito di Silvio?
Deve essere una persona che crede fortemente in un’Italia libera, un’Italia bella, strutturata dal basso, e che voglia battersi nel senso positivo del termine, cioè fare politica attiva, organizzare gazebo, fare manifestazioni, coinvolgere persone, dialogare, fare dei focus group sui temi importanti del momento. Purtroppo queste cose la politica non le fa più.

Nel sito lei scrive che Berlusconi è perseguitato per “non aver permesso ai comunisti di andare al potere.”
Be’, i guai maggiori per Berlusconi sono nati dal ’94 in poi, dopo la famosa tangentopoli. Fino al ’94 Berlusconi era amato da tutti, destra e sinistra, perché era un editore molto importante. Nel momento in cui è sceso in politica sono iniziati tutti i suoi guai giudiziari e tutto quello che poi ne è seguito.

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Eppure ora il Pdl è al governo con i comunisti del Pd.
Diciamo che il Pdl in questo momento sta facendo un’azione responsabile, nel senso che l’alternativa era lasciare il paese per qualche mese ancora senza governo per poi riportarlo ad altre elezioni con la stessa legge elettorale che avrebbe consegnato il medesimo risultato a parti invertite. Credo comunque che non piaccia né al Pdl né al Pd stare al governo assieme.

Ma per lei solo Silvio Berlusconi può tirarci fuori da questa crisi?
Io sono convinto che Silvio Berlusconi, con una maggioranza forte, possa risollevare la situazione italiana. È ovvio che questo non è semplice.

Ma l’ha sentito in merito a questa iniziativa?
No, io ho solo informato per correttezza la segreteria di presidenza, mandando un’email e dicendo loro che abbiamo organizzato questa cosa. Ma io comunque non devo avere l’autorizzazione di Berlusconi per costituire quello che in buona sostanza è un fan club che vuole operare sui territori per ristabilire la sua immagine. Non vedo dunque il motivo per cui lui non debba dire di sì. Poi, se non gradirà questa iniziativa, probabilmente lo dirà.

Insomma, quali saranno i prossimi passi dell’Esercito?
Noi innanzitutto stiamo ragionando, viste le migliaia e migliaia di adesioni che stanno arrivando, di fare un congresso, dove riunirci tutti quanti assieme, vederci in faccia e dare spazio a tutti. A me non appassiona più di tanto l’idea di fare una manifestazione davanti al tribunale di Milano. Mi appassiona molto di più sapere che sui singoli territori ci sono ragazzi che vanno porta a porta a ragionare con l’elettorato di centrodestra, capire quali sono i problemi, a vedere come si possono fare delle azioni di solidarietà, a riconquistare queste persone e fare in modo che si sentano ascoltate e a tradurre le loro esigenze in fatti politici.

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Dei missionari, in pratica.
Io credo che sia semplicemente fare politica, quello che negli ultimi anni non si è più fatta. Ecco, noi vogliamo ritornare a fare una politica vera. E tutto questo riconoscendoci solo ed esclusivamente nel Presidente Berlusconi.

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