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C'è anche chi è contento di lavorare a Expo

Negli ultimi giorni, si è parlato molto della questione dei giovani che rifiutano di lavorare per Expo. Dopo aver ospitato la testimonianza di una ragazza che ha avuto una brutta esperienza, abbiamo deciso di sentire anche l'altra campana.

Foto via Flickr

Nella giornata di ieri, dopo il dibattito sui "giovani che rifiutano posti da 1300 euro", abbiamo pubblicato il racconto in prima persona di una delle tante candidate che hanno preso parte alle selezioni per poter far parte del personale di Expo, ma che dopo aver firmato il contratto hanno rinunciato al posto.

La scelta di non continuare a lavorare nell'ufficio del padiglione per cui era stata assunta non è dipesa tanto dalle condizioni di lavoro o dall'entità dello stipendio, quanto dal fatto che aveva ricevuto un'offerta di lavoro migliore. Nel suo racconto, però, sono contenuti diversi dettagli che spiegano come, dal suo punto di vista, l'iter di assunzione e in generale l'organizzazione del lavoro siano stati abbastanza raffazzonati e pieni di incertezze.

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Questa mattina ci è arrivata la mail di Massimiliano, un altro ragazzo che ha vissuto la stessa esperienza e che è stato assunto ad Expo come operatore. Nella mail spiegava come il suo percorso fosse stato diverso, e si lamentava del biasimo e della compassione che in questi giorni sta colpendo coloro che si sono offerti e hanno ottenuto un posto di lavoro ad Expo.

"Siamo ragazzi tra i 19 e i 29 anni, neolaureati, laureandi, studenti universitari, diplomati, che alle spalle hanno un curriculum degno di nota; dei bamboccioni italiani non c'è traccia. "

Per capire bene la questione sia dalla parte di coloro che hanno avuto una pessima esperienza, sia degli expottimisti, abbiamo deciso di chiamarlo per farci spiegare come e perché lavorare ad Expo sarà una figata.

VICE: Come sei arrivato a lavorare a Expo?
Massimiliano: Mi sono candidato tramite il sito predisposto da Manpower. Ho iniziato facendo i test preliminari online a dicembre, a gennaio mi è stata comunicata la data delle selezioni e a fine marzo sono stato chiamato per il colloquio. Dopo qualche giorno mi hanno detto che ero stato preso.

Perché hai deciso di candidarti?
Perché penso sia una bella opportunità, un'ottima occasione per stringere contatti. Trovare un lavoro di questo tipo in Italia non è facile, e lavorare in un evento di questo tipo può essere interessante.

Durante il colloquio ti è stato detto tutto in modo chiaro? Da alcuni racconti pareva che ci fosse poca chiarezza, specie riguardo a orari e retribuzione.
C'era qualcosa in dubbio—come ad esempio la disponibilità a lavorare su tre turni, quindi eventualmente anche la notte—ma la maggior parte delle cose erano chiare. Alla fine, al momento del colloquio, ci hanno detto subito quale sarebbe stata più o meno la retribuzione.

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Penso che la polemica che c'è stata negli ultimi giorni sia dovuta al fatto che si sono confuse le varie figure. C'è la nostra, pagata con un contratto di apprendistato da 1300 euro netti al mese, e poi ce ne sono altre, in stage o con contratti diversi e con ruoli diversi. Secondo me si sono confuse un po' le varie funzioni e le varie figure presenti all'interno di Expo.

Quali saranno esattamente i tuoi compiti all'interno di Expo?
Dovremo supervisionare i padiglioni e segnalare le cose che non vanno bene. Dovremo anche fornire informazioni ai visitatori, nel caso in cui ce le chiedano, ma la nostra funzione principale sarà quella di interfacciarci con i padiglioni nel caso in cui questi abbiano richieste o necessità particolari. Questo secondo me è il modo migliore di crearsi contatti. In un certo senso, siamo gli occhi e alcuni dei cinque sensi di Expo.

Quanti siete?
In totale, siamo circa 400. Erano previsti 298 posti, ma a quanto ho sentito in giro alla fine sono state assunte circa 400 persone.

La questione del lavoro è una delle più controverse tra quelle che riguardano Expo.
Sì, sì. Be', probabilmente se mi avessero offerto una posizione da volontario o stagista ci avrei pensato due volte prima di accettare. Ma la mia posizione al momento non è affatto male. C'è anche da dire che chi fa lo stagista prende sì meno soldi, ma fa anche meno ore e ha alle spalle una diversa esperienza lavorativa. In Italia è normale iniziare da lì.

Io sono stato fortunato ad essere preso per questa posizione, ma non era facile. Inoltre, secondo me la notizia che avrebbe rifiutato l'80 percento dei candidati non è vera—per la nostra posizione mi sembra che abbia detto sì il 46 percento. Uno dice un numero, uno ne dice un altro e diventa difficile capire qual è la verità. Probabilmente è stato interpretato male un dato, e per colpa di quello è uscita questa cosa.

Della polemica sui giovani "bamboccioni" invece che ne pensi?
Penso che la verità stia nel mezzo. dipende dalle posizioni: ho visto gente rinunciare per motivi che sapeva già prima, come ad esempio la necessità di fare le notti o il non avere le ferie a luglio e agosto, così come gente che ha rinunciato per motivi validi o perché veniva pagata troppo poco. C'è un po' di tutto. Magari alcuni hanno anche rinunciato perché sono stati avvisati troppo tardi o perché nel frattempo avevano trovato qualcos'altro. La verità sta nel mezzo a mio parere. Non voglio dire che siano stati i classici bamboccioni, ma secondo me se avevano altre opportunità simili non hanno fatto bene perché lavorare in Expo ti può portare un sacco di contatti.

Come pensi andrà Expo?
Penso e spero bene, sono molto fiducioso. Anche perché se non lo fossi non sarei qui a lavorare. Sono abbastanza ottimista.

Segui Mattia su Twitter: @mttslv