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Attualità

Cosa fanno oggi le Suicide Girls italiane?

Cosa significa oggi essere una Suicide Girl? L'abbiamo chiesto a Riae, Lady Violet e alle altre SG italiane.

Quando nel 2001 è stato fondato il sito Suicidegirls.com io avevo nove anni, guardavo la Melevisione e la cosa più punk che avevo era il bootleg di Let Go che tenevo con cura vicino allo stereo. Tuttavia, con l'arrivo del mio primo computer, qualche tempo dopo anche io mi sono imbattuto nei profili delle Suicide Girls.

Per tutti quelli che all'epoca non investivano il loro tempo su MySpace, il nome della community è ripreso da Survivor di Palahniuk; i fondatori di SG Sean (Sean Suhl) e Missy Suicide (Selena Mooney) "rubarono" la definizione allo scrittore pensandola adatta a descrivere le componenti della neonata comunità: ragazze che non potevano essere inquadrate in una singola corrente di pensiero o estetica, seppur con qualche tratto riconoscibile (tatuaggi, piercing e via dicendo).

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Da quel giorno del 2001 il sito seleziona alt-model a cui fornire una vetrina e una fonte di guadagno, dato che i contenuti sono per lo più a pagamento. Nonostante sia stato fin da subito molto seguito soprattutto negli Stati Uniti, anche in Italia il sito ha dato vita a una sua fanbase: le Suicide Girls italiane sono diventate famose anche all'estero e alcune hanno collaborato con musicisti e artisti. Insomma, intorno alle SG nei primi anni Duemila si è subito radunato un seguito e si è creata una bolla di attenzione: essere una SG significava avere opportunità lavorative e di guadagno, ma anche rappresentare un'estetica nuova e di rottura rispetto agli schemi dominanti.

Iscriversi al sito, dieci anni fa, era un endorsement oltre che di un certo tipo di estetica anche di un certo pensiero: punk non era per forza sinonimo di sciatto. Quello che poi nasceva era una sorta di rapporto basato sulla conoscenza e l'interazione; non c'erano solo le foto che le ritraevano ma anche dei veri e propri blog personali—gestiti dalle SG stesse con pensieri, aneddoti o canzoni.

Se tutto ciò si inquadrava perfettamente in quello che era internet a metà anni Duemila, in questi 15 anni l'estetica è cambiata, e quella nicchia ha esaurito il suo potere di rottura nel momento in cui il concetto di ragazza tatuata e "forte" è stato sdoganato—anche proprio grazie al sito, forse. Nel frattempo io ho smesso di pensare a loro, ma le SG italiane sono ancora una comunità forte che si è adattata alle nuove dinamiche dell'online: hanno account su Instagram, Facebook e Twitter che raggiungono migliaia (quando non direttamente milioni) di follower.

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E anche se verrebbe da pensare che potendo vedere miliardi di foto di ragazze e seguire i loro aggiornamenti quotidiani senza sborsare un euro (curiosamente, quello che oggi fanno i social media è quello che siti come suicidegirls.com facevano dieci anni fa) gli utenti abbiano smesso di seguire il sito, i numeri della community rimangono alti: ogni mese si registrano circa 5 milioni di visite uniche al sito e oltre 6 milioni di fan su Facebook, quasi 3 milioni di follower su Instagram e 6 milioni di foto pubblicate con oltre 40 milioni di commenti sulla piattaforma.

Per capire cosa significa essere una SG oggi, abbiamo parlato con alcune delle SG italiane più famose.

Foto per gentile concessione di Felisja Piana.

FELISJA PIANA

VICE: Cosa vuol dire per te essere una SG?
Felisja: Per me essere una SG ha significato molto, per prima cosa rappresentare un tipo di bellezza non stereotipato. Purtroppo questo tipo di modelle in Italia ancora non è considerato alla pari di quelle non tatuate, cosa che non accade all'estero—per esempio in America.

Come ci sei arrivata?
Diventare una SG è stata una scelta che oltre a visibilità e altri benefici ha portato anche l'accanimento di parecchie persone sui social network. Soprattutto in Sardegna, dove vivevo e sono cresciuta. Purtroppo, ancora oggi, spesso viene confusa una modella di nudo con una prostituta.

Foto per gentile concessione di Riae Mac Carthy.

RIAE MAC CARTHY

VICE: Com'è iniziato tutto?
Riae: Nel 2007, in pieno boom di MySpace. Trovai un articolo su SG in un giornale, mi incuriosii e andai sul sito. Ammetto di non aver pensato di riuscire a farne parte, forse per scarsa autostima, forse perché io non mi ero mai fatta fare della foto, sopratutto nuda… Ma ho mandato il primo set e sono stata presa.

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Prima di diventare una SG che facevi?
Lavoravo. In realtà quando decisi di mandare le foto per il primo step ero appena stata lasciata a casa dal mio capo di allora, licenziata dal bar in cui lavoravo da qualche anno. Quando invece sono diventata SG ero una studentessa di tedesco a Berlino. Il mio primo set fu scattato lì, da un mio amico.

Mi spieghi cosa significa per te essere una SG? Cosa simboleggia questa scelta?
Entrare a far parte di SG è stata una delle scelte più azzeccate della mia vita, perché ha stravolto ogni cosa, portandomi a quello che sono ora. In più mi piace far parte di un movimento che ha cambiato i canoni estetici attuali, perché diciamolo, è anche grazie al sito che ora tatuaggi e capelli colorati sono sdoganati, un po' come lo sono stati i programmi TV sul mondo dei tatuaggi.

Le nuove SG sono diverse da quelle dei primi anni?
Quando sono diventata SG le modelle alternative erano poche, quelle di nudo ancora meno, quindi tutto questo era una cosa di nicchia, e non si sapeva cosa sarebbe successo una volta mostrata la "patata" sul web. Io stessa ho riflettuto tanto, valutato i pro e i contro e poi mi sono buttata. Ora ci sono le hopeful (ragazze che mandano il set per tentare di diventare SG) che spediscono le foto pensando di diventare famose, fare copertine etc, ma purtroppo se non sei una brava imprenditrice di te stessa non va così. Non si tratta solo di doversi mettere nude e farsi fotografare con le gambe aperte.

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È innegabile che ora SG sia il fenomeno del momento (come lo è stato nel 2006, in caso qualcuno si lamenti del fatto che voi di VICE vi siate accorti della cosa solo adesso) e tutte ne vogliano far parte, anche se alcune neanche sanno che devono essere nude in buona parte delle foto, giusto per farti capire quanto vogliano far parte di una cosa che neanche conoscono, ma che "fa figo". Esclusa questa categoria, credo che non ci sia differenza tra quelle del passato come me e le nuove SG, se non il fatto che ora è più socialmente accettato.

Instagram e Facebook che ruolo hanno avuto in questo processo?
Credo siano stati una parte fondamentale per la ribalta del sito. Come ti dicevo prima, moltissime ragazze non sanno neanche cos'è suicidegirls.com, non sanno che è un sito soft core, pensano che il tutto si riduca a foto su Instagram e Facebook pubblicate da profili che hanno milioni di follower. Anche per me e per la crescita del mio "personaggio" i social hanno avuto un ruolo molto importante, e il fatto che SG usi e condivida spesso le mie foto mi ha aiutato ancora di più.

Sei tra le SG più famose d'Italia. Hai mai dovuto far fronte a situazioni sgradevoli (commenti, messaggi, stalker etc)?
Io non ritengo assolutamente di essere famosa, sono forse solo una delle più vecchie che ancora non si decide a mollare il colpo. Per quello che riguarda le situazioni sgradevoli, ho dei follower fantastici che non sono assolutamente pesanti e non hanno comportamenti da psicopatici. Ma la visibilità porta un sacco di hater e quelli spesso sono veramente snervanti, tra insulti (la maggior parte sono donne), ragazze che addirittura passano giornate a farmi le foto di nascosto per poi poter pubblicare la foto peggiore. Gente che fondamentalmente è quasi più fan dei fan che mi seguono per il piacere di farlo.

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Foto per gentile concessione di Debora Candy Hell.

DEBORA CANDY HELL

VICE: Mi racconti come sei entrata a far parte delle SG?
Debora: Tutto è iniziato parecchi anni fa: non c'erano ancora molte SG e il sito era differente, ma dopo molti dubbi e soprattutto dopo aver avuto molte persone che me lo sconsigliavano ho lasciato perdere. Anni dopo, e soprattutto quando ho iniziato a volermi bene, ho mandato subito la richiesta e il mio primo set è stato accettato.

Prima che facevi?
Il periodo prima di diventare una SG era un periodo particolare; ero una make up artist ma sono stata sopraffatta dallo stress—sia a livello fisico che psichico ero piuttosto provata.

Cosa vuol dire per te essere una SG?
Per me SG vuol dire accettazione. È la prima cosa che dico parlando del sito, perché è una community in cui il rispetto è la base di tutto.

E che valore ha tutto questo oggi?
Nonostante siamo tutti pieni di tatuaggi e i capelli colorati sono all'ordine del giorno, noi siamo comunque viste ancora in modo strambo. In più noi siamo nude, nude di tutto… non solo fisicamente. Noi ci apriamo al mondo e condividiamo i nostri amori, paure e successi con tutti. Una SG è una donna forte, che sogna, che non ha paura di esporsi. Parlo per me, ma io voglio essere d'esempio per chi si sente diversa e poco accettata, per chi ha paura, per chi si fa sottomettere da qualcuno o da qualcosa.

LADY VIOLET

VICE: Come hai scoperto le SG, e come hai deciso di diventare una di loro?
Lady Violet: Navigando su internet, dove vidi la foto di una SG. Non ricordo chi era, ma mi piaceva lo stile. Iniziai a fare ricerche per capire chi fossero le SG e trovai il sito. Il tempo di organizzarmi e feci il mio primo set: anche se avevo molti meno tatuaggi di adesso è andato tutto bene, e così adesso sono una SG a tutti gli effetti.

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Le SG sono accostate al mondo del tatuaggio, e proprio perché a me piacciono da morire i tatuaggi sono voluta diventare una di loro.

Prima di diventare una SG che facevi?
Avevo da poco iniziato la carriera di fotomodella.

Credi che le nuove SG siano diverse da quelle dei primi anni?
Da quel che ho visto mi sembra di sì. Cioè, come fattore estetico le SG dei primi anni erano molto tatuate e con molti piercing, mentre ora ci sono ragazze con pochi tatuaggi o addirittura senza. Sinceramente i gusti di suicidegirls.com non li ho ancora capiti nemmeno io.

[Ad ogni modo], avere l'"etichetta" da SG spesso fa credere che siamo ragazze festaiole pronte a fare baldoria no stop. Invece siamo ragazze assolutamente normali e con una vita normale. Forse è proprio questo il valore aggiunto.

Com'è il tuo rapporto con i social media?
Nel diventare una SG forse un minimo ho usufruito di Facebook, anche perché non avevo neanche un profilo Instagram. Ma comunque sono i membri del sito suicidegirls.com che ti aiutano a diventare una SG, se piaci.

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