Sono stata in Turchia nell'autunno del 2015. In quello stesso periodo, il Paese si guadagnava le prime pagine dei giornali per attacchi alla libertà di stampa, attentati, elezioni poco trasparenti e l'abbattimento del caccia russo—oltre a un'emergenza profughi senza precedenti.In contrasto con tutto ciò volevo realizzare un lavoro intimo, che parlasse della vita di tutti i giorni in Turchia—lontano dalle immagini cupe della politica e dei media mainstream. Ho deciso di concentrarmi sul paesaggio, sul trambusto della vita quotidiana, sui giovani. C'è un collegamento tra la solitudine delle colline ventose e la nostalgia intrinseca al carattere turco.
Pubblicità
Sono partita con mio fratello da Istanbul diretti ai monti della Cappadocia, attraverso strade deserte, stazioni di servizio abbandonate e cittadine polverose. Abbiamo attraversato paesini e città: Antalya, Selçuk, Smirne. Studentati, motel, alberi di agrumi; bastoni da selfie, scarpe da pole dance, e la religione.Ho scattato queste foto con una piccola analogica per preservare l'immediatezza e il candore dei miei tanti incontri. A causa del calore e della pellicola non professionale, le foto sono uscite tutte su toni pastello. E ho deciso di non modificarle, perché questa sfumatura trasmette l'anima calma e calorosa della Turchia.
Segui la nuova pagina Facebook di VICE Italia: