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Le autorità kazake stanno evacuando il paese in cui tutti si addormentano senza motivo

Dopo Kalachi, anche altri villaggi del Kazakistan sono stati colpiti dalla strana "epidemia del sonno". E mentre le autorità hanno deciso di evacuare la popolazione, i motivi del fenomeno restano un mistero.

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Negli ultimi mesi la città kazaka di Kalachi è stata investita da una nuova ondata di sonno. Il fenomeno, che porta gli abitanti ad addormentarsi all'improvviso e senza motivo, si era manifestato per la prima volta nel 2010, e le autorità—forse per la recente attenzione mediatica o per la portata dell'ultima ondata—hanno deciso di attivarsi come mai prima per scoprirne le cause. Gli abitanti di almeno due città vicine hanno accusato sintomi non troppo diversi.

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Alcuni dottori sostengono che potrebbero aver individuato le cause dell'epidemia. Ma i loro risultati non sono particolarmente consistenti dal punto di vista degli standard tossicologici, e in mancanza di una vera e propria cura le autorità hanno predisposto l'evacuazione in massa di Kalachi nella speranza che trasferire la popolazione farà scomparire il fenomeno.

Durante l'ultima epidemia, tra agosto e settembre 2014, circa 60 persone si sono addormentate risvegliandosi soltanto qualche giorno dopo. Un picco improvviso a fine dicembre del 2014 ha causato altri 30 episodi (incluso un turista russo), e a fine gennaio erano 126 le persone colpite—più un gatto. Al momento, la popolazione che ha sofferto episodi di questa "epidemia del sonno" è il 20 percento. Tra queste ultime vittime c'è anche il governatore del villaggio. La gravità dei nuovi episodi ha spinto il vice primo ministro kazako Berdibek Saparbaev a chiedere che le istituzioni mediche straniere diano una mano a capire l'origine della malattia, e cosa diavolo sta succedendo.

All'inizio di febbraio il professor Leonid Rikhvanov del politecnico di Tomsk, che ha seguito la vicenda di Kalachi per molto tempo, ha dichiarato su testate internazionali di essere in grado di spiegare scientificamente quello che sta succedendo. La causa dell'epidemia, ha detto, sarebbe l'insolitamente elevato livello di gas radon che viene emesso naturalmente dalle miniere di uranio situate vicino al villaggio.

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Ma questa ipotesi è già stata scartata (e fin dall'inizio dell'epidemia). Circa una settimana dopo le dichiarazioni di Rikhvanov, Sergei Lukashenko, direttore del National Nuclear Center's Radiation Safety and Ecology Institute del Kazakistan, ha scartato definitivamente l'idea del radon, sostenendo che le condizioni del terreno non sono idonee a favorire fenomeni di questo genere. Ha fatto inoltre notare che, non avendo mai messo piede a Kalachi, Rikhvanov ha poche prove concrete su cui basare la sua teoria.

Lukashenko ritiene invece che il fenomeno abbia a che fare con le perdite di monossido di carbonio che, stando ai risultati delle analisi svolte dai suoi collaboratori, a metà gennaio hanno raggiunto un livello quasi dieci volte superiore a quello considerato accettabile. Il ministero della sanità kazako sembra essere d'accordo con la teoria di Lukashenko, avendo inizialmente dichiarato che i sintomi della malattia erano da collegarsi alla presenza di fumo nelle case poco ventilate.

"Sicuramente il monossido di carbonio è un fattore," ha dichiarato Lukashenko al Siberian Times. "Ma non posso dire con certezza se sia il fattore scatenante. Quello che dobbiamo capire è perché la malattia non scompare. Sospettiamo che la sua persistenza possa essere legata alla posizione particolare della città e alle condizioni metereologiche, che spesso spingono il fumo dei camini verso il basso e non verso l'alto."

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Molte delle persone che seguono la vicenda ritengono che la causa scatenante sia proprio il monossido di carbonio, convalidando la tesi di Lukashenko. Eppure questa tesi è ancora incompleta, e piuttosto imprecisa. Molti ad esempio si addormentano improvvisamente, senza manifestare alcun sintomo, e fuori da quelle abitazioni in cui si verificherebbero le fughe monossido. E quando quattro pazienti sono stati portati ad Astana, la capitale, per essere sottoposti a esami e accertamenti in alcune delle migliori strutture ospedaliere del paese, non sono state trovate tracce di sostanze che potrebbero aver influito sul loro stato di salute o causato l'insorgere della malattia.

"L'avvelenamento da monossido di carbonio non ti fa semplicemente addormentare," ha detto a VICE il professor Andrew Stolbach, primario di tossicologia all'ospedale Johns Hopkins, e ha aggiunto che, per i dati di cui dispone, tale spiegazione non è sufficiente. "Nel caso dell'avvelenamento da monossido di carbonio si manifestano gradualmente diversi sintomi: nausea, mal di testa. Solo come ultimo stadio, e solo in alcuni casi, si può arrivare anche a perdere coscienza, ma sempre gradualmente."

"Certo, si possono anche verificare casi in cui la concentrazione di monossido nel sangue è così elevata da metterti ko subito," ha ammesso Stolbach. "Ma in quel caso non ci addormenta, si entra direttamente in coma."

"Se si trattasse di avvelenamento da monossido di carbonio sarebbe semplice da stabilire," ha concluso Stolbach. "Basterebbe misurare il livello di carbossiemoglobina presente nel sangue."

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Al di là delle dichiarazioni del ministero della sanità, secondo cui le cause della malattia andrebbero cercate in certi vapori, le autorità hanno recentemente iniziato ad evacuare Kalachi. Così facendo affermano implicitamente di non credere alla tesi del monossido di carbonio, o comunque di non credere che la soluzione sia vicina.

A fine novembre Kadyrkhan Otarov, vice governatore di Akmola Oblast, il distretto amministrativo in cui è Kalachi, ha ventilato l'idea di disporre milioni di dollari per rilocare gli abitanti in case nuove e trovar loro nuovi lavori nelle città vicine, per esempio Esil. Più o meno in contemporanea, anche la maggioranza dei residenti di Kalachi si è espressa in favore del trasferimento in un referendum locale. Dopo gli ultimi episodi, le autorità hanno promesso che il ricollocamento sarebbe cominciato alla fine di gennaio.

Al 14 gennaio di quest'anno una famiglia aveva avuto una nuova casa e secondo i piani almeno altre 40 sarebbero state trasferite entro la fine del mese. Il governatore del distretto di Akoma Oblast ha poi promesso che tutti i cittadini sarebbero stati ricollocati entro maggio, al più tardi. A metà febbraio, molte famiglie risultavano dislocate a Atbasar, Bulandy, Ereymentau ed Esil. Nonostante il loro esodo sia reso ancora più difficile dal fatto che i tassisti impauriti si rifiutano di andare a Kalachi a prenderli, per non essere colpiti anche loro dalla sonnolenza.

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A novembre, mentre si cominciava a parlare del trasferimento di massa, gli abitanti della cittadina petrolifera di Beryozovka hanno anch'essi cominciato a lamentare improvvisi svenimenti. E il mese successivo la città di Krasnogorsky, più vicina di Kalachi alle miniere di uranio, ha cominciato a riportare episodi del preoccupante fenomeno e a richiedere trasferimenti.

Finora il governo ha rifiutato le richieste di nuove case e nuovi impieghi dei cittadini di Beryozovka, offrendo invece nuove case a 130 persone di Krasnogorsky. Ma queste nuove case erano, per qualche strano motivo, a Kalachi.

Se anche in questi villaggi la gente sta davvero facendo i conti con gli stessi sintomi, e non li sta solo fingendo per ottenere un trasferimento gratis, e contemporaneamente continua a non esserci alcuna spiegazione plausibile per il fenomeno, sembra sempre più probabile che si tratti di una caso di disturbo psicologico di massa. Fino a poco tempo fa ero piuttosto scettico su questa teoria perché, se è vero che la comunità deve affrontare la povertà e l'incertezza, fonti di stress psicologico, anche gente che viene da fuori ha esperito questo disturbo. Ma la professoressa Regina Santella, tossicologa della Columbia University, non pensa che questo permetta di escludere le cause psicologiche.

"Io penserei che si tratti di isteria di massa," ha scritto Santella a VICE, specificando che però non è la sua specialità e non è a conoscenza di tutti i particolari del caso. Ma, ha spiegato, le condizioni psicologiche collettive possono avere un effetto profondo anche su un estraneo che vi venga esposto solo sporadicamente.

Il professor Stolbach, da parte sua, non appoggia del tutto la diagnosi di isteria di massa, soprattutto perché non solo è difficile da diagnosticare, ma è anche l'ultima cosa di cui preoccuparsi.

"Ci sono altre opzioni che dobbiamo escludere con più urgenza," dice. "L'isteria di massa va sempre lasciata come ultima opzione, perché alla fin fine non uccide nessuno, mentre l'avvelenamento dell'aria o altri fattori ambientali sì."

La cosa davvero frustrante per chi voglia determinare le cause è che, se i residenti di Kalachi guariscono nel momento in cui si trasferiscono altrove, questo potrebbe avvalorare sia la tesi delle cause ambientali sia la tesi dell'isteria di massa. Al momento abbiamo solo due dati certi: il decorso temporale del fenomeno, e il nostro sbigottimento. Se gli abitanti di Kalachi continuano a manifestare i sintomi dopo il trasferimento, potrebbe essere letta come una prova degli effetti permanenti di cause biologiche—ma nessuno sembra pensare che succederà. D'altra parte, se tutto va per il meglio, rimarremo a grattarci la testa davanti a un nuovo mistero irrisolvibile. Se così sarà, almeno avremo materiale fresco per qualche film.

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