Il circolo dei giovani naturisti inglesi

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Cultura

Il circolo dei giovani naturisti inglesi

Laura Pannack è una fotografa con base a Londra che ha passato un po' di tempo in un campeggio per naturisti inglesi. L'ho chiamata per farmi spiegare com'è andata, e cosa le ha suggerito questo progetto.

Alle elementari avevo un compagno di scuola naturista. Ho scoperto come trascorreva le vacanze un sabato pomeriggio, quando ha insistito per mostrarmi l'album del suo ultimo viaggio. La maggior parte delle foto mostrava uomini e donne a spasso per quello che sembrava un club vacanze per famiglie, con l'unica differenza che erano tutti nudi. Era strano. Sarò stata al secondo anno di scuola, e quella scoperta mi ha al tempo stesso sconvolta e affascinata. Forse era anche una delle prime volte che vedevo persone nude in fotografia.

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Crescendo ho capito che per i naturisti la nudità è qualcosa di assolutamente ordinario e privo di caratteri sessuali, ma sono ancora tanti quelli che li considerano degli esibizionisti con qualche turba.

Laura Pannack, una fotografa con base a Londra, ha passato un po' di tempo in un campeggio per naturisti inglesi. L'ho chiamata per farmi spiegare com'è andata.

VICE: Come hai scoperto questo posto?
Laura Pannack: Avevo finito da poco gli studi ed ero in cerca di nuovi progetti. Poi per caso mi sono imbattuta in un circolo per naturisti. Ho conosciuto i vari iscritti, e l'ho frequentato per più di un anno. Ogni anno il club organizza un campeggio naturista, ma i partecipanti erano un gruppo abbastanza omogeneo: tanti avevano tra i 30 e i 40 anni, mentre io cercavo persone un po' più giovani.

Così mi sono di nuovo messa alla ricerca, soprattutto online, anche attraverso LinkedIn. Ho trovato naturisti in tutto il Regno Unito, e sono andata a conoscerli, uno per uno. A Manchester, ma anche altrove. Poi li ho introdotti al circolo di cui ti parlavo. Mi piaceva l'idea di vedere insieme persone che non hanno nulla in comune al di fuori del naturismo. In tutto il progetto è durato tre anni.

Quante persone c'erano?
Circa una quarantina. Ma ho fotografato una dozzina di persone al massimo.

Nelle foto ci sono più uomini che donne. È un dato che rispecchia la realtà?
Sì, ci sono più uomini. Molti di più. Mi sono dovuta mettere d'impegno per rintracciare delle donne, ne avevo bisogno per rendere il tutto più equilibrato. In un secondo momento però mi sono resa conto di non avere alcuna voglia di trasmettere un'idea diversa dalla realtà.

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Cosa fanno queste persone nella vita?
Ci sono degli studenti, un militare, un ex secondino… In certi casi è per via delle professioni che non ho potuto fotografare alcune persone, per esempio un professore.

Pensi che alcuni dei più giovani vogliano far passare un messaggio attraverso la nudità?
Ognuno ha le sue ragioni per aderire al naturismo. Per alcuni è qualcosa che fa parte della loro vita fin dall'infanzia, un aspetto naturale. Altri sono più coinvolti e lo vedono come un'ideologia. Ma nella maggior parte dei casi è un hobby, un modo di divertirsi. E poi c'è un'ultima categoria, quella di chi fa una doppia vita. Per queste persone si tratta di una via di fuga; magari sono sposati, e il loro partner ignora questo lato.

Secondo loro bisogna amare il proprio corpo, per amare se stessi?
Una cosa che mi è parso li accomuni, e parlo della maggior parte di loro, è che la sensazione di essere nudi non ha a che fare con l'aspetto fisico. Stando a contatto con loro ho capito che ci si dimentica del proprio corpo. Si ritrovano in questi circoli per apprezzare la sensazione di essere nudi, non per giudicarsi. Ho fotografato un ragazzo sovrappeso particolarmente complessato che ha deciso di diventare naturista per accettarsi ed essere felice.

Tu stessa ti sei spogliata. È stata una tua decisione o una loro imposizione?
Diciamo entrambe le cose. La prima volta l'ho fatto per riuscire a comprendere meglio l'interesse della cosa. E in un certo senso volevo anche guadagnarmi la loro fiducia. Volevo che capissero che non ero lì per usarli. Ma è stato così anche perché alcuni non erano disposti a farsi fotografare da qualcuno che indossava dei vestiti. E poi, in un contesto del genere, ti senti molto più vulnerabile con dei vestiti addosso. Diventi la minoranza.

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Hai altri progetti ora?
I miei soggetti sono persone, e fotografo principalmente all'esterno. In più, voglio soprattutto divertirmi. Spesso vado in stazione e cerco dei soggetti che mi interessano, di cui mi piacerebbe sapere di più. Mi avvicino, parliamo e decidiamo insieme come passare la giornata. Finora mi sono concentrata sui giovani—forse perché sono quelli con cui riesco a relazionarmi più facilmente.

Per vedere altre foto di Laura visita il suo sito.

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