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A10N1: Skammerz Ishu

Mica tutti sanno morire

Chi non ha mai sognato di inscenare la propria morte per sfuggire a un problema (e/o incassare l’assicurazione sulla vita) in un modo atroce tipo Krusty il Clown o (spoiler) Batman nel terzo film di Christopher Nolan?

Chi non ha mai sognato di inscenare la propria morte per sfuggire a un problema (e/o incassare l’assicurazione sulla vita) in un modo atroce tipo Krusty il Clown o (spoiler) Batman nel terzo film di Christopher Nolan? Forse nessuno. Peccato che la cosa difficile non sia fingersi morti, ma scomparire per sempre. Se non ci credete chiedetelo a Raymond Roth, di New York, che è scomparso dopo una nuotata—ed è ricomparso cinque giorni più tardi. Il non-proprio-morto disoccupato di 47 anni è stato fermato e arrestato per eccesso di velocità. Non vi basta? Parlate con i due genitori di una famiglia taiwanese che si sono finti morti in un incidente d’auto per incassare 3.6 milioni di dollari e che sono finiti in manette all’inizio del 2013. Il mio falsario preferito però si chiama Leninguer Carballido, “morto” per fuggire a un’accusa di stupro nel 2011 e scoperto lo scorso luglio dopo aver vinto le elezioni a sindaco di un paesino nel sud del Messico. Per questo esistono delle regole nel gioco del fingersi morto. Non diventare il sindaco di un paesino messicano potrebbe essere una. Ce ne sono altre? Adam Virzi, responsabile del Lyonswood Investigations and Forensics Group, un’agenzia di investigazioni con sede in Australia, passa un sacco di tempo a rintracciare persone scomparse. Secondo lui, la gente non sa come farlo. “Se uno vuole scomparire seriamente, deve essere pronto a voltare le spalle alla sua vita precedente. La gente distrugge la propria carta di credito, butta la patente e svuota il conto in banca. Questo per me non significa che uno è morto, ma che si sta nascondendo.”

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Secondo Virzi, fingersi morti in maniera professionale significa reperire nuove identità difficili da rintracciare. “Gli Stati Uniti hanno praticamente la metà delle leggi sulla privacy del mondo, e lì è molto più difficile scomparire. Le persone più difficili da ritrovare sono i neozelandesi perché vengono qui in Australia e non votano, non pagano le tasse e se ne stanno in casa. Essere uno di loro aiuta.” Secondo David Ranson, professore di medicina legale presso la Monash University di Melbourne, un altro modo per scomparire con successo può essere quello di confondere le acque, trasformando la ricerca di una persona scomparsa in un’indagine per omicidio. “Per farlo basta ferirsi, e sanguinare, lasciando abbastanza tracce di DNA a terra da suggerire che un cadavere sia stato trascinato fuori dalla porta. Poi potreste lasciare un po’ di sangue in giro per casa, come a segnalare un pestaggio. Sarebbe convincente, non c’è modo di determinare la provenienza del sangue, non così precisamente.” Supponendo poi che uno decida di tornare in Nuova Zelanda e di nascondersi tra pecore e montagne, potrebbe vivere a lungo e riuscendo ad allontanarsi da tutto quello che aveva a che fare con la sua vita precedente. Come dice Virzi, “Fingersi morti è solo l’inizio, è quello che succede dopo il vero problema.”

Notizia estratta dagli "In breve" che aprono il nostro ultimo numero, interamente dedicato alla truffa. Immagine iStockphoto/Brasil2. 

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