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Morte ai punti esclamativi

Smettetela di usarli.

Questo è quello che faccio quando qualcuno sta badando a mia figlia e abbiamo passato una lunga giornata lontane. Entro in casa, la chiamo per nome e dico “Mamma è qui!”, lei si gira e corre fra le mie braccia. Inciampa sui suoi piccoli piedini perché non riesce a correre abbastanza velocemente e io la stringo fortissimo, mentre lei urla felice e i suoi angelici boccoli biondi le incorniciano il viso paffuto. Le dico con tono molto eccitato, “Ho una notizia devastante! Tutta la nostra famiglia è morta in un tragico incidente sulla M25!” Lei mi osserva felice e urla ancora di più, perché non ha ancora due anni e non ha la più pallida idea di cosa le stia dicendo.

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Ciò che voglio dire è che puoi convincere le persone a godersi qualcosa che non avevano intenzione di godersi, se parli con un tono di voce super entusiastico. I politici passano ore a scervellarsi su leggi e provvedimenti, ma potrebbero benissimo risparmiare tempo e fatica se solo annunciassero tutte le loro decisioni con un tono più vivace e con un paio di punti esclamativi. “Tagli agli indennizzi!!!!” “Chiudiamo gli ospedali!!!!” “BRUCIATE A MORTE!!!!!!!!” È come quando i giornalisti vengono inviati a qualche patetico evento mondano e intervistano persone a caso tra il pubblico. "Cosa pensa del Festival di quest'anno?", “Fantastico!” Poi riprendono in mano il microfono e addio problemi, il lavoro è fatto. Tutto grazie ai punti esclamativi che vivono nelle voci. Ed è questo il motivo per cui molti pensano che gli americani non comprendano l’ironia—è perché anche loro vivono con quel punto esclamativo.

Esistono anche altri metodi per controllare le masse, come quelli in cui non metti punti esclamativi nel tuo tono di voce, ma te li fai crescere direttamente sulla faccia. Mi riferisco a Nick Cave e alle sue sopracciglia da ipnosi. Quelle sopracciglia sono in realtà punti esclamativi rovesciati, piazzati su una faccia con in mezzo solo un tantino di naso, talmente forti nei loro poteri di persuasione che sono riusciti a uccidere una ragazza vestita di bianco, a Glastonbury. Be’, non è che sia proprio morta. In realtà sembrava stare insolitamente bene mentre si levava dalla folla durante “Stagger Lee” e Nick fluttuava verso di lei. I loro sguardi si sono incontrati, e lui le ha fatto provare l’amore con le sue parole tenere, cantando la storia di un uomo a cui hanno sparato. E tutto il potere del mondo era contenuto nelle sue sopracciglia. E lei è morta. Ok, devo smetterla di dirlo, dato che quasi certamente è ancora viva, ma sono abbastanza sicura che ora la sua testa sia occupata da Nick Cave e lui la comandi giorno e notte, a distanza, anche se lei vive in Germania. Sono praticamente sicura che le sue sopracciglia le mandino segnali direttamente al cervello.

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Alle elementari ci insegnano a usare i punti esclamativi. E poi nelle lezioni di scrittura, più avanti, ce ne hanno di nuovo parlato. Se scrivete per la stampa non usateli, ci dicevano. Danno una brutta immagine. Fate fare alle parole tutto il lavoro. E così le battute diventano rare. Si fanno più acute, maliziose, perché i punti esclamativi sono spariti e le frasi divertenti non vanno più bene. E poi arriva il giorno in cui guardi la tua vita e ti rendi conto che in pratica È TUTTA un punto esclamativo alla fine della battuta di qualcun altro.

Ogni tanto, quando scrivo per me, mi annoto cose terribili. Le rileggo e cerco di aggiungerci una serie di punti esclamativi per vedere se diventano più divertenti. Non succede mai. Altre volte faccio liste della spesa piene di punti esclamativi. Zucchine!! Carta igienica!! Batterie stilo!!!!! Ricarica alla carta della metro!!!!!!!! Grazia!!!!!!!!!!!!!!!!

Sul serio, a morte i punti esclamativi, sono attraenti quanto gli innesti epidermici.

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