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La Fox ha mandato in bancarotta un ragazzo per aver piratato gli episodi dei Simpson

Un 23enne canadese ha creato un sito con lo streaming degli episodi dei Simpson. La FOX non l'ha presa molto bene, e ora si aspetta che "Nick" restituisca i 10 milioni di dollari chiesti come risarcimento.

Via Motherboard/The Simpsons

Il 5 gennaio oltreoceano è andato in onda un nuovo episodio dei Simpson nel quale la famiglia gialla più amata da tutti ha affrontato l'annosa questione del copyright. Nella puntata Homer è tristissimo perché è l'unico a non aver ancora visto l'ultimo film dell'Uomo Radioattivo; al lavoro Lenny e Carl lo prendono in giro spifferandogli spoiler ogni minuto, e quando finalmente riesce a vederlo al cinema rimane disgustato dagli esagerati trucchetti in 3D, dalla lentezza dei fotogrammi e dall'onnipresente product placement delle scene. Per questo, Bart decide di insegnargli a usare i torrent.

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Nel paese dei Simpson, Pirate Bay è “la Contrabbando Bay,” e proprio nel momento in cui Bart spiega a Homer passo passo come vedere l'ultimo film de l'Uomo Radiattivo appare sullo schermo il logo della FOX con il testo seguente: “FOX Network vieta la messa in onda delle istruzioni passo-passo per scaricare illegalmente qualsivoglia proprietà intellettuale protetta da copyright. Nel frattempo, godetevi queste immagini della NASCAR Martinsville Cup del 2011.” Al testo sono effettivamente seguite le riprese di campionati automobilistici e lo spettatore viene riportato nel mondo dell'animazione solo dopo la fine della lezione di Bart.

Per tutta la puntata l'FBI viene dipinto come un'organizzazione eccessivamente zelante impegnata più sul fronte della pirateria che su quello dei serial killer, o alla fine Homer vince una causa contro Hollywood dopo esser stato rimproverato da Marge per aver messo su un cinema nel cortile; c'è una scena più importante però, ed è quella in cui alla fine dell'episodio Bart e Lisa si siedono insieme e cercano di capire come risolvere questo problema.

Bart chiede a Lisa, “Chi sono i buoni, le aziende o i tipi che lottano per la libertà di internet?” Lisa risponde, “Entrambi sostengono di avere nobili intenzioni, ma alla fine tutti e due cercano di rubare più soldi possibili." Quindi Bart conclude che tutti sono dei pirati, e Lisa è d'accordo, ma aggiunge anche che i peggiori sono… e la scena si chiude prima che possa finire la frase. Appaiono di nuovo le corse della NASCAR e poi parte la sigla.

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Apparentemente questo episodio è un affondo ironico della FOX sulla loro stretta al copyright e l'attitudine iper aggressiva dell'FBI nei confronti di persone come Kim Dotcom. Nella vita reale, però, Kim non è l'unico ad essere stato portato in tribunale per aver aperto siti nei quali prolifera la pirateria. A ottobre è si è saputo che la FOX stava facendo causa a un canadese che gestiva siti come “Watch The Simpsons Online” e “Watch Family Guy Online”—dove è possibile trovare link e streaming gratuiti degli episodi. All'inizio del mese è stato poi confermato che l'uomo ha dovuto risarcire la FOX con 10,5 milioni di dollari, una circostanza legale che lo ha lasciato letteralmente in bancarotta.

Mi sono messo in contatto con l'amministratore ventitreenne del sito in questione, Nick, per parlare della devastante situazione finanziaria in cui si è cacciato. Nick mi ha detto di essere stato "sorpreso" dalla reazione della FOX. "Pensavo che avrebbero chiuso il sito e che poi avrei collaborato per evitare ogni problema… ma ovviamente non mi aspettavo nulla del genere."

Gli ho chiesto perché avesse aperto questi siti, e lui ha risposto, "Mi piacevano I Simpson e piacevano a un sacco di miei amici, ma non è possibile acquistare i DVD delle stagioni successive alla decima… e su internet non c'era niente per rimediare a questa mancanza, così ho riempito quel vuoto. Speravo che la FOX alla fine avrebbe creato un servizio apposito a cui rimandare, ma non è stato così.”

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Secondo Nick la crociata della FOX contro di lui è una "vendetta inutile". "Prenderanno ogni centesimo ricavato dalla vendita di casa mia ed è davvero tutto quel che ho da offrirgli… Quando ho aperto i siti ero pieno di debiti e facevo fatica persino a pagare le bollette, ma hanno cercato di dipingermi come uno che ci ha guadagnato milioni di dollari.”

Un'immagine dal sito di Nick.

Mentre in passato Nick aveva dichiarato di aver guadagnato qualcosa dai siti, quando gli ho chiesto se riusciva a viverci mi ha risposto "se per te viverci significa avere il conto in banca costantemente in rosso, sì.”

Non è la prima volta che Nick si mette nei guai coi siti di streaming. Nel 2010 è stato contattato dalle autorità per  www.watchxonline.com, che da quel momento si è trasformato in un "portale di streaming legale" con link a Netflix, Hulu, e altri servizi autorizzati. Al tempo Nick ricevette solo degli "avvertimenti", ma non c'erano di mezzo minacce da milioni di dollari. La FOX invece ci è andata giù pesante.

Dopo i problemi con la Motion Picture Association of America, Nick non considera le sue azioni come illegali. "Era illegale come lo può essere usare Google. Ho trovato gli episodi e li ho messi in ordine… se qualcuno si lamentava della qualità, non esitavo a invitarli a compare i DVD e a supportare il programma tv. Sul sito c'erano anche link ad Amazon così che la gente potesse comprare i Blu-ray e i DVD delle vecchie stagioni. Non ho mai voluto fare soldi o togliere spettatori alla FOX, anche perché le visite sul mio sito non erano molte, date le varie piattaforme americane su cui è possibile vedere gli episodi in maniera legale. Ma per gli altri paesi in cui queste piattaforme non sono disponibili, la FOX non fa niente."

Nick pensa che l'industria del cinema e della tv si trovi allo stesso bivio a cui si era fermata quella della musica prima che servizi come Spotify proponessero una via di mezzo. "Se tutta l'industria dell'intrattenimento unisse le forze per creare una piattaforma del genere, disponibile in tutto il mondo, sconfiggerebbe la pirateria anche con un servizio a pagamento.”

A questo punto, Nick spera solo che la sua bancarotta allontani gli avvocati della FOX e che non debba davvero ripagare l'intera somma. Come gli stessi Simpson sostengono in uno dei loro ultimi episodi, l'aggressività sulle questioni di copyright in America è davvero sfuggita di mano.

Portare un ragazzo sull'orlo della bancarotta perché ha approfittato di un vuoto lasciato dalla propria azienda è davvero una strategia vincente? Da una breve ricerca su Google si evince che siti come quello di Nick sono ancora online, quindi qual è il vero motivo per rovinare la vita di questo ragazzo? Di certo c'è da scendere a compromessi, perché se non altro la questione è una pessima pubblicità per la FOX. Segui Patrick su Twitter: @patrickmcguire A proposito di Kim Dotcom: Kim Dotcom: l'uomo dietro Mega