Cartoline da Orchard Beach, l'unica spiaggia del Bronx

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Cartoline da Orchard Beach, l'unica spiaggia del Bronx

Wayne Lawrence ha passato cinque anni a fotografare i bagnanti della spiaggia-ghetto di New York.

Wayne Lawrence è un fotografo newyorkese. Ha 39 anni, ed è originario della piccola isola delle Antille St Kitts. Tra il 2005 e il 2010 ha passato tutte le estati a Orchard Beach, la sola spiaggia del Bronx, per fotografare tutte le persone che andavano a farsi il bagno, a prendere il sole o a non fare niente. Tutto il suo materiale è stato raccolto in un libro, sobriamente intitolato Orchard Beach: The Bronx Riviera, perché questa spiaggia perduta in fondo al ghetto ha degli stili e delle abitudini folli tanto quanto quelle dei miliardari isterici del sud della Francia e del nord dell'Italia, con la sola differenza che sono 10.000 volte meno schifosi. Orchard è una delle più grandi spiagge di New York e ogni estate si trasforma in un enorme raggruppamento di machi a torso nudo e mamme dalle unghie lunghe arrivate dai dintorni o dai tanti quartieri della città.

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Ho contattato Wayne e gli ho chiesto del Bronx, dei bagnanti caraibici che ha fotografato e dei miliardi di costumi da bagno fosforescenti che gli sono passati davanti agli occhi durante le sue cinque estati a Orchard.

VICE: Quando hai iniziato a lavorare a Orchard Beach ?
Wayne Lawrence: Doveva essere l'estate del 2005. Prima di sapere dove fosse la spiaggia avevo visto una foto di moda la cui legenda diceva: "fotografata a Orchard Beach". Ho chiesto tra i miei amici e conoscenti se qualcuno conoscesse quella spiaggia, e mi hanno fatto capire chiaramente che era la peggiore di tutta New York. Era nascosta da qualche parte in fondo al Bronx. Uno dei miei amici mi disse: "Non devi andarci, mai. È una spiaggia di periferia." All'improvviso mi venne voglia di darle un'occhiata. Le parole hood o ghetto possono forse avere delle connotazioni negative, ma non mi importa – è lì che sono cresciuto anch'io.

Quali sono le particolarità di questa spiaggia del ghetto?
Ogni quartiere di New York ha il proprio miscuglio di storie, di culture. Il Bronx somiglia a quelle comunità con immigrati da tutto il globo, e Orchard Beach è un micro cosmo di questa diversità. Ci sono altre spiagge molto famose a New York, ma Orchard è l'unica spiaggia del Bronx, un quartiere archetipo della classe operaia newyorkese.

È stato facile convincere le persone a farsi fotografare? La maggior pare di loro non sembra affatto imbarazzata.
Direi che forse un 80% ha acconsentito immediatamente a farsi fotografare. Ho cercato di selezionare delle persone che emanassero un potente sentimento di bontà, ed è per questo che hanno un'aria così rilassata nelle foto. Di solito comincio col presentarmi, gli riassumo i miei progetti precedenti e poi gli domando se gli piacerebbe contribuire a un nuovo progetto sul quale sto lavorando al momento. Una volta che la connessione è stabilita, il grosso del lavoro è fatto.

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Ciò che mi ha più colpito nella serie è la volontà delle persone di scappare dalla propria vita di città. Cercano il più possibile di sentirsi in vacanza, ma sanno che la pacchia finirà la sera stessa.
Per i ragazzi e le ragazze delle mie foto, Orchard è il posto dove andare assolutamente durante le calde giornate dell'estate newyorkese. Orchard rappresenta sia il Bronx che gli Yankees di New York. La spiaggia è profondamente ancorata alla coscienza collettiva della comunità. Ci sono dei tipi che vi diranno senza vergogna di essere stati concepiti proprio lì. Alcuni di loro, gli habitués, hanno delle boe che indicano il loro posto sulla sabbia, e non si perdono nemmeno un giorno di spiaggia per tutta l'estate. È un rituale che va avanti da generazioni.

Secondo te questa gente lascia New York per le vacanze?
Come dicevo più sopra, al Bronx si ritrovano le comunità più diverse. Anche se il quartiere è costituito principalmente di membri della classe operaia, ci si trova anche gente della classe media. Per la maggior parte delle famiglie, Orchard Beach è il migliore modo di scappare dalla città, e immagino che per alcuni di loro sia in effetti una delle sole opzioni possibili, specialmente per la gente del South Bronx.

La gente nelle tue foto viene tutta dal Bronx ?
La grande maggioranza sì; c'è un miscuglio di immigrati dell'America Latina, dell'Africa e dei Caraibi. Ma ci ho incontrato anche persone che venivano da altri quartieri di New York. Ho anche conosciuto gente di Londra, Monaco o Parigi che si erano ritrovati lì per caso. In totale sono tornato alla spiaggia per sei estati consecutive e in tutto questo tempo ho assistito molto raramente a delle risse, una cosa degna di nota se si pensa che è un posto frequentatissimo.

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Nelle foto si vedono molte unghie finte, sopracciglia depilate, milioni di tatuaggi e molti accessori pieni di brillantini. Pensi che la gente vada ad Orchard Beach anche per farsi vedere?
Non per altro Orchard Beach è soprannominata «La Riviera del Bronx» – ci puoi trovare i look più folli. La maggior parte delle tendenze viene dal ghetto, comunque. Per i ragazzi del ghetto lo stile si deve avere anche in spiaggia. Uno degli aspetti più interessanti del progetto è stato vedere le mode che si sono succedute in spiaggia estate dopo estate. Una lezione di creatività allo stato grezzo.

È facile trovare dell'humor nelle tue foto, ma non c'è mai una punta di cinismo. È stata una sfida per te non giudicare mai la gente che ha partecipato alla serie?
In quanto esseri umani, ognuno ha la propria storia. Tutti abbiamo una parte di luce e una di ombra: chi sono io per giudicarla? Quello che era (ed è ancora) importante per me è avere dei buoni rapporti con la gente che incontro, e ritrarre un'immagine più fedele possibile di quei momenti.
All'inizio ho ricevuto molti rifiuti, perché all'epoca cercavo ancora di comprendere e analizzare "chi ero" in quanto artista. Fotografare questo posto mi ha permesso di solidificare il mio approccio. Dopo qualche estate la gente mi riconosceva, e in un certo senso ero diventato un membro della comunità - cosa che ha reso le cose molto più facili.

Cosa ti è piaciuto di più del tempo passato a Orchard ?
La cosa più bella è che sono riuscito a stringere dei rapporti con gente fantastica con la quale sono ancora in contatto. La cosa brutta invece è che non sono riuscito ad includere tutti nel libro Orchard Beach: The Bronx Riviera. I ritratti contenuti nel portfolio sono solo una piccolissima parte di tutti quelli scattati nel corso di questi cinque anni.

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Mi ricordo anche di una coppia che ogni estate si sdraiava nello stesso punto della Section 8. Per molto tempo ho esitato e non mi sono avvicinato a loro, perché avevano un'aria molto fredda. Dopo un po', ho deciso di andare a parlare alla ragazza, Angie, e di chiederle perché apparissero così distaccati. Con mia grande sorpresa, Angie mi ha risposto con un sorriso "Nah Papi, non siamo così." Poi mi ha presentato suo marito Eddie e tutto è andato per il meglio. Mi pare di sentire ancora Eddie quando mi diceva "Yo Ras, I love you!"

Stai lavorando a nuovi progetti al momento?
Sì ho qualche progetto in lavorazione, specialmente uno che è già finito e che si chiama MIA. Si tratta di un report della Urban Beach Week, un festival organizzato ogni anno a Miami in cui centinaia di migliaia di giovani del ghetto, ma anche delle star, si ritrovano a South Beach per trasformare la città in un enorme frullato di cultura pop. Lavoro su questa serie da qualche anno e penso di finire entro l'estate. Sto anche lavorando su un documentario sempre sullo stesso festival.

Bello, grazie di tutto Wayne.

Per altre foto di Wayne Lawrence, fate un giro sul suo sito web.

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