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Attualità

Questa storia di Magalli ci è decisamente sfuggita di mano

Negli ultimi giorni, l'inarrestabile ascesa di Giancarlo Magalli da conduttore televisivo semi-animo a eroe di internet ha raggiunto il punto di non ritorno—arrivando nel mainstream, in televisione e in un Buongiorno di Gramellini.

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Tra meme e fotomontaggi brutti che in questi mesi hanno invaso l'internet italiano, l'ascesa trionfale di Giancarlo Magalli da conduttore televisivo semi-anonimo a perversione sessuale a eroe di internet è ormai un dato di fatto. Negli ultimi giorni quest'ascesa inarrestabile ha toccato il suo punto più alto—che, probabilmente, è anche il punto di non ritorno.

Qualche giorno fa, infatti, il Fatto Quotidiano ha lanciato tra i suoi lettori le cosiddette Quirinarie, un sondaggio a tema "nuovo Presidente della Repubblica." Nel primo turno, vinto da Rodotà, Magalli si è classificato ottavo, mentre nel successivo ha stravinto, ricevendo più di 17.000 voti—5.000 più di Rodotà. Cosa che ci dà un'idea delle dimensioni che ha ormai raggiunto il fenomeno dell'ossessione di internet per il conduttore dei Fatti Vostri.

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I risultati delle "quirinarie" del Fatto Quotidiano. Grab via

Io stesso me ne sono reso conto per via diretta: da quando l'ho intervistato, qualche mese fa, mi sono state rivolte infinite domande e battute sull'argomento. "Che tipo è?" "Quindi adesso siete amici?" "Per me è un idolo, mi dai il suo numero?" Insomma, già il giorno dopo l'intervista ho iniziato a desiderare la fine di quella specie di isteria di massa. Da allora sono passati tre mesi e le cose, se possibile, non sono che peggiorate. E non posso non riconoscere che in qualche modo anche io, intervistandolo, ho contribuito a questa situazione.

Le pagine dedicate al conduttore continuano a godere di ottima salute—ad oggi se ne contano 56—e la cosa ancor più sorprendente è che in questo lasso di tempo il fenomeno non solo si è evoluto, ma si sta pian piano spostando da internet alla realtà—e non mi riferisco solo al presunto flash mob organizzato in piazza del Quirinale per supportare la candidatura di Magalli alla presidenza della Repubblica.

Anche l'atteggiamento dello stesso Magalli nei confronti della sua nuova popolarità sembra essere cambiato. Qualche tempo fa sembrava vedere tutto questo in modo scanzonato e distaccato, come nient'altro che un gioco; ultimamente però sembra aver iniziato a prendere la cosa più seriamente. Un esempio sono le riflessioni che ha scritto su Facebook qualche giorno fa, dopo il trionfo nel sondaggio del Fatto.

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In un post, ha definito il movimento popolare che ha supportato la sua candidatura una "insurrezione sorridente." "Quelli che pensavano che questa insurrezione sorridente […] fosse inutile si sbagliavano," ha scritto. "Per esempio un risultato lo abbiamo ottenuto: il quotidiano 'Libero' si è indispettito (o preoccupato), e parla di me e di voi in un articolo definendoci 'caciara'."

Nel post successivo il suo cambio di atteggiamento è ancora più evidente: secondo Magalli, il suo trionfo nel sondaggio del Fatto è "un segnale" per far capire "a chi di dovere che è veramente ora che qualcosa cambi." "Io sono stato scelto da tanti amici del Web come volto di questa insurrezione sorridente, come ho voluto chiamarla, ma avrebbero potuto anche scegliere molti altri volti al posto del mio e la protesta sarebbe stata egualmente efficace, perché la faccia da mettere è, sì, importante, ma quelle che contano sono le facce da togliere," ha scritto.

Nonostante i toni che usa possano far pensare il contrario, il suo non sembra certo essere un tentativo di strumentalizzare il fenomeno. "Io non voglio usare il web come ha fatto Grillo," ha detto di recente, ospite ad Agorà, "voglio che il web usi me, come ha fatto in questa occasione, per una cosa che tutto sommato mi sembra anche utile."

Se il fatto che se ne sia parlato in una trasmissione televisiva non vi sembra ancora abbastanza per ammettere che ormai il fenomeno è diventato un tantino stucchevole, un'altra prova in tal senso è l'interesse dimostrato dai maggiori quotidiani nazionali—com'è noto, infatti, esiste una legge scientifica che afferma che un fenomeno nato su internet ha definitivamente rotto il cazzo quando finisce in un Buongiorno di Gramellini.

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Nelle ultime ore, tutte le testate sono state impegnate a cavalcare l'onda lunga della Magalli-mania—chi una gallery di foto, chi con uno storify, chi impegnandosi a trovare dei motivi seri per cui potrebbe essere il prossimo Presidente della Repubblica. Libero gli ha addirittura dedicato uno dei suoi celebri sondaggi—e anche in questo caso, potete facilmente immaginare quale sia il risultato.

Il sondaggio di Libero. Grab via

Così, quello che in origine era un inside joke riservato ai "giovani dell'internet" è ormai diventato una cosa trash terreno un po' a tutti—tant'è che ormai persino gli amici e i colleghi cinquanta-sessantenni di mio padre sono a conoscenza dell'ossessione di internet per Magalli. Persino mia nonna quasi novantenne, quando le capita di vedere I Fatti Vostri, mi telefona per dirmi che ha visto in televisione "il tuo amico, quello che hai intervistato."

Il fatto che in tali contesti si carichi di significati sociali e politici un fenomeno che in fin dei conti non è altro che uno scherzo senza senso mi rattrista un po'. Che Magalli sia stato votato in massa dalla gente di internet come Presidente della Repubblica non significa—come hanno sostenuto in molti, tra cui Magalli stesso—che il suo volto sia diventato un simbolo di dissenso, ma soltanto che questa battuta ironica ha ormai raggiunto un pubblico molto più vasto di quello a cui era in origine rivolto, ossia anche quella gente che non è in grado di capirla ma ride lo stesso.

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