FYI.

This story is over 5 years old.

News

Mi sono unito ai fan di padre Pio a Roma per capire come si diventa devoti

Ho passato una giornata in piazza San Pietro a Roma nel tentativo di farmi contagiare dalla devozione dei fan di padre Pio accorsi per vedere le sue spoglie, e questo è quello che ho visto.

Tutte le foto di Federico Tribbioli.

Se devo essere onesto, io di santi non ci ho mai capito niente. Non ho mai capito perché un santo protegga determinate categorie di esseri umani, non so perché uno sia meglio di un altro, né comprendo la necessità di un pantheon così ricco come quello cattolico—per quanto sia sicuramente avvincente come lo era, in un altro senso, nell'antica Grecia. A maggior ragione non ho mai compreso per quale motivo determinate figure religiose diventino "santi" così su due piedi: quando hanno santificato Giovanni Paolo Secondo o padre Pio, personalmente l'ho interpretato più come un'onorificenza post mortem. Avete presente i cavalieri della Repubblica? Ecco, una cosa del genere.

Pubblicità

Ma alla notizia delle spoglie di padre Pio partite da San Giovanni Rotondo per arrivare a Roma in occasione del Giubileo della Misericordia, anch'io come i fedeli ho avuto un tuffo al cuore. La differenza è che invece di esultare mi sono detto, Ma non stiamo forse esagerando? Visto che però le sue spoglie erano saldamente locate nella mia città per qualche giorno, mi sono detto: e se mi mettessi nei panni di un devoto? E se andassi in pellegrinaggio anch'io da San Pio, mettendo alla prova il mio scetticismo?

Così è stato. Mi informo sugli orari in cui la basilica di San Pietro sarebbe stata aperta al pubblico, e decido di andare di buon mattino nell'ultimo giorno effettivo per vedere il santo, mercoledì, sicuro di toccare con mano quei credenti in fibrillazione ritratti in decine di gallery online. L'idea di sentirmi una cosa sola con i devoti mi eccitava quasi sessualmente.

Mi metto in marcia e già nella metro, seduta vicino a me, una signora truccatissima con un vistoso capello rosso fuoco parla al telefono con qualche parente: "Sì sì sto andando da padre Pio, sì, poi vado al lavoro. Che pé 'na volta che sta qua…"
Insomma è chiaro che stanno tutti in fissa. Appena arrivo però, intorno agli ingressi con gli scanner non trovo il carnaio che mi aspettavo: piazza San Pietro è in sostanza deserta, e l'affluenza è disordinata e diradata. Su un megaschermo trovo impressa a caratteri cubitali la spiegazione: la Basilica è chiusa fino alle 15, dopodiché l'ingresso è solo per chi ha il biglietto per la Messa delle Ceneri. Accidenti!

Pubblicità

Tutte quelle aspettative e le interviste agiografiche dei fedeli al tg mi hanno fomentato, perciò cerco disperatamente di procurarmi un biglietto. È a quel punto che una signora—lei sì, provvista di biglietto—mi spiega che sono sold out, poi aggiunge che non entrerà in Basilica per padre Pio, ma soltanto per la funzione. Dunque padre Pio non le interessa? Il suo "be', come si fa non interessarsi a padre Pio?" mi fa pensare a un vago dissenso, che la mia interlocutrice tenta di mascherare spiegandomi di essere già stata a San Giovanni Rotondo in pellegrinaggio. Continuo ad aggirarmi fra i presenti e a fare domande, ma mi accorgo che molti di loro sono semplicemente dei turisti, senza alcun interesse per padre Pio. Altri invece, completamente sottovalutati dai media, sono ultrà di San Leopoldo Mandic, anche lui arrivato a Roma sotto forma di reliquie e presente in Basilica.

Un po' smarrito inizio a gironzolare per piazza San Pietro, passando da uomini addormentati sotto il sole a gente completamente all'oscuro di padre Pio: posso accettare di non entrare, ma come faccio a mettermi alla prova se non c'è nemmeno un devoto disposto a darmi corda? M'imbatto così in una signora che non sembra italiana. È infatti di origini rumene, ma vive da molto in Italia e per questo è devota di padre pio: finalmente! È capitato che Pio abbia avuto un grande impatto su di lei, mi dice, anche se a volte le vengono dei dubbi sulla fede. Ma nel momento del bisogno "preghi, preghi e preghi": mi racconta che è caduta in ginocchio e lo ha pregato, proprio davanti a lui, e nell'arco di un'ora gli si è "girata tutta una situazione." Mentre parla gli occhi azzurri s'inumidiscono, sta rivivendo un'emozione vera: avrà visto la Salma! Dice di no, che quello che racconta è accaduto dieci anni fa. Purtroppo non è riuscita a vederlo oggi, anche se era venuta apposta.

Pubblicità

Tutto sommato però anche chi ha avuto questa fortuna ha visto poco. Ad esempio un signore tutto occhiali e compostezza maniacale mi dice che è entrato, ha goduto della devozione della tanta gente presente ma l'ha visto passare solo di sfuggita. Ciononostante è estasiato, e lo definisce un bellissimo regalo del Papa. Lui non ha ricevuto miracoli e non è lì per ringraziare Pio, "solo per pregare."

In effetti, anche dopo aver chiesto lumi a una coppia nei paraggi, pare che al santo molti non domandino assolutamente nulla, ma vadano per pregare. Secondo altri, anche loro rimasti fuori, la mossa delle spoglie di Pio è invece derivata dalle lamentele degli albergatori per un Giubileo che decollava a stento.

A proposito di turismo, faccio qualche domanda anche alle comitive di stranieri, ma appena parlo di San Pio mi guardano tutti come se parlassi in marzianese. Poi, come un colpo di scena, mi passa davanti un gruppetto di donne e uomini in colori sociali sgargianti e in foga danzante. Che vedono i miei occhi?

Indossano delle magliette con la faccia di padre Pio! Pare si tratti di un fan club nigeriano del santo, mi spiegheranno dopo, ma sul momento non riesco a fermarli perché sembrano invasati. Comunque, mi dico, è meglio così: rimarranno un bellissimo mistero della fede, letteralmente.

Il mistero della fede è anche come mai non si sia tenuto conto dei malati, solitamente uno dei target storici della chiesa, venuti apposta da ogni parte d'Italia per padre Pio: l'élite dei biglietti unita alla disinformazione più totale ha creato in loro il panico. Sono infatti casualmente testimone di una clamorosa imbucata di carrozzati da parte di due suore, le quali cercano di farli entrare di straforo col motto "Non preoccupatevi, veniteci dietro che vi facciamo passare noi" in risposta al "sorella, noi DOBBIAMO entrare!" degli accompagnatori.

Pubblicità

Chi non ha la raccomandazione è invece costretto a fissare il vuoto o al massimo l'obelisco a piazza San Pietro, e la noia fa sì che il dissenso sull'operazione piano piano si sostituisca alla contestazione riottosa: alcune milf venute dall'Umbria, partite alle cinque di mattina e costrette a tornare con l'amaro in bocca, sono piuttosto arrabbiate con il Papa. Secondo loro i santi vengono usati per far venire la gente e niente più, alla faccia della misericordia. Per la prima volta in vita mia sento anche qualcuno che si dispiace per i santi che "ci rimangono male da lassù." Poco dopo le signore confessano comunque di essere devote, sì, ma di San Leopoldo!

I veri devoti di Pio in effetti vanno oltre queste contrarietà e si commuovono con una certa facilità; quelli con cui riesco effettivamente a parlare mi sembrano ipersensibili e non so se esserne colpito positivamente o spaventarmi. A volte si ritengono "miracolati" perché rinati da situazioni bruttissime vedendolo in sogno, e sembrano prendere come una cosa necessaria tutto questo sabotaggio, ghettizzazione, mancanza di rispetto. Altri affermano "siamo devoti " come se le spiegazioni fossero superflue, quasi una cosa che si dà e basta—che poi, penso, è il concetto alla base del successo della chiesa.

Cerco di far trovare a costoro una spiegazione plausibile della loro venerazione per padre Pio, e mentre ci pensano dicono "per il carisma, perché la sua figura è un canale per aprire porte che già sono aperte!" Il gioco di prestigio della frase mi spiazza non poco, ma c'è chi confessa un maggiore interesse per Giovanni Paolo Secondo e alla fine la devozione iniziale per Pio si trasforma in "sì vabe' dai, ci sò devota UN PO'."

Pubblicità

Li lascio nella piazza quasi vuota, persi in quell'inutile battaglia per toccare con mano i loro idoli. Perché in effetti, è tutta una questione d'idoli. San Pio è una rockstar, e la sua salma non è diversa da quella di Bowie e del fanatismo correlato: uno fa vendere la religione, l'altro i dischi. Ma non è quel best seller che si crede: mi aspettavo scene di isterismo, gente che si strappa i capelli e urla, folle oceaniche, insomma qualcosa che ti faccia venire voglia di essere devoto a vita e comprarti una cifra di gadget, statuette e posteroni.

Mettendomi nei panni di un fedele, quindi, non posso che riconoscere che questo giubileo è la Great rock'n'roll swindle di Papa Francesco, un'operazione alla Malcolm McLaren (ricordate Sid Vicious? Quando morì, fece girare le foto del cadavere e i Pistols arrivarono primi in classifica anche con le cover e le cagate.) È un po' una questione di confusione: non si sa perché si è devoti, non si sa come si deve entrare nella storia, e aleggia un mistero incredibile quasi masochista nel quale più non si capisce meglio si sta. Quindi, ragazzi, sono tornato al punto di partenza: forse ero già fedele. D'altronde non era forse Sant'Agostino a dire "Dio si conosce meglio nell'ignoranza"?

Segui Demented su Twitter

Segui la nuova pagina Facebook di VICE Italia: