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Identità

Le avventure di una ragazza trans su Tinder

Qualche tempo fa sono rimasta single, e ho pensato che la soluzione fosse Tinder. Ma in quanto ragazza trans, le interazioni che ho avuto tramite la app sono state particolari.

Illustrazione di Sam Taylor

Ok, poco tempo fa qualcuno è entrato nella mia vita, mi ha rubato il cuore, l'ha stritolato facendo uscire tutto quello che c'era dentro e me l'ha ridato, lasciandomi con un enorme vuoto che credo di poter colmare solo provandoci con chiunque veda su Tinder. Tu la chiami "dipendenza dal sesso," io "ora chiamo un Uber."

Lo so, Tinder è così 2013. Ma era da anni che non rimanevo single, quindi fino ad ora non avevo mai provato la gioia di usare un'app di incontri.

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La mia vita sentimentale prima delle app

Quando studiavo a Brighton, io e le mie amiche non avevamo grossi problemi coi ragazzi. (A parte Rachel—mi spiace, ma a nessuno piace la forfora). La maggior parte dei fine settimana in quel periodo li passavo seduta sul letto dopo una serata in discoteca ad ascoltare un bel ragazzo etero in crisi. "Non sono gay," mi dicevano tutti, presi dal panico, e di solito continuavano con il classico, "non mi sono mai trovato in questa situazione." Be' buon per te tesoro, io invece la vivo ogni sabato sera. E inizia a stancarmi.

Spesso mi chiedevano di dimostrare che non stessi mentendo, e mi facevano un sacco di domande stupide, tipo se i miei capelli fossero davvero miei o se mi fossi rifatta le tette. Tutte curiosità che nel contesto di un semplice appuntamento sarebbero state anche legittime, ma che in quella situazione mi infastidivano—perché erano così prevedibili. Era come se stessero leggendo un copione, un copione dal finale peraltro scontato: "Ok, ci ho pensato su e mi sta bene se me lo succhi." Be', bene. Mi fa piacere sapere che tu sia riuscito a inquadrare le tue priorità.

Mi è capitato anche di incontrare un paio di ragazzi che semplicemente avevano altri gusti, e mi va benissimo. Anche se, superate le prime titubanze, molti di loro alla fine si prendevano comunque una piccola fetta di Paris. Perciò, ho pensato che fare una rivelazione del genere su Tinder—con tutta la libertà data dall'anonimato—avrebbe potuto generare qualche reazione interessante.

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Con mia sorpresa, invece, molti ragazzi con cui mi sono sentita su Tinder non si sono minimamente agitati quando gli ho detto che sono una trans. Forse è perché si sentivano meno minacciati per il fatto che parlavamo attraverso un cellulare? O forse mi trovavo in un universo parallelo dove cambiare sesso è una cosa normale? E per quanto riguarda l'amore? Una relazione? Conoscere i genitori? Queste cose sono un problema per tutti, ma per chi appartiene a una minoranza come me lo sono ancora di più.

Di seguito, ecco tutto quello che ho imparato usando Tinder nei panni di una trans fiera e seduttrice.

Quelli che sono rimasti sconvolti

Questi ragazzi sono rimasti sconvolti, poverini.

In realtà, ho ricevuto solo una o due reazioni davvero brutte. Su un totale di 200 match di Tinder. Immagino che i ragazzi etero di oggi siano molto più aperti di un tempo. Non posso dire che sia così per ogni trans, e c'è anche da considerare che vivo a Londra, un posto in cui uno si immagina che la gente sia abbastanza aperta e cosmopolita. In più, mi sa che conta anche il fatto di avere degli interessi in comune. Insomma, forse le mie preferenze in fatto di ragazzi hanno viziato la selezione.

Quelli che hanno gentilmente declinato

Alcuni ragazzi mi hanno rifiutata con gentilezza—il che alimenta il grande dibattito già esistente sulla discriminazione "soft." La discriminazione soft è quella delle persone che supportano la causa dei diritti delle persone trans ma che non farebbero sesso con una di loro. Secondo alcune persone trans questo è sbagliato, e anche se penso che sia legittimo avere delle preferenze, capisco dove vogliono arrivare. Per come la vedo io, però, c'è una grande differenza tra rifiutare un lavoro da una persona trans e non voler andare a letto con una persona trans. L'attrazione sessuale è forse l'unico ambito in cui è giusto fare "discriminazioni"—dopotutto, ognuno di noi ha il diritto di decidere con chi vuole scopare—anche se non bisogna fare gli stronzi. Tutto questo si inserisce in un discorso molto più ampio sui legami tra sessualità e razza, sessualità e disabilità, sessualità e classe sociale—tutti argomenti che non intendo affrontare in questa sede. Ci si potrebbe scrivere un libro. Per cui, torniamo a Tinder.

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Le reazioni positive

Non voglio mettere in imbarazzo nessuno (leggi: non voglio rovinare nessuna potenziale relazione/scopata/matrimonio) perciò non userò i veri nomi. Ma diamo un'occhiata ad alcune delle reazioni che ho ricevuto. Questa è quella di un certo "Fit Freddy", 21 anni, da Islington.

Prendimi ora, Freddy.

All'inizio ho cercato di parlare un po' con le persone prima di dirglielo, ma poi ho cambiato strategia e ho deciso di rivelare le mia condizione direttamente nel profilo. Forse non ci credevano o non gli importava, ma sembra che la cosa non abbia fatto tanta differenza. Ai ragazzi piacevo. Molti mi scrivevano messaggi tipo, "Non ci credo che prima eri un ragazzo, lol," e la cosa risultava un po' straniante (per non dire problematica, visto che implica che le ragazze trans non possano essere carine). Ma la cosa più importante è che sono ancora popolare! Probabilmente molto più di voi.

Quello che imparato da tutto questo

Per cominciare, ho scoperto che non sono arrapata come pensavo. Sul serio. La maggior parte delle persone fanno davvero schifo, e con mia grande sorpresa mi sono trovata a non voler fare sesso con loro. Non dico che sto cercando l'uomo perfetto—mi andrebbe bene anche quello senza debiti di gioco e amanti, ma anche questa tipologia sembra essere piuttosto rara. Grazie, Tinder, per avermi fatto capire che dopotutto in questi anni sono stata fortunata ad esser stata con degli uomini meravigliosi. Sì, anche Simon.

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Non so se per le persone trans le app d'incontri siano una cosa buona o cattiva—penso nessuna delle due. Il vantaggio è semplice: ci sono un sacco di persone tra cui scegliere. Per cui se quando scoprono che sei una trans ti respingono, chissenefrega, passi a quello dopo. La cosa brutta è che anche tu ti trovi nella stessa posizione. Qualcuno che magari sarebbe anche uscito con te se ci avesse pensato un po' su ti può scartare su due piedi, perdendosi l'occasione di conoscere la persona meravigliosa che sei. E togliendo a te la possibilità di scoprire quanto le persone normali siano aperte.

Comunque sia, sospetto che la maggior parte degli uomini che ho rimorchiato in discoteca non sarebbero mai venuti a letto con me se mi avessero conosciuta tramite un'app. Se prima di conoscermi gli avessero chiesto, "Andresti mai a letto con una trans?" credo che il 95 percento di loro avrebbe risposto di no. Quello che sto cercando di dire è che la sessualità è una questione complessa, e anche se ognuno ha il suo tipo, nessuno è in grado di spiegare perché è attratto da certe persone o salterebbe addosso a certe altre.

Ed ecco un'altra novità: la settimana scorsa ho fatto una cosa che prima non avevo mai fatto. Sono uscita con un ragazzo trans. Un ragazzo trans davvero sexy. Quando l'ho detto ai miei amici, la loro prima reazione è stata di chiedermi cosa ci fosse là sotto. Mi sono sentita un po' a disagio a dover rispondere a una cosa del genere, ma devo dire che anche io mi sarei posta la stessa domanda in passato. Non fraintendetemi: il pene mi piace come a qualsiasi ragazza. È solo che la domanda mi sembrava disumana—mi sembrava che riducesse un essere umano a un mero insieme di organi genitali. È proprio il genere di cose che mi immagino chiederebbero gli amici di un ragazzo con cui sono andata a letto.

La verità è che non so cosa abbia là sotto. So solo che mi piace la sensazione che provo quando mi parla, mi piace come riempie le magliette e mi piace il sapore del gelato alla menta che mi ha offerto durante la nostra passeggiata al parco. Sento che se dovesse nascere qualcosa, "cosa c'è là sotto" non sarebbe un problema. Sono sicura che troveremmo il modo.

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