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A9N2: Il settimo numero di VICE dedicato alla moda

Perché non ti rasi una pubblicità in testa?

C'è chi odia andare dal parrucchiere, e chi accetta di noleggiare la propria capigliatura a un negozio di liquori.

Foto di Sylvan Magnus

Avete presente quando negli anni Novanta i centri commerciali brulicavano di adolescenti idioti piazzati fuori dai Foot Locker e simili con addosso jeans enormi e stupidi orecchini e le teste piene di baffi della Nike e loghi Mercedes? Ecco, quelli erano il perfetto esempio di fedeltà al marchio—coglioni pronti a fare della propria testa un cartellone pubblicitario senza neanche chiedere soldi. Non sappiamo se Andrew Lardinois, un trentatreenne di Portland, si sia ispirato ai suoi trascorsi da mallrat o si sia avvicinato al mercato pubblicitario per fare un po’ di soldi extra. Quel che è certo è che ha lavorato come pubblicità ambulante per un negozio di liquori, una boutique di moda e un bar. Ho voluto parlare con lui per capire cosa si prova ad aver inventato il look del “Cartello umano”. VICE: Qual è stato il primo disegno che ti sei fatto in testa?
Andrew Lardinois: Mi stavo depilando le gambe. Ho visto le basette riflesse nello specchio e ho pensato ‘Somigliano proprio a degli stivali da cowboy’; mancavano solo gli speroni, così ho chiesto all’estetista di trasformarli in un bel paio di stivali. Sapevo che avrebbe accettato con entusiasmo. E da lì come sei arrivato a pensare, “dovrei vendere la mia testa agli inserzionisti”?
Ho cominciato ad andare da un barbiere specializzato in rasoi dell’Ottocento. Aveva saputo delle basette-stivali ed era curioso di provare. Ma le basette erano troppo poco, voleva una superficie più grande: la mia testa. Mi piaceva il logo del gallo di una birreria locale, e così gli ho detto di radermela in testa. È riuscito a ombreggiare il gallo scalandomi i capelli di diverse lunghezze, ha fatto un lavoro incredibile, difficilissimo. Peccato che non l’abbia mai visto, dato che si trovava sul retro della mia testa. E poi sei entrato in quella birreria con il logo in testa?
Ovvio! Mai viste così tante bocche spalancate, tutti i presenti sono andati a prendere la macchina fotografica, e il locale ha usato la mia testa per farsi pubblicità sulla sua pagina Facebook. All’inizio non chiedevo niente, mi offrivano un sacco di birre, poi alcune aziende mi hanno cercato e ho dovuto buttar giù un listino prezzi. Quanto costa la tua testa?
50 dollari a settimana. Parte della paga va al mio barbiere. È una tariffa economica rispetto alle inserzioni dei giornali, e in più io sono una pubblicità ambulante, posso parlare e posso promuovere qualsiasi prodotto. Ti mantieni con le vendite pubblicitarie?
Be’ no, lavoro anche in un ufficio delle imposte di Walmart. Devi indossare un abito o ti costringono a coprire i capelli?
No. Una delle cose belle di questa zona è che la gente è disposta ad accettare di tutto. Magari in ufficio evito di sfoggiare la mia cresta di 33 centimetri, ma nessuno me lo impone, Walmart è molto progressista.

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